Alimentazione, composizione corporea e malattia arteriosa periferica
Diana P. Brostow dell’University of Minnesota – USA e collaboratori, considerando che i dati disponibili suggerivano che le strategie di trattamento su base nutrizionale avevano il potenziale sostanziale per ridurre l'onere dei costi economico-sociali della malattia arteriosa periferica (PAD), hanno voluto ribadire i risultati degli studi prospettici e trasversali sull’associazione tra obesità addominale e PAD, relativa alla bassa assunzione dei folati e alla riduzione della sintesi di vitamina D (Nat Rev Cardiol. 2012 Nov;9(11):634-43). Peraltro, uno scarso numero di studi clinici aveva dimostrato che nei pazienti con PAD l'aumento di assunzione di niacina e delle fibre insolubili si potesse associare a una diminuzione dei livelli del colesterolo LDL e dei biomarcatori trombogenici, così come a un aumento dei livelli sierici del colesterolo HDL.
La vitamina B12 e il 5-metiltetraidrofolato, substrato dei folati, sono cofattori per la metionina sintetasi che catalizza la conversione dell’omocisteina in metionina. La carenza di queste sostanze potrebbe, quindi, produrre un disturbo nell’omeostasi dell’omocisteina con suo conseguente accumulo e, quindi iperomocisteinemia e aumento del rischio di PAD. La metilenetetraidrofolato reduttasi è necessaria per la conversione dei substrati dei folati. La variante Cys667Thr dell'enzima ha un’efficienza catalitica ridotta, per cui la sua presenza potrebbe portare anche alla rottura dell’omeostasi dell’omocisteina e possibilmente aumentare il rischio di PAD. Tale malattia, com’è ben noto, è causa del dolore e del disagio del cammino PAD con limitazione della capacità di autonomia del paziente che incrementa le sue abitudini sedentarie con confinamento in casa o in istituto. Questo stile di vita, a sua volta, riduce la frequenza e la durata dell’esposizione al sole con possibile produzione di un circolo vizioso di auto-rafforzamento della carenza della vitamina “D”. Risulterebbe, così, una più accentuata anomalia nell’assorbimento del calcio, un più accentuato iperparatiroidismo con un più spiccato dolore e disagio alle gambe. La carenza di vitamina D, causata dall’inadeguata esposizione solare, dalla deficiente dieta alimentare, o da entrambi, potrebbe essere causa, peraltro, degli aberranti percorsi del metabolismo del calcio e della mineralizzazione delle ossa. Queste irregolarità possono portare anche ad alterazioni nella funzione delle cellule della muscolatura liscia arteriosa e promuovere la deposizione di calcio sulle pareti arteriose con consequenziale rigidità e aumento del rischio di aterosclerosi.
Tuttavia, poche prove esistono riguardo al miglioramento di questi pazienti con gli antiossidanti, le vitamine B 6 e B 12, o gli integratori degli acidi grassi essenziali. Nel complesso, sono scarsi i dati degli effetti della nutrizione e la composizione corporea sul rischio, la progressione e la prognosi della PAD.