Livelli di vit. “D” e rischio di malattie cardiometaboliche
D’altro canto, Parker J e coll. dell’University of Warwick, United Kingdom, con lo scopo di valutare l'associazione tra i livelli di 25OHD con le patologie cardiometaboliche, tra cui le malattie cardiovascolari, il diabete e la sindrome metabolica, hannoanch’essi effettuato una revisione sistematica della letteratura corrente nei meriti. Hanno, di fatto, voluto stimare il rischio di sviluppare disturbi cardiometabolici in rapporto alle concentrazioni più alte e più basse di vitamina serica (Diabetes Metab Res Rev. 2009 Jul;25(5):417-9). Hanno, quindi, identificato 28 studi da 6.130 referenze comprendenti 99.745 partecipanti. Gli AA. hanno, così, rilevato che i livelli elevati di 25OHD serica si associavano con una riduzione del 43% di disturbi cardiometabolici [OR 0,57, 95% (IC 0,48-0,68)]. In particolare, gli alti livelli di vitamina erano associati a una sostanziale diminuzione delle malattie cardiovascolari, diabete di tipo 2 e sindrome metabolica nella popolazione di mezza età e negli anziani. Degno di nota è che se tale rapporto si dovesse rivelare reale, assumerebbero importanza gli interventi mirati alla carenza di vitamina “D” nella popolazione adulta per poter efficacemente rallentare l'epidemia in corso delle patologie cardiometaboliche.