Sei qui: Notiziario AMEC Anno 2014 notiziario Febbraio 2014 N.2 PER UN APPROCCIO EFFICACE DI PREVENZIONE E CURA DELL’OBESITÀ - Interventi efficaci sullo stile di vita anche nell’obesità grave

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notiziario Febbraio 2014 N.2 PER UN APPROCCIO EFFICACE DI PREVENZIONE E CURA DELL’OBESITÀ - Interventi efficaci sullo stile di vita anche nell’obesità grave

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Indice
notiziario Febbraio 2014 N.2 PER UN APPROCCIO EFFICACE DI PREVENZIONE E CURA DELL’OBESITÀ
I guadagni in salute e aspettativa della vita alla nascita nell’Europa dei 27
Gli allarmanti aspetti dell’epidemiologia dell’obesità
Italia a confronto con alcune nazioni europee per il sovrappeso e l’obesità
Italiani adulti obesi nel 2012
Prevalenza dell’obesità negli Stati Uniti e sua correlazione con la funzione lavorativa
Anche i medici e le infermiere devono essere più accorti all’aumento del peso
Le strategie pratiche professionali nella cura dell’obesità
Le raccomandazioni 2012 dell’USPSTF sull’obesità degli adulti
Le linee guida 2013 AHA/ACC per la gestione negli adulti del sovrappeso/obesità
Programmi commerciali e sanitari a confronto per il calo del peso
Strategie di successo per la perdita di peso e per il suo mantenimento
Sessioni pratiche culinarie unite alla didattica per combattere l’obesità
Interventi efficaci sullo stile di vita anche nell’obesità grave
La gestione dell’obesità nelle cure primarie
Tutte le pagine

Interventi efficaci sullo stile di vita anche nell’obesità grave

Negli ultimi anni sembrerebbe che la prevalenza dell’obesità e quella del lieve sovrappeso abbiano incominciato a stabilizzarsi, mentre quella della forma grave con BMI ≥ 40 kg/m2 continui ad aumentare con percentuali del 52% in cinque anni. In effetti, le categorie estreme della malattia rappresentano il segmento in più rapida crescita nella popolazione in sovrappeso, proponendo un problema significativo sempre più oneroso per l’individuo e la collettività. Purtroppo, poi, l'obesità severa è, invero, associata con una prevalenza significativamente più alta delle condizioni di comorbidità, tra cui il diabete, ma anche con i risultati dei tassi di mortalità più elevati. Per queste ragioni sono in continuo movimento serie di studi e di promozioni per offrire le opzioni più adeguate ed efficaci di trattamento. Ciò in contrapposizione con la cultura del non tanto remoto passato per cui i grandi obesi erano esclusi dalla maggior parte degli studi clinici per la perdita di peso per i criteri legati all’alto BMI e / o ad altre condizioni di comorbidità. Inoltre, nonostante la mancanza di prove empiriche, era suggerito da più parti che questa popolazione non potesse essere efficacemente trattata con gli interventi sullo stile di vita. In questo periodo, invece, la chirurgia bariatrica, ormai, si propone come l'approccio terapeutico raccomandato per gli individui con l’obesità grave, una volta che abbiano fallito gli altri metodi meno invasivi. Pur tuttavia, la chirurgia rimane una procedura limitata, essendo sempre gli interventi di stile di vita il trattamento principale, di cui continuano gli studi per dimostrarne l’efficacia. Peraltro, il diabete, associato comunemente all’obesità grave, purtroppo può rendere ancor più difficile in tali casi la perdita del peso.
Jessica L. Unick della Miriam Hospital and Brown Medical School, Providence, Rhode Island e collaboratori hanno voluto esaminare l'effetto di un ILI (intensive lifestyle intervention) sulla perdita di peso, sul rischio di CVD (cardiovascular disease) e sull'adesione al programma nei soggetti con diabete di tipo 2 che erano gravemente obesi, rispetto ai gruppi in sovrappeso con BMI da 25 a <30 kg/m2, obesi in classe I con BMI dai 30 a <35 kg/m2) e in classe II con BMI dai 35 a <40 kg/m2 (Diabetes Care October 2011 vol. 34 no. 10 2152-2157.)
I partecipanti dello studio Look Ahead (Action for Health in Diabetes) erano randomizzati a supporto del gruppo ILI di 2.503 partecipanti di età di 58,6 ± 6,8 anni o di quello DSE (diabetes support and education). Questi ultimi ricevevano un intervento educativo meno intenso, mentre i primi un trattamento comportamentale intensivo per aumentare l'attività fisica e ridurre l'apporto calorico.
A un anno gli obesi gravi del gruppo ILI perdevano -9,04 ± 7,6% del peso corporeo iniziale, significativamente maggiore (p <0,05) rispetto ai partecipanti in sovrappeso dello stesso gruppo (-7,43 ± 5,6%) e in modo paragonabile agli obesi della classe I (-8,72 ± 6,4%) e II (-8,64 ± 7,4%). A un anno tutti i gruppi di BMI riscuotevano miglioramenti comparabili in fitness, attività fisica, colesterolo LDL, trigliceridi, pressione arteriosa, glicemia a digiuno e HbA1c.

La partecipazione alle sessioni del trattamento ILI era eccellente e non differiva tra le categorie di peso, essendo con p = 0,43 pari allo 80% negli obesi gravi e allo 83% negli altri.
In conclusione, gli obesi gravi del gruppo ILI dimostravano un’aderenza, una percentuale di perdita di peso e un miglioramento del rischio di malattie cardiovascolari simili agli altri partecipanti allo studio, proponendo per questa popolazione con forza i programmi della perdita di peso, come opzione efficace.



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