Panoramica su Vit. “D” e salute pubblica
Dal suo canto Scragg R dell’University of Auckland - New Zealand ha compiuto una rassegna bibliografica di studi di coorte dal 2000 al 2010 sulle malattie comuni per le quali vi fossero prove concrete sul ruolo della vitamina “D” per individuare la sua possibile implicazione (Public Health Nutr. 2011 Sep;14(9):1515-32). L’Autore ha, quindi, ricercato trial randomizzati e controllati (RCT) con valori basali di 25 (OH) D e di sua supplementazione in relazione a fratture, cancro del colon-retto, malattie cardiovascolari e mortalità per qualsiasi causa. I soggetti erano uomini e donne, per lo più sopra i cinquanta anni di età. Nel confronto tra la categoria di vitamina “D” più bassa con la più alta o con quella di riferimento di normalità, l’OR complessivo da nove studi (IC 95%) era 1.34 (1.13, 1.59) per le fratture, 1 • 59 (1,30, 1,95) per il tumore del colon-retto da nove studi; 1,35 (1,17, 1,56) per malattie cardiovascolari da dodici studi e di 1,42 (1,23, 1,63) per mortalità per qualsiasi causa da dodici studi. In conclusione, gli studi di coorte mostravano che i livelli basali di 25 (OH) D predicevano il rischio aumentato di fratture, il cancro del colon-retto, le malattie cardiovascolari e la mortalità per qualsiasi causa. Purtroppo, queste associazioni erano deboli e possibilmente legate a variabili confondenti come l'obesità e l'attività fisica.