Ipovitaminosi “D” e scompenso
Eisen HJ e collaboratori della Drexel University, Philadelphia, PAhanno presentato all’Heart Failure Society of America 2010 Scientific Meeting i risultatidi un loro studio di 13.131 persone di età superiore ai 35 anni, arruolati dal NHANES 3 (Terzo National Health and Nutrition Esame Survey) e seguiti in media per otto anni, relativo ai rapporti tra carenza di vitamina “D” e mortalità in scompenso cardiaco (2010 Scientific Meeting; September 14, 2010; San Diego). I livelli serici molto bassi di vitamina “D” si associavano a un rischio di morte da scompenso cardiaco di circa tre volte superiori rispetto a quelli normali. In particolare, le morti per insufficienza cardiaca e quelle per altre cause presentavano rispettivamente il 37% e il 26% di livelli bassi di 25 [OH] D <20 ng/ml, rispetto al basale (p <0,001). Nelle analisi aggiustate per età, sesso, razza, e comorbidità, l'hazard ratio per la mortalità in carenza di vitamina “D” era 3,39 e 2.02 nel caso d’insufficienza di 20-29 ng/mL, risultati entrambi significativi a p <0,001 rispetto ai livelli normali di 25 [OH] D> 30 ng/mL. Alla luce di questi dati, gli AA., sulla base che la carenza di vitamina “D” è molto più comune negli afroamericani (> 60%) rispetto ai bianchi (circa il 20%), hanno considerato i risultati del loro studio come altra possibile spiegazione delle differenze di prevalenza etnica dello scompenso cardiaco.