Sei qui: Notiziario AMEC Anno 2014 notiziario Febbraio 2014 N.2 PER UN APPROCCIO EFFICACE DI PREVENZIONE E CURA DELL’OBESITÀ - Italia a confronto con alcune nazioni europee per il sovrappeso e l’obesità

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notiziario Febbraio 2014 N.2 PER UN APPROCCIO EFFICACE DI PREVENZIONE E CURA DELL’OBESITÀ - Italia a confronto con alcune nazioni europee per il sovrappeso e l’obesità

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Indice
notiziario Febbraio 2014 N.2 PER UN APPROCCIO EFFICACE DI PREVENZIONE E CURA DELL’OBESITÀ
I guadagni in salute e aspettativa della vita alla nascita nell’Europa dei 27
Gli allarmanti aspetti dell’epidemiologia dell’obesità
Italia a confronto con alcune nazioni europee per il sovrappeso e l’obesità
Italiani adulti obesi nel 2012
Prevalenza dell’obesità negli Stati Uniti e sua correlazione con la funzione lavorativa
Anche i medici e le infermiere devono essere più accorti all’aumento del peso
Le strategie pratiche professionali nella cura dell’obesità
Le raccomandazioni 2012 dell’USPSTF sull’obesità degli adulti
Le linee guida 2013 AHA/ACC per la gestione negli adulti del sovrappeso/obesità
Programmi commerciali e sanitari a confronto per il calo del peso
Strategie di successo per la perdita di peso e per il suo mantenimento
Sessioni pratiche culinarie unite alla didattica per combattere l’obesità
Interventi efficaci sullo stile di vita anche nell’obesità grave
La gestione dell’obesità nelle cure primarie
Tutte le pagine

Italia a confronto con alcune nazioni europee per il sovrappeso e l’obesità

Negli stati membri dell'UE i ragazzi di quindici anni tendono a segnalare l'eccesso di peso più spesso rispetto alle ragazze e nel 2009-10 uno su sei, contro una su dieci, ha riferito di essere obeso o in sovrappeso. Peraltro, più del 15% degli adolescenti dell'Europa meridionale, come Grecia, Italia, Portogallo e Spagna, ma anche in Croazia, in Islanda, in Lussemburgo e in Slovenia riportava di essere in sovrappeso o obeso. Invece, meno del 10% dei bambini della Lettonia e della Lituania, come pure della Danimarca, della Francia e dei Paesi Bassi, segnalava il sovrappeso o l’obesità.
 

Comunque, la percezione dei ragazzi e delle ragazze di avere problemi di peso differiva spesso da quanto riferito. Il 40% delle ragazze e il 22% dei ragazzi di quindici anni degli Stati membri dell'UE pensavano, difatti, di essere troppo grassi. Inoltre, vi era anche una chiara associazione tra i problemi del peso e i comportamenti adottati per ridurlo. In effetti, il 22% delle ragazze e il 9% dei ragazzi riferivano di impegnarsi in comportamenti di controllo. Ciò corrispondeva a un tasso doppio nelle ragazze, rispetto ai ragazzi. Particolare interesse rivestiva, peraltro, il dato che i giovani, che riferivano di essere in sovrappeso, erano più inclini a saltare la colazione del mattino, a essere meno attivi fisicamente e a trascorrere più tempo a guardare la televisione. I tassi del peso in eccesso, in ogni modo, sono aumentati leggermente negli ultimi dieci anni nella maggior parte degli Stati membri dell'UE.

In effetti, i tassi medi rilevati di sovrappeso e obesità sono aumentati tra il 2001-02 e il 2009-10 dallo 11% al 13% tra i ragazzi di quindici anni. Il più grande aumento durante il periodo di otto anni con più del 5% è stato riscontrato nella Repubblica ceca, nell’Estonia, in Polonia, in Romania e in Slovenia. Solo la Danimarca e il Regno Unito, tra il 2001-02 e il 2009-10, hanno fatto segnalare eventuali riduzioni significative nella percentuale del sovrappeso o dell’obesità all'età di quindici anni, anche se con limitazioni della certezza dei dati.
Per l’appunto nei riguardi dei ragazzi dei Paesi europei, Candace Currie dell’University of St Andrews, United Kingdom (Scotland) con i risultati dell'indagine del loro rapporto 2009/2010 HBSC (Health Behaviour In School-Aged Children), che si concentravano sulle determinanti demografiche e sociali della salute dei giovani, hanno riportato le analisi statistiche delle differenze significative identificate nella prevalenza degli indicatori sanitari e sociali per genere, classe di età e livelli di benessere familiare (international report from the 2009/2010 survey. Copenhagen, WHO Regional Office for Europe, 2012 (Health Policy for Children and Adolescents, No. 6). L'obiettivo era di fornire una base statistica sistematica, rigorosa, che descrivesse i modelli transnazionali in termini di grandezza e di direzione delle differenze tra i sottogruppi.
Le evidenze, raccolte nel corso degli ultimi due decenni, mostravano che le circostanze sociali svantaggiate si associavano con un aumento dei rischi per la salute. Pur tuttavia, la commissione OMS sulle Determinanti Sociali della Salute affermava che la stragrande maggioranza delle disuguaglianze nella salute all'interno dei paesi europei poteva essere evitata. Si ribadiva, nello stesso tempo, che i giovani, come gruppo di popolazione nelle statistiche sulla salute, erano spesso trascurati, essendo aggregati con i bambini più piccoli o con i giovani adulti. Ne derivava la raccomandazione a una maggiore attenzione per un'azione preventiva che potesse trasformare questa età vulnerabile in un'epoca di opportunità. In generale, il rapporto precisava che i giovani dell’Europa godevano di una salute e di uno sviluppo migliori rispetto al passato, senza, però, riuscire a raggiungere il loro pieno potenziale. Tutto ciò condizionava risvolti di notevoli costi sociali, economici e umani e di ampie variazioni di benessere. Peraltro, secondo i rapporti di Candace Currie elaborati in diversi momenti, la percentuale dei giovani di quindici anni in sovrappeso era variata dal 14% del 2004 al 17% del 2008, per rimanere stabile a tale valore nel 2012.
A tale proposito e, quindi, al fine di comprendere l'andamento dell'epidemia in questo gruppo di popolazione e di consentire raffronti tra i vari paesi all'interno della Regione Europea, gli organismi sanitari preposti hanno mirato più recentemente a misurare routinariamente le tendenze in sovrappeso e in obesità dei bambini.
Sulla scia di quanto sopra riportato, T. M. A. Wijnhoven della World Health Organization Regional Office for Europe, Copenhagen Ø, Denmark e collaboratori, hanno voluto fornire un quadro unico sul sovrappeso e sull'obesità dei bambini dai sei ai nove anni di dodici paesi europei, in base ai pesi e alle altezze, misurati utilizzando una metodologia armonizzata di sorveglianza (Pediatric Obesity, 2013, 8 (2) s. 79-97).
Il metodo utilizzato dagli Autori consentiva di effettuare validi confronti multipli dei dati raccolti nel 2007/2008 dai dodici paesi presi in considerazione, compresa l’Italia, dimostrando ampie variazioni nelle stime di prevalenza del sovrappeso e dell’obesità tra i bambini della scuola primaria. Erano inclusi nelle analisi 168.832 bambini con tasso di partecipazione scolastica di oltre il 95%, ottenuto in otto dei dodici paesi. L’arresto della crescita, il sottopeso e la magrezza erano riscontrati raramente. I ragazzi erano in sovrappeso dal 19,3 al 49,0% e le ragazze dal 18,4 al 42,5%. La prevalenza dell’obesità variava dal 6,0 al 26,6% nei ragazzi e dal 4,6 al 17,3% nelle ragazze. I confronti multinazionali suggerivano la presenza di un gradiente nord-sud con il più alto livello del sovrappeso nell'Europa meridionale.
In conclusione, il sovrappeso nei bambini dai sei ai nove anni era un serio problema di salute pubblica e la sua variazione in tutta la Regione europea dipendeva molto dal paese di origine.

           
Per quanto riguarda gli adulti, la prevalenza mondiale dell’obesità è quasi raddoppiata tra il 1980 e il 2008.
L’OECD Health Data 2012 Eurostat Statistics Database, WHO Global Infobase, riportava che nelle ultime stime degli adulti dei Paesi dell'Unione Europea il sovrappeso colpiva dal 30 al 70% e l’obesità dal 10 al 30%.  Inoltre, in Europa, già nel 2008 oltre il 50% degli uomini e delle donne erano in sovrappeso ed erano obesi circa il 23% delle donne e il 20% degli uomini.
In Italia nel 2000 la prevalenza dell’obesità raggiungeva valori percentuali dello 8,6%, mentre nel 2010 arrivava a toccare il 10,3%.
Oramai, comunque, è ampiamente noto che l'obesità costituisce la porta d’ingresso per molte altre malattie non trasmissibili. In effetti, il peso corporeo in eccesso rappresenta un più alto rischio d’ipertensione, di dislipidemia, d’ictus, di apnea del sonno. Contribuisce anche a promuovere condizioni debilitanti, come l’artrosi, i disturbi respiratori, le malattie della colecisti, l’infertilità e i problemi psico-sociali con la conseguente riduzione della qualità della vita.

Nella maggior parte dei paesi europei il sovrappeso e l’obesità sono, difatti, riconosciuti responsabili negli adulti dell’80% circa dei casi di diabete di tipo 2, del 35% di quelli della cardiopatia ischemica e del 55% di quelli della malattia ipertensiva. È chiaramente doveroso e imperativo, quindi, che la lotta contro l'obesità sia condotta in forma immediata e prioritaria. Solo l’adozione di strategie opportunamente gestite per prevenirla potrà, di certo, bloccare la sua continua insidia alla salute.



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