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notiziario Novembre 2014 N.10 PRINCIPI INNOVATIVI DI RAPPORTARSI CON IL CANCRO - La gestione del cancro in gravidanza

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Indice
notiziario Novembre 2014 N.10 PRINCIPI INNOVATIVI DI RAPPORTARSI CON IL CANCRO
Cancro non più inguaribile e soprattutto prevenibile
La prevenzione come strategia essenziale nella lotta contro il cancro
Pronto il Pnp (Piano nazionale di prevenzione) 2014-2018
Le nuove linee guida NICE per i malati di cancro
Seguire le regole dello stile di vita sano riduce il rischio e la mortalità per cancro
Impatto dello stile di vita sano sul cancro del colon-retto
Fitness cardiorespiratorio e mortalità per cancro
Sedentarietà e cancro
La sopravvivenza dei malati di cancro
La sopravvivenza per i tumori ematologici in Europa
Valore dello screening tomografico per il cancro polmonare
Negli adulti obesi con cancro opportuno il dosaggio chemioterapico appropriato
La gestione del cancro in gravidanza
La
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La gestione del cancro in gravidanza

La diagnosi di cancro durante la gravidanza rappresenta, invero, un’evenienza drammatica per chiunque. Essa, peraltro, comporta una serie di preoccupazioni non solo per la donna, ma anche per la sicurezza del suo concepimento. Negli ultimi decenni, seppur questa complessa condizione patologica sia rimasta sempre rara, la sua incidenza è in aumento, contando circa un caso ogni 1.000 o 2.000 gestanti. Ciò è certamente dovuto alla maggiore età media delle gestanti, essendo il cancro più frequente con il crescere dell'età.
Questo dato, invero, deve anche considerarsi una delle cause dell’incapacità degli ultimi anni, dimostrata sia dai medici e sia dalle donne, nell’affrontare questa particolare problematicità. Importante, peraltro a tale riguardo, è riaffermare che il cancro raramente colpisce il feto direttamente e che, quindi, una donna incinta portatrice della malattia può partorire un neonato sano. Difatti, solo alcuni tipi di cancro possono diffondersi alla placenta, mentre la maggior parte di essi non suole coinvolgere il feto. In ogni modo, però, costituendo la condizione del cancro in gravidanza un’evenienza particolarmente complessa, occorre che essa sia seguita da un team sanitario esperto che definisca l’esatta diagnosi e prognosi, adattando la corretta terapia a ogni specifico caso.
A tale proposito, c’è da considerare come la gravidanza comporti spesso un ritardo nella diagnosi di cancro. Difatti, alcuni sintomi, quali il gonfiore addominale e quello del seno, la frequente cefalea ed anche il sanguinamento rettale, sono spesso trascurati come sospetto della presenza di un cancro perché comuni durante la gravidanza.
Il cancro del collo dell'utero, della mammella, della tiroide, il linfoma di Hodgkin e non-Hodgkin, le leucemie, il melanoma e il tumore trofoblastico gestazionale sono le forme più frequenti durante la gravidanza.
Molto più comune è il cancro al seno che colpisce circa una su 3.000 gravidanze. Da notare, a suo riguardo, che il relativo aumento di turgore del seno della gravida può, peraltro, rendere difficile l'individuazione delle forme di piccole dimensioni, determinando, così, un ritardo di diagnosi di circa quattro mesi, rispetto alle donne non gravide.
Le radiazioni diagnostiche a raggi X, usate per accertare la presenza di neoplasia in gravidanza, destano, invero, preoccupazioni per il possibile danno che può derivare al feto. Possono, difatti, determinare anomalie del frutto di concepimento, diminuzione del quoziente intellettivo e tumori infantili. Tuttavia, la ricerca ha dimostrato che il loro livello è in genere troppo basso per un danno sicuro. In particolare, la tomografia computerizzata (TC) è simile ai raggi X perché utilizza radiazioni ionizzanti, ma offre dati più precisi per delineare gli organi e le strutture interne e può condurre a una diagnosi di sede e di diffusione del cancro in maniera più precisa. In tal caso, la TC della testa o quella del torace sono generalmente considerate sicure durante la gravidanza poiché non vi è alcuna esposizione di radiazione diretta al feto. Per quanto riguarda, invece, la TC dell'addome o del bacino bisognerebbe utilizzarle solo in assoluta necessità. Nell’uso di queste tecniche diagnostiche, comunque, bisognerebbe ricorrere a una protezione di piombo che ricopra l'addome.
La risonanza magnetica (MRI), l'ecografia e la biopsia, che non utilizzano radiazioni ionizzanti, sono, invece, considerate tecniche diagnostiche sicure durante la gravidanza.
Il trattamento della gestante con cancro, deve selezionare le migliori opzioni, sia per la madre sia per prodotto del concepimento, e può prevedere la chirurgia, la chemioterapia e raramente la radioterapia. Tutto ciò va considerato, tenendo conto dello stadio della gravidanza, delle caratteristiche del tumore ed anche delle decisioni della donna e della sua famiglia. I primi tre mesi di gravidanza sono quelli in cui il trattamento antineoplastico può essere più nocivo per il feto. Spesso, quindi, esso viene ritardato fino il secondo o terzo trimestre di gravidanza. Nelle diagnosi più tardive si può, invece, prendere in considerazione l'induzione del travaglio anticipato o, come nello stadio precoce del cancro della cervice uterina, si conviene di aspettare fino a dopo il parto.
Il cancro al seno di solito è trattato chirurgicamente con la chemioterapia adiuvante. La chemioterapia, però, può essere considerata nel secondo e terzo trimestre e i trattamenti radioterapici e ormonali devono essere rimandati nel post-parto.
La gestione dei tumori ovarici è solitamente chirurgica con seguito di chemioterapia. Quella dei tumori ematologici è comunemente chemioterapica.
In generale, nel primo trimestre, per permettere un'adeguata assistenza oncologica, bisogna considerare l'interruzione della gravidanza. Dopo la 24^ settimana, quando la gravidanza raggiunge l'età gestazionale della redditività del feto, bisogna decidere per quanto tempo il trattamento può essere ritardato e in quanto tempo il parto può essere indotto. Prima dell’ottava settimana il trattamento oncologico comporta, di certo, il rischio di malformazioni.
L'allattamento al seno è di norma sconsigliato alle puerpere che sono in trattamento per il cancro, anche se le cellule tumorali non possono passare al bambino attraverso il latte materno. I farmaci chemioterapici, invece, possono giungere al bambino attraverso il latte materno, rappresentando un serio pericolo per la sua salute. Così pure avviene per i componenti radioattivi, come lo iodio radioattivo usato nel trattamento del cancro della tiroide che può essere trasferito al bambino attraverso il latte materno.
C’è da notare che allo stesso modo la prognosi per una gravida non è diversa da quella di una donna non incinta della stessa età con ugual tipo del tumore allo stesso stadio. Per alcuni tipi di cancro, però, la prognosi è peggiore per effetto  degli ormoni prodotti in gran quantità durante la gravidanza, avendo gli stessi un particolare potenziale sulla crescita e sulla diffusione della malattia.
            Come riferimento a quanto riportato, Salani R dell’Ohio State University Medical Center, Columbus e collaboratori hanno voluto fornire una rilevante panoramica della letteratura attuale nei riguardi della complessa associazione patologica del cancro in gravidanza, descrivendo le opzioni di gestione in rapporto alla salute materna e a quella del feto (Am J Obstet Gynecol.  2014; 211 (1):7-14).



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