La pratica sportiva in Europa e in Italia
Lo sport è in grado di fornire una miriade benefici fisici, psicologici, e anche sociologici. Soprattutto per i bambini rappresenta un divertimento per cui dà impulso a star bene con se stessi e a trascorrere lieti il tempo con i loro amici. Più in particolare, la partecipazione sportiva determina cambiamenti misurabili. Gli effetti migliorativi maggiori si ottengono, di fatto, sulla composizione corporea, sulla forza e funzione muscolare, sull’abilità neuromotoria, sulla salute delle ossa e su quella cardiovascolare. Anche la sensibilità all'insulina e i profili lipidici ematici si ottimizzano.
Purtroppo, si deve costatare che a tutto oggi in tutto il mondo non è radicata una sana cultura dello sport per tutte le età, sesso e condizioni socio-economiche. Esso è piuttosto divenuto un business, un settore. Bisogna anche riconoscere che i genitori, gli insegnanti, gli amministratori e gli stessi enti non diffondono e non alimentano la cultura dello sport come divertimento e soprattutto salute.
Certamente in tal modo è evidente che vengano trascurati i benefici fisici, fisiologici e sociologici dell’essere in forma con lo sport e l'esercizio e non solo sul piano fisico ma anche su quello mentale. Eppure è manifesto l’allarme sanitario che dovrebbe scattare per allontanare il sovrappeso, l'obesità, la sindrome metabolica e il prediabete e altre malattie non trasmissibili, sempre più incalzanti con tendenza epidemica in tutto il mondo.
Peraltro, bisogna sempre tenere a mente che la sedentarietà, senza raggiungere i requisiti minimi di attività fisica il giorno, equivale a condanna di morte non solo fisica ma anche intellettuale.
I principali risultati ottenuti da un questionario sullo sport dei cittadini dell’UE dall’Eurobarometro del marzo 2010, sono stati che:
- il 40% delle persone pratica sport almeno una volta la settimana,
- una netta maggioranza, il 65%, pratica una qualche forma di esercizio fisico almeno una volta la settimana, ma il 34% solo raramente o mai,
- in generale gli uomini seguono più sport ludici rispetto alle donne ma con disparità, particolarmente marcata, tra i 15-24 anni,
- l’entità dello sport tende a diminuire con l'età, ma il 22% degli ultrasettantenni continua a praticarlo,
- i cittadini del nord e dei Paesi Bassi, in generale, sono più fisicamente attivi, mentre quelli dei paesi del Mediterraneo e dei dodici nuovi membri tendono a praticare l’esercizio fisico meno della media,
- mentre l'attività fisica si svolge attraverso l’UE in una vasta gamma d’impostazioni formali, due terzi degli intervistati non sono iscritti in società o centri sportivi,
- il motivo più comune per cui si esercita l’attività è di migliorare la salute e in secondo luogo quello di migliorare la forma fisica, il riposo e il divertimento,
- una mancanza di tempo è di gran lunga il più comune dei motivi per cui non si pratica esercizio,
- tre quarti degli intervistati concorda sul fatto di avere possibilità per essere fisicamente attivi nella loro area, ma tale dato scende al 56% per quanto riguarda i dodici nuovi Stati membri,
- una parte significativa degli europei, il 7%, si dichiara disponibile per progetti sportivi locali.
Per quanto più riguarda gli italiani, i dati dall’indagine Multiscopo Istat rivelano che nel 2006 il 30,2% di essi praticava sport con continuità o saltuariamente, un altro 28,4% solo attività fisica, mentre il restante 41%g era del tutto sedentario. In particolare, circa 17.170.000 persone dichiaravano di praticare uno o più sport, il 20,1% con continuità e il 10,1% saltuariamente, mentre 16.120.000 svolgevano un’attività fisica, come passeggiare per almeno 2 km, nuotare, andare in bicicletta o altro. I sedentari ammontavano a oltre 23.300.000. I dati, peraltro, non erano gran che mutati nel 2009. Continuava a risultare, difatti, che la pratica sportiva interessava il 31,1 per cento dei cittadini dai tre anni e oltre con l’1,5% che praticava uno o più sport con continuità e il 9,6% in modo saltuario. Coloro che non praticavano sport, ma comunque svolgevano qualche attività fisica, come fare passeggiare per almeno due chilometri, nuotare, andare in bicicletta o altro, erano il 27,7% e i sedentari il 40,6%, per il 44,8% donne e per il 36,1% uomini.
Sulla base di questi dati, occorrerebbe, quindi, promuovere una maggiore sensibilizzazione sulle proprietà dell’attività fisica, soprattutto nei meriti del mantenimento della salute e della prevenzione delle malattie croniche, rimuovendo le incertezze e il disinteresse che si rilevano ancora nei meriti.