Consumo di pesce e depressione
Albanese E del King's College London e collaboratori per altro verso si sono proposti di valutare l'associazione in sette paesi del mondo a basso e medio reddito tra il consumo di pesce e la depressione della tarda età, utilizzando un protocollo standard (PLoS One. 2012;7(6):e38879. Epub 2012 Jun 19).
Gli Autori hanno usufruito dei dati trasversali degli studi di coorte 10/66 e applicato due criteri diagnostici per la depressione della tarda età. Hanno, così, valutato l'associazione tra le categorie di consumo di pesce settimanale e la depressione secondo i punteggi della scala dei sintomi depressivi dell’ICD-10 e dell'EURO-D con regolazione per i fattori confondenti pertinenti. Tutti i sondaggi sono stati effettuati a Cuba, Repubblica Dominicana, Venezuela, Perù, Messico, Cina e India, campionando più di 15.000 residenti in comunità di adulti più anziani oltre i sessantacinque anni. Utilizzando i modelli di Poisson, l'associazione corretta tra le categorie di consumo di pesce e la depressione ICD-10 risultava positiva in India (p per trend = 0,001), era inversamente proporzionale in Perù (p = 0,025) e non significativa in tutti gli altri paesi. Si riscontrava anche un'associazione lineare inversa tra il consumo di pesce e le categorie di punteggio EURO-D solo a Cuba (p per trend = 0.039) e in Cina (p <0,001), mentre non vi era significatività in tutti gli altri paesi. L'eterogeneità dei paesi era, peraltro, caratterizzata sia per i criteri dell’ICD-10 (I (2)> 61%) sia per quelli dell’EURO-D (I (2)> 66%). In conclusione, secondo gli Autori, in una grande campionatura di anziani l’associazione del consumo di pesce con la depressione varierebbe notevolmente da paese a paese, ma anche in rapporto alla diagnosi della malattia e troverebbe spiegazione nelle variabili socio-demografiche e dello stile di vita.