Vitamina D materna e sviluppo del linguaggio del nascituro
Nel corso degli ultimi dieci anni, in cui si sono dimostrati livelli di vitamina “D” notevolmente ridotti nella popolazione generale, l’insufficienza durante la gravidanza di questo complesso elemento ha rivelato esiti negativi per la salute della prole, compreso il ritardo della crescita intrauterina, la ridotta formazione e sviluppo dell’'osso-minerale e le crisi di asma ricorrente. Tuttavia, pur nella convinzione che gli adeguati livelli di vitamina “D” sono molto importanti per lo sviluppo fetale, fino ad oggi non è ancora chiaro se la sua insufficienza nella gravida possa influenzare lo sviluppo neurocognitivo della prole.
Whitehouse AJ dell’University of Western Australia, Subiaco e collaboratori per valutare l'associazione tra 25 (OH) D materna durante lo sviluppo neuro fetale con i risultati comportamentali, emotivi e di linguaggio nella prole hanno studiato 743 donne caucasiche in Perth (32 ° S) a diciotto settimane di gravidanza e raggruppate per quartili di vitamina (Pediatrics. 2012 Mar;129(3):485-93). Il comportamento della prole è stato misurato con la Child Behavior Checklist a 2, 5, 8, 10, 14 e 17 anni di età (n range = 412-652), mentre il linguaggio recettivo con il Peabody Picture Vocabulary Test-Revised all’età di 5 (n = 534) e 10 (n = 474) anni.
L’analisi χ(2) non rivelava a qualsiasi età significative associazioni tra i quartili di 25 (OH)- D materna e problemi comportamentali / emotivi della prole. Al contrario, a cinque e dieci anni di età si evidenziavano significative tendenze lineari tra i quartili di vitamina “D” materni e il disturbo del linguaggio. L’analisi di regressione multivariata, includente una serie di variabili confondenti, dimostrava nelle gravide con insufficienza di vitamina D (≤ 46 nmol / L) un rischio di un bambino con difficoltà di linguaggio clinicamente significative quasi del doppio, rispetto a quelle con livelli di vitamina D > 70 nmol / L.