Sport ed esercizio fisico per il benessere delle nazioni
Khan KM della Norwegian School of Sport Sciences, Oslo e collaboratori hanno pubblicato una revisione critica della letteratura sul ruolo della partecipazione ad attività sportive per migliorare lo stato di salute generale della popolazione, ribadendo l’importanza dei medici per la sua promozione (Lancet. 2012 Jul 7;380(9836):59-64). Gli Autori hanno, così, verificato che i dati auto-riportati sui tassi di partecipazione allo sport variavano in base al paese. Ad esempio, nel Regno Unito circa il 40% di uomini e donne di età compresa tra sedici anni o oltre partecipavano ad almeno uno sport ogni settimana. Pur tuttavia, pur nell’esiguità dei dati per valutare le tendenze per la partecipazione allo sport, non si rilevavano tra gli adulti prove di cambiamento negli ultimi dieci anni. Comunque, studi di coorte di grandi dimensioni suggerivano che tale partecipazione si associava a una riduzione del 20-40% di tutte le cause di mortalità, rispetto alla non attività. Favoriva anche il miglioramento dell’evoluzione delle malattie cardiovascolari, diabete, obesità, osteoporosi, con benefici anche nelle relazioni sociali. Studi clinici randomizzati e di crossover suggerivano, inoltre, che lo sport di gioco si associava a specifici benefici per la salute. Di certo, pur adottando programmi di formazione neuromuscolare, alcuni sport conducevano a un rischio relativamente elevato di lesioni. Importante era il rilievo che i medici, attraverso brevi interventi che promuovevano l'attività fisica, rivestivano un ruolo determinante nell’influenzare positivamente un gran numero di pazienti e che per alcuni pazienti fisicamente inattivi l'incoraggiamento verso la partecipazione allo sport si qualificava come terapia efficace basata sulle evidenze. Gli Autori concludevano, quindi, che l’esercizio potrebbe anche essere considerato come un quinto segno vitale da registrare nell’anamnesi e nelle cartelle cliniche dei pazienti.