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notiziario Ottobre 2011 N°9 - VITAMINA “D” E SUOI EFFETTI CARDIOVASCOLARI - Vit. “D” e preipertensione

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Indice
notiziario Ottobre 2011 N°9 - VITAMINA “D” E SUOI EFFETTI CARDIOVASCOLARI
Modalità con cui la Vit. “D” può ridurre il rischio cardiovascolare
Tenore di calcio nella dieta, pressione arteriosa e altro
Vitamina “D”, ormone paratiroideo e pressione sanguigna
Supplementazione di Vit. “D” e pressione arteriosa
Vit. “D” e funzione endoteliale
L’insufficienza di Vit. “D” causa nel tempo l’ipertensione?
Vit. “D” e preipertensione
Vit. “D” e ipertensione
Livelli di Vit. “D” inversamente associati all’ipertensione
Vit. “D” e ipertensione negli individui di colore
Deficit di vit. “D” e fattori di rischio cardiovascolare
Alto il rischio cardiovascolare se la Vit. “D” sierica è bassa
Supplementazione di Vit. “D” e/o calcio e rischio cardiovascolare
Supplementi di Vit. “D” e mortalità nelle anziane
Tutte le pagine

Vit. “D” e preipertensione

Sabanayagam C e collaboratori dell’University School of Medicine, Morgantown, USA, hanno esaminato i dati del 3rd National Health and Nutrition Examination relativi a 9.215 soggetti oltre i 20 anni, donne nel 53,5%, senza ipertensione e segni clinici di malattia cardiovascolare (Kidney Blood Press Res. 2011 Sep 21;35(2):106-113). Gli autori hanno analizzato i livelli di vitamina “D” sierica, come quartili. La pre-ipertensione, condizione in cui gli sforzi di prevenzione primaria sono molto raccomandati per ritardare o prevenire l'insorgenza d’ipertensione, è stata definita in 3712 partecipanti come pressione sistolica dai 120 ai 139 mmHg o diastolica dagli 80 agli 89 mmHg. La bassa vitamina si associava con la preipertensione, indipendentemente da potenziali fattori confondenti, tra cui l’IMC (indice di massa corporea), il colesterolo sierico, la proteina C-reattiva e la velocità stimata di filtrazione glomerulare. Rispetto al più alto quartile di vitamina, considerato come referente, l'odds ratio (intervallo di confidenza 95%) di preipertensione, associato al quartile più basso, era 1,48 (1,16-1,90, p trend <0,0001). Quest’associazione si manteneva anche nelle analisi dei sottogruppi di sesso, razza, etnia e IMC.



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