Gli alimenti con antiossidanti prevengono il danno tessutale
La lacrima di Giobbe (Coix lacryma-jobi) è una pianta tropicale appartenente alla famiglia delle graminacee, molto apprezzata come integratore alimentare. Il suo consumo porta a ridurre efficacemente il colesterolo, i trigliceridi e le LDL, mentre aumenta le HDL, abbassa i lipidi del fegato, previene la steatosi epatica e aumenta l'escrezione lipidica. Il grano saraceno (Fagopyrum esculentum) contiene, invece, grandi quantità di proteine, amidi e vitamine. Le proteine consistono in aminoacidi ben equilibrati, di alto valore biologico, per cui il composto si dimostra un integratore eccellente. Inoltre, il grano saraceno più di molte altre piante è costituito da rutina, dotata di attività antiossidante, antiemorragica e con proprietà di protezione dei vasi sanguigni. L’orzo (Hordeum spp.), per suo conto, grazie ai suoi composti bioattivi, come i β-glucani, sta guadagnando un rinnovato interesse come ingrediente per gli alimenti funzionali. Esso mostra un’ampia variabilità genetica tra le cultivar. Peraltro, un’importante caratteristica genetica è la presenza di diversi genotipi nel rapporto amilopectina-amilasi. L’orzo glutinoso (GB), per sua caratteristica, contiene anche delle fibre solubili, che possono rivestire interesse nel metabolismo glucidico e lipidico.
Ormai, diversi studi hanno dimostrato che i cereali integrali sono nutrizionalmente comparabili, o addirittura superiori al riso bianco (WR). Essi contengono anche micronutrienti, come la vitamina E, l’acido folico, gli acidi fenolici, lo zinco, il ferro, il selenio, il rame, il manganese, i carotenoidi, la betaina, la colina, gli aminoacidi solforati, l’acido fitico, le lignine, i lignani e gli alchilresorcinoli. Tutti composti che hanno potenzialità di effetti antiossidanti. Tuttavia, la frazione della crusca, per effetto del germe rilasciato durante la lavorazione dei cereali, gioca un ruolo più importante.
In definitiva, i cereali integrali tendono complessivamente a migliorare lo stato antiossidante degli animali. Questo effetto sembra essere più pronunciato specialmente nelle condizioni di stress ossidativo, come in caso di diete ricche di grassi o in caso d’ipercolesterolemia e in topi carenti di Apo E.
Jung Yun Kim della Bucheon University – Korea e collaboratori hanno voluto esaminare se quattro grani, tra cui l’adlay (AD), il grano saraceno (BW), l’orzo glutinoso (GB) e il riso bianco (WR) potessero influenzare nei ratti la durata della persistenza del cibo nel tratto gastrointestinale e l'attività degli enzimi epatici (Nutr Res Pract. 2012 June; 6(3): 208–212). I ratti erano mantenuti, per indurre l'obesità, per quattro settimane con una dieta ricca di grassi sulla base AIN-93G (American Institute of Nutrition-93), contenente l’1% di colesterolo e il 20% di lipidi alimentari. Quaranta ratti maschi erano suddivisi in quattro gruppi e cresciuti per quattro settimane con una dieta contenente uno dei cereali.
Corrispondentemente al contenuto delle fibre alimentari dei grani sperimentali, il tempo di transito intestinale era più corto nei ratti nutriti con GB e aumentava nell'ordine con il BW, l’AD e il WR, alimento base dei coreani. Inoltre, il più breve tempo di transito accumulato si verificava nel gruppo GB. Il tempo di transito intestinale influenzava l'aumento di peso e il maggiore peso degli organi, perché strettamente legati all'assorbimento delle sostanze nutritive. Il livello della TBARS (thiobarbituric acid reactive substance) nel fegato era maggiore nei ratti alimentati con WR, AD, BW e GB, indicando che gli altri grani diminuivano lo stress ossidativo in vivo più del WR. I livelli del glutatione, della glutatione perossidasi e della glutatione S-transferasi nei gruppi AD, BW e GB erano significativamente più alti, rispetto a quelli del gruppo WR.
In conclusione, la riduzione del tempo di transito intestinale era implicata nel ridurre l'incidenza del cancro al colon, come testimoniato dalle popolazioni che consumano diete ricche di fibre. I cereali integrali come l’AD, il BW e il GB potevano, infatti, contribuire a una significativa fornitura di antiossidanti per prevenire lo stress ossidativo, se consumati in grandi quantità. Le fibre e i composti fenolici dietetici, presenti in grande quantità nei cereali integrali, stimolavano, di fatto, la digestione, migliorando le attività degli enzimi e la secrezione degli acidi biliari.