I disturbi gastrointestinali dell’obeso
G. D. Eslick dell’University of Sydney, ritenendo poco descritta in letteratura l'associazione tra l’obesità e gli specifici sintomi gastrointestinali, ha condotto una metanalisi per determinare la loro prevalenza nella malattia (Obes Rev. 2012 May;13(5):469-79). L’Autore ha, così, utilizzato i dati dei database MEDLINE, EMBASE PubMed e Current Contents dal 1950 al novembre 2011, relativi a tutti gli studi che valutavano i sintomi gastrointestinali nei casi di aumentato indice di massa corporea. Nel complesso le associazioni significative tra i sintomi gastrointestinali e l'aumento della BMI erano rilevate come: dolore addominale superiore (odds ratio [OR] = 2.65, intervallo di confidenza al 95% [IC]: 1,23-5,72), reflusso gastroesofageo (OR = 1.89, 95% IC: 1.70 -2,09), diarrea (OR = 1.45, 95% IC: 1,26-1,64), dolore al torace / bruciore di stomaco (OR = 1.74, 95% IC: 1,49-2,04), vomito (OR = 1.76, 95% IC: 1,28-2,41), conati di vomito (OR = 1.33, 95% IC: 1,01-1,74), evacuazione incompleta (OR = 1.32, 95% IC: 1,03-1,71). Tuttavia, non si rilevavano associazioni significative per: tutti i dolori addominali, i dolori al basso ventre, il gonfiore, la costipazione / feci dure, l’incontinenza fecale, la nausea, il blocco anale. In aggiunta, si ricavava una serie di altri sintomi gastrointestinali che non avevano alcuna relazione con l'obesità.
In conclusione, sulla base dei suoi risultati, l’Autore suggeriva una maggiore attenzione sui sintomi gastrointestinali associati con l'obesità, considerando che la conoscenza della fisiopatologia nei meriti rappresentava, di certo, un importante passo per la gestione clinica di questi pazienti.