Comportamento alimentare e declino cognitivo
La massa e la forza muscolare si riducono con l'età, ma la perdita di forza supera di gran lunga ciò che viene proiettato in base alla riduzione della massa. L'accumulo di massa grassa ha dimostrato, peraltro, di essere un forte predittivo indipendente della successiva perdita funzionale e dell’invalidità. L’invecchiamento e una dieta ricca di grassi, allo stesso modo, compromettono la forza/funzione muscolare. Questi dati confermano la necessità di promuovere stili di vita sani, mangiando in modo salutare a partire già dalla mezza età, in modo da sostenere anche la salute cognitiva durante l’invecchiamento. Peraltro, gli anziani di sessantacinque anni di età e oltre, sulla base della trasformazione strutturale della popolazione con l’invecchiamento demografico che nelle aree del mondo più avanzate ha raggiunto proporzioni inaspettate, sono in continuo aumento in tutto il mondo. Con l'invecchiamento della popolazione il numero degli adulti più anziani propone, di fatto, problemi sanitari importanti, come il declino cognitivo destinato ad aumentare sempre più nel futuro. L'avanzare dell'età, difatti, è un importante fattore di rischio per il deterioramento cognitivo e la demenza. Peraltro, altre comuni malattie croniche si associano in genere al declino cognitivo, tra cui le cardiovascolari, le cerebrovascolari, l’ipertensione, il diabete mellito, la bronchite cronica ostruttiva e l’insufficienza renale cronica, rendendo la problematica sempre più complessa.
Il deficit cognitivo può portare, così, a conseguenze devastanti, tra cui la disabilità, la depressione, l’istituzionalizzazione e in definitiva la scarsa qualità della vita. Gli anziani, proprio in rapporto all'elevato onere prodotto dal deficit cognitivo e agli scarsi risultati di cura, oggi ritengono comunemente che il mantenimento della salute mentale sia la principale chiave per invecchiamento di successo. Pertanto, dal momento che i medici non hanno sufficienti terapie farmacologiche da offrire, i pazienti e le famiglie, per preservare la salute mentale, tendono a rivolgersi alla CAM, medicina complementare e alternativa. Gli integratori alimentari sono una delle forme più comuni della CAM usate dai pazienti. Considerando gli elementi di prova insufficienti per la loro efficacia, il potenziale d’interazione con altre terapie e i costi, i medici devono essere consapevoli dell'uso degli integratori alimentari tra i loro pazienti in modo da poterli consigliare sui potenziali rischi e benefici. A tale proposito, una recente indagine nazionale degli Stati Uniti ha evidenziato che quasi quattro su dieci adulti aveva usato negli ultimi dodici mesi la CAM.
Il Ginkgo biloba per l’appunto, al dosaggio di 120-240 mg il giorno, è un’erba spesso molto usata dagli adulti più anziani per la salute cognitiva. I meccanismi ipotizzati con cui tal espediente può comportare il miglioramento della funzione cerebrale includono le variazioni nella circolazione cerebrovascolare attraverso un processo di vasodilatazione, una riduzione della viscosità del sangue e dei radicali liberi dell'ossigeno, combinata a quella correlata all'età dei recettori dei neurotrasmettitori. Uno studio in vitro ha anche dimostrato per l'estratto di ginkgo un effetto antiaggregante. Pur tuttavia, i diversi studi randomizzati e controllati sull'efficacia del ginkgo biloba, eseguiti sino a oggi per la prevenzione primaria della demenza e il declino cognitivo, sono stati di piccole dimensioni e non conclusivi.