Sedentarietà e cancro
L’aumento smodato dell’uso negli ultimi anni della televisione e del computer, soprattutto nelle persone con ridotto impegno fisico lavorativo, ha portato all’estrema conseguenza della vita sedentaria nella routine quotidiana. Alcune indagini demoscopiche indicano oggettivamente che gli adulti occupano dal 50 al 60% della loro giornata con comportamenti sedentari. Tutto ciò avviene in numerosi ambiti della vita, comprese le attività ricreative, come la visualizzazione della TV o comunque di video, l'uso del computer, la lettura, l’occupazione da seduti a una scrivania, l’uso di mezzi di trasporto, sedendo in un autobus, in auto, o in treno, e in manifestazioni delle attività sociali, come giocando alle carte.
Questo comportamento sedentario è ormai divenuto un potenziale fattore determinante di esiti deleteri per la salute ed è studiato da qualche tempo insistentemente per quantificare il suo ruolo dannoso nell’insorgenza di numerose malattie croniche. In effetti, il tempo prolungato, speso da seduti, riduce la spesa energetica conducendo inevitabilmente all’aumento del peso corporeo nel tempo. Inoltre, per quanto riguarda l’uso della televisione, si è dimostrato un concomitante aumento del consumo di alimenti malsani, come bevande zuccherate, dolci e comunque cibi ad alto tenore calorico, ricchi di grassi insaturi. Tale abitudine, inoltre, è correlata a una maggiore consuetudine al fumo. Com’è ormai noto, sia il fumo e sia l’obesità sono condizioni associate a un aumentato rischio di cancro, a differenza dell’attività fisica che, invece, lo riduce.
Sino a oggi, diversi studi epidemiologici hanno esaminato il comportamento sedentario riguardo all’incidenza del cancro, compresi i tumori del seno, del colon-retto, dell’endometrio, delle ovaie, del polmone, della prostata, dello stomaco, dell'esofago, dei testicoli, dei reni e il linfoma non-Hodgkin. Molti di essi hanno rilevato un apparente effetto negativo sull'incidenza del cancro in rapporto al tempo prolungato della stazione da seduti.
Janet S. Hildebrand dell’American Cancer Society, Atlanta, Georgia e collaboratori, proprio sull’evidenza epidemiologica dell'associazione inversa tra attività fisica e cancro al seno, hanno svolto uno studio su 73.615 donne in postmenopausa dell'American Cancer Society Cancer Prevention Study II Nutrition Cohort (Cancer Epidemiol Biomarkers Prev October 2013 22; 1906). Gli Autori ritenevano non chiaro se le correlazioni si potessero mantenere con l’attività moderata, come il camminare, e se potessero esistere differenze per lo stato di recettorialità per gli estrogeni (ER), per l’indice di massa corporea (BMI, kg / m2), per l’aumento di peso negli adulti, o per l'uso di PMH (postmenopausal hormones). Non appariva abbastanza chiara anche la relazione tra il tempo trascorso da seduti e il cancro al seno.
Un totale di 4.760 donne riceveva la diagnosi di cancro al seno tra il 1992 e il 2009 e gli Autori utilizzavano la regressione di Cox per stimare i rischi relativi multivariati e aggiustati (RR) della malattia in rapporto al totale delle attività fisiche ricreative, di quelle a piedi, e il tempo libero da seduti. Si valutavano, quindi, le differenze delle associazioni per lo stato di ER, di BMI, di aumento di peso e dell'uso di PMH. Le donne più attive con attività fisica superiore a quarantadue MET-ora / settimana sperimentavano un rischio di cancro al seno inferiore del 25% rispetto a quelle al più basso grado di attività con zero sino a meno di sette ore MET / settimana (intervallo di confidenza [ (IC)95%: 0,63-0,89; P = 0,01)]. Il quarantasette per cento delle donne riferiva come loro unica attività ricreativa il cammino. Tra queste donne si osservava un rischio inferiore del 14% per periodi di cammino uguali o superiori alle sette ore / settimana, rispetto a quelli uguali o inferiori a tre ore / settimana (IC 95%: 0,75-0,98). Le associazioni non differivano dallo stato di ER, di BMI, dell’aumento di peso, o dell’'uso di PMH. Il tempo da seduti non si associava al rischio. Secondo gli Autori i loro risultati, dimostrando che l'attività fisica, anche moderata ma costante, aiutava a ridurre i rischi legati alle patologie gravi quali il cancro, potevano senz’altro essere di grande interesse per la salute pubblica. (Cancer Epidemiol Biomarkers Prev October 2013 22; 1906).
In maniera completa Daniela Schmid e Michael F. Leitzmann dell’University of Regensburg, Germany hanno eseguito una ricerca della letteratura sino al febbraio 2014, selezionando gli articoli che si riferivano al comportamento sedentario rispetto all’incidenza del cancro (JNCI J Natl Cancer Inst (2014) 106 (7): dju098).
Gli Autori si sono soffermati solo sugli studi osservazionali con criteri uniformi d’inclusione, poiché quelli randomizzati e controllati erano difficili da eseguire su quest’argomento.
Erano, così, analizzati i dati di quarantatré studi osservazionali per un totale di 68.936 casi di cancro. Confrontando i livelli di tempo sedentario dal più alto vs il più basso, il rischio relativo (RR) per il tumore del colon era 1,54 (IC 95% = 1,19-1,98) per il tempo di visualizzazione della televisione, 1.24 (IC 95% = 1,09-1,41) per il tempo occupazionale da seduti e 1.24 (IC 95% = 1,03-1,50) per il tempo totale da seduti. Per il cancro dell'endometrio il relativo rischio era 1,66 (IC 95% = 1,21-2,28) per il tempo di visione della televisione e 1,32 (IC 95% = 1,08-1,61) per il tempo totale da seduti. Un’associazione positiva con il comportamento complessivo sedentario era nota anche per il cancro del polmone (RR = 1,21; IC 95% = 1,03-1,43). Il comportamento sedentario non era correlato, invece, al cancro del seno, del retto, delle ovaie, della prostata, dello stomaco, dell’esofago, dei testicoli, delle cellule renali e il linfoma non-Hodgkin.
In conclusione, la prolungata visione della televisione e il tempo trascorso in altre attività sedentarie erano associati a un aumentato rischio di alcuni tipi di cancro, specialmente per quello del colon e dell’endometrio, tumori notoriamente considerati correlati all’obesità. Al contrario, i rapporti tra il comportamento sedentario e il cancro al seno e del rene erano nulli, anche se l'obesità è spesso associata positivamente a tali neoplasie. Questo dato di fatto avrebbe suggerito agli Autori che il comportamento sedentario e l'obesità mediavano un rischio attraverso meccanismi comuni per alcuni tipi di cancro, come quello al colon-retto e all'endometrio. Per altri tipi di neoplasia, invece, come per il cancro al seno e il carcinoma renale si sarebbero dovuti riconoscere percorsi specifici e distinti dall’obesità.
Per loro conto Lynch BM dell’University of Melbourne, Australia e collaboratori hanno voluto studiare il comportamento sedentario (tempo trascorso da seduti) nello sviluppo del cancro alla prostata (Cancer Epidemiol Biomarkers Prev. 2014 May;23 (5):882-9).
Gli Autori hanno esaminato le potenziali associazioni del tempo giornaliero auto riferito passato nello stare seduto, guardando anche la televisione con il rischio di sviluppare o morire di cancro alla prostata tra 170.481 uomini del NIH-AARP Diet and Health Study. Gli Autori stimavano gli HR e gli intervalli di confidenza (IC) al 95% con il modello di rischio proporzionale di Cox. Tra il 1996 e il 2006, occorrevano 13.751 casi di cancro alla prostata, di cui 1.365 in fase avanzata. La mortalità fino al 2008 era di 669 casi. Nessuna forte e significativa associazione con il rischio di cancro alla prostata si osservava nei modelli corretti integralmente, sia per il tempo trascorso da seduti durante il giorno e sia passato davanti alla televisione o video. Vi erano alcuni effetti che suggerivano alcune interazioni con l’indice di massa corporea. L’aumento del rischio totale di cancro alla prostata si associava a un lieve, ma non significativo aumento del tempo di televisione / video tra gli uomini obesi (HR = 1.28; 95% IC: 0,98-1,69). Un’associazione nulla si osservava tra gli uomini in sovrappeso (HR = 1,04; 0,89-1,22), mentre per quelli con un BMI normale il tempo di televisione / video correlava con una diminuzione non significativa del rischio (HR = 0.82; 95% IC: 0,66-1,01). Modelli simili si osservavano nel cancro della prostata avanzato e nella mortalità per esso per una condizione totale giornaliera di stare seduti e un tempo televisione / video.
In conformità a questi risultati, gli Autori concludevano che il comportamento sedentario sembrava giocare un ruolo limitato nello sviluppo del cancro alla prostata, pur non potendo escludere l'impatto di errori di misura sui risultati.