Programmi commerciali e sanitari a confronto per il calo del peso
Un dato ormai acquisito nella terapia dell’obesità è che, se anche la maggior parte dei trattamenti permette di raggiungere un calo ponderale più o meno soddisfacente, in seguito, entro i cinque anni, nella maggior parte dei casi si osserva il ripristino dell’aumento del peso.
Negli ultimi anni una gran parte di persone, soprattutto dei paesi più sviluppati, ha scelto un programma di perdita di peso professionale o commerciale. A tale riguardo, bisogna considerare che quasi tutti quelli commerciali possono ottenere un successo, ma solo se motivano a sufficienza la persona, in modo da farle cambiare effettivamente lo stile di vita con la dieta e l’esercizio fisico giornaliero.
È molto importante, a tal fine, che l’obeso raggiunga la consapevolezza dell’evidenza scientifica che anche il modesto calo ponderale del 10% e forse anche del 5% controlla e migliora la maggior parte delle complicanze dell'obesità.
È da notare, tuttavia, che l’obeso tende spesso a seguire i programmi fai da te. Il TOPS, ad esempio, fondato nel 1948, aiuta a perdere peso in modo responsabile, sensibile, limitando l’introito delle calorie. Il principio su cui si basa è nell’affermazione che i cibi giusti si possono mangiare in buona quantità. In effetti, ciò che è importante sono le calorie che si assumono. L’Eating Disorders Anonymous è, invece, un gruppo Internazionale fondato nel 2000, composto di uomini e donne che condividono la loro esperienza, forza e speranza per la soluzione dei loro problemi comuni. Si pone, tra l’altro, anche l’obiettivo di recuperare gli altri dai loro disturbi alimentari, sostenendo la sana alimentazione.
I programmi non clinici, invece, rispondono a iniziative commerciali, molto popolari. Sono strutturati dalla società madre e basati su incontri settimanali gestiti da professionisti di diversa formazione con l’ausilio d’illustrazioni, d’istruzioni, in collaborazione con gli operatori sanitari.
Ad esempio, la dieta Weight Watchers, ideata negli anni sessanta, riguarda un’organizzazione internazionale diffusa in molti Paesi del mondo. Essa si basa su un sistema di punteggi mirati a soddisfare i fabbisogni giornalieri dell’individuo. La sua filosofia centrale consiste in un programma scientifico che aiuta a perdere peso attraverso lo sviluppo dei corretti comportamenti alimentari. L’esercizio fisico quotidiano e la partecipazione ai gruppi di supporto costituiscono gli elementi necessari di accompagnamento.
Pur tuttavia, quasi tutti i programmi commerciali della perdita del peso possono funzionare, ma solo se si motivano a sufficienza le persone a cambiare lo stile di vita nei riguardi della dieta e dell’attività fisica. Peraltro, pur essendo popolari per la loro pronta disponibilità, la loro efficacia è difficilmente valutabile per l’esiguità degli studi statistici e per l’alta percentuale delle rinunzie. I medici di famiglia, dal loro canto, spesso assistono i loro pazienti, aiutandoli a scegliere quei programmi con le diete a basso contenuto di grassi e con l’enfasi dell'attività fisica.
Inoltre, il proprio medico di fiducia può consigliare i programmi adeguati e aiutare a ottenere, come obiettivo sensibile, la perdita di peso. In caso di una dieta molto ipocalorica, è, comunque, doveroso che essa sia esaminata e monitorata da un medico. Peraltro, lo stesso, in via preliminare, deve assicurarsi, in ogni caso, che una dieta, anche se ipocalorica, sia sicura. Per questo deve includere tutte le RDA (Recommended Daily Allowance) di vitamine, minerali e proteine. In generale, per la maggior parte delle donne è consigliabile una dieta dalle 1.000 alle 1.200 calorie il giorno e per gli uomini una tra le 1.200 e le 1.600. Il programma, peraltro, dovrebbe favorire una lenta, costante perdita del peso, salvo altre indicazioni del medico. Generalmente è auspicabile un calo del peso corporeo di un solo chilo la settimana, dopo la prima e la seconda. Peraltro, bisogna ricordare che la perdita rapida, iniziale del peso va attribuita, generalmente in gran parte, all’eliminazione dei liquidi.
Jolly K dell’University of Birmingham e collaboratori, per valutare l'efficacia di una serie di programmi di perdita di peso, hanno compiuto uno studio randomizzato e controllato di otto bracci su 740 uomini e donne obesi, o in sovrappeso, con comorbidità, identificati dai registri della medicina generale (BMJ. 2011 Nov 3;343:d6500). I programmi della durata di dodici settimane erano tre commerciali (Weight Watchers, Slimming World, Rosemary Conley) e altri tre di consulenza sanitaria (dietista, medico generale, farmacista). Il gruppo di confronto otteneva dodici voucher per l'ingresso gratuito a un centro locale ricreativo di fitness.
L'endpoint primario era la perdita di peso a fine ciclo delle dodici settimane. I secondari erano la perdita del peso a un anno, l'attività fisica auto riferita e la perdita del peso percentuale alla fine del programma e a un anno.
Al follow-up erano disponibili i dati dello 88,9% dei partecipanti, pari a 658 soggetti, e a un anno del 70,5%, pari a 522 persone. Alla fine del programma si registrava una significativa perdita del peso, rispetto al basale, dagli 1,37 kg della medicina generale ai 4,43 del Weight Watchers. Peraltro, tutti, tranne quelli della medicina generale e della consulenza del farmacista, comportavano in un anno la perdita significativa del peso dagli 0.7 ai 3,5 kg.
A un anno, però, solo il gruppo del Weight Watchers segnava con i 2,5 kg di perdita media di peso il risultato significativamente maggiore rispetto al gruppo di confronto (intervallo di confidenza 95% 0,8-4,2). Comunque, i programmi commerciali promuovevano al termine un calo del peso con differenza media di 2,3 kg (1,3-3,4), significativamente maggiore di quello dell’assistenza primaria.
Peraltro, i programmi di assistenza primaria si dimostravano i più costosi. I partecipanti, assegnati a un braccio di scelta di un programma, non avevano, inoltre, risultati migliori rispetto a quelli assegnati casualmente.
In conclusione, secondo questi dati, i servizi di controllo del peso disponibili in commercio sarebbero più efficaci e meno costosi dei servizi di assistenza primaria, basati e guidati dal personale specializzato. Tutto ciò è probabilmente possibile per il supporto intensivo e incentivante offerto dai primi, come forza di gruppo in sessioni settimanali a sostegno della motivazione e del cambiamento comportamentale. Comunque, anche nella differenziata enfasi, adottata dai vari interventi sull’attività fisica, tutti i gruppi dimostravano un certo aumento dell'attività fisica.
Dal loro canto, invece, Adam G. Tsai dell’University of Colorado School of Medicine e collaboratori, sempre nell’intento di confrontare l'efficacia dell’intervento per la perdita di peso di un programma popolare commerciale con quella di uno clinico, hanno svolto uno studio randomizzato su quarantasei obesi con indice di massa corporea ≥ 30 kg/m2, senza complicazioni gravi (Journal of Primary Care & Community Health October 2012 vol. 3 no. 4 251-255.). In tal modo, ventitré partecipanti ottenevano un voucher per partecipare al programma Weight Watchers per diciassette settimane. Altri ventitré lo ottenevano per seguire quello clinico che forniva dodici visite oltre diciassette settimane e la possibilità di aumentare la perdita del peso, utilizzando sia sostituzioni dei pasti sia farmaci anorettizzanti. L'endpoint primario era costituito dal cambiamento del peso. Il gruppo del programma clinico perdeva -4,0 ± 1,2 kg, rispetto ai -0,4 ± 1,1 di quelli assegnati al programma commerciale (P = .04 per la differenza). Le perdite di peso nel braccio clinico erano 3,2 kg per i dieci soggetti con i pasti sostituti e 5,0 kg per i tredici con fentermina.
In conclusione, in questo studio il programma clinico per la perdita di peso era più efficace che quello popolare commerciale.