Sei qui: Notiziario AMEC Anno 2013 notiziario Settembre 2013 N.8 ALIMENTAZIONE E SALUTE: L’ACIDO LINOLEICO CONIUGATO - Acido linoleico coniugato e cancro

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notiziario Settembre 2013 N.8 ALIMENTAZIONE E SALUTE: L’ACIDO LINOLEICO CONIUGATO - Acido linoleico coniugato e cancro

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Indice
notiziario Settembre 2013 N.8 ALIMENTAZIONE E SALUTE: L’ACIDO LINOLEICO CONIUGATO
Proprietà del CLA (acido linoleico coniugato)
Le fonti dell’acido linoleico coniugato
Effetti generali dell’acido linoleico coniugato sulla salute
Acido linoleico coniugato, infiammazione e obesità
Acido linoleico coniugato e aterosclerosi cardiovascolare
Acido linoleico coniugato e malattie infiammatorie intestinali
Acido linoleico coniugato e cancro
Acido linoleico coniugato e cancro al seno
Acido linoleico coniugato e cancro al colon - retto
CLA ed epatoma umano
Tutte le pagine

Acido linoleico coniugato e cancro

L'interesse sugli effetti biologici del CLA ha avuto inizio con il riscontro di Michael Pariza e collaboratori dell'Università del Wisconsin di un fattore nella carne macinata cruda e fritta che inibiva la mutagenesi e la cancerogenesi (Cancer Lett, 1979;7:63–9). Quest’attività è stata ricollegata alla capacità della sostanza di ridurre la sintesi dell’acido arachidonico, precursore degli ecosanoidi, oltre che dei leucotrieni e delle prostaglandine. Questi prodotti ricoprono, difatti, un importante ruolo nel processo della carcinogenesi. È stata prodotta evidenza della possibile efficacia nell’inibire l’iniziazione, la promozione e la progressione del cancro della mammella, del colon, della pelle e della prostata.
Un possibile meccanismo anticancerogenico del CLA è stato anche individuato nelle proprietà indirette pro-ossidanti. Studi su colture cellulari hanno indicato che il CLA aggiunto a un mezzo con cellule tumorali s’incorpora direttamente nella membrana cellulare del cancro in misura proporzionale alla sua concentrazione. Quest’alterazione della membrana cellulare induceva perossidazione lipidica che, nell’ipotesi di una cascata citotossica con inibizione della crescita e della proliferazione delle cellule tumorali, alterava definitivamente le proprietà biofisiche e i percorsi di segnalazione della membrana stessa. Pur tuttavia, la maggior parte degli studi sull'uomo ha testato l'effetto del consumo dei latticini sul rischio di cancro.
Anche se alcuni hanno trovato una relazione inversa tra il consumo dei latticini e il rischio di cancro, è impossibile, però, determinare se gli effetti osservati sono legati al CLA, ad altri acidi grassi, o ad altre variabili, come l’acido folico, la vitamina B-6 e le fibre che aumentano anche con il maggiore consumo dei latticini (Larsson et al., 2005). D'altro canto, gli studi sugli animali hanno testato direttamente il CLA e la crescita tumorale in vitro e in vivo e hanno mostrato una più definitiva correlazione inversa.
            In tale ordine di studi, Kelley NS dell’University of California, USA e collaboratori hanno condotto un esame della letteratura sugli effetti di tumorigenesi in vivo e sulla crescita di linee cellulari tumorali in vitro da parte delle preparazioni dell’acido linoleico coniugato (CLA) arricchite in isomeri specifici, cis9, trans11-CLA (c9, t11-CLA) o trans10, cis12-CLA (t10, c12-CLA) (J Nutr. 2007 Dec;137(12):2599-607). Gli Autori hanno anche analizzato i possibili meccanismi attraverso i quali gli isomeri del CLA potessero alterare l'incidenza del cancro. Non erano reperibili pubblicazioni sugli effetti in vivo degli isomeri purificati del CLA sul cancro umano. In tutti gli studi l'incidenza dei tumori mammari nel ratto, indotti dalla metilnitrosourea, era diminuita dal c9, t11-CLA e in pochi, che lo includevano, dal t10, c12-CLA. Questi due isomeri diminuivano nei topi anche l'incidenza dei tumori gastrici, indotti da benzo[a]pirene. Entrambi gli isomeri riducevano la tumorigenesi al seno e allo stomaco. Il c9, t11-isomero CLA non influenzava lo sviluppo dei tumori spontanei dell’intestino o della ghiandola mammaria, mentre il t10, c12-CLA aumentava lo sviluppo dei tumori mammari e intestinali, indotti geneticamente. In vitro il t10, c12-CLA inibiva la crescita delle linee cellulari della mammella, del colon, del colon-retto, dello stomaco, della prostata e dell’epatoma. Questi due isomeri di CLA avrebbero potuto regolare la crescita tumorale attraverso meccanismi differenti, in rapporto agli effetti marcatamente diversi sul metabolismo lipidico e sulla regolazione degli oncogeni. Inoltre, il c9, t11-CLA inibiva la via della cicloossigenasi-2 e il t10, c12-CLA quella della lipossigenasi. L’isomero t10, c12 CLA induceva l'espressione dei geni apoptotici, mentre il c9, t11 CLA, nella maggior parte degli studi che lo avevano valutato, non aumentava l'apoptosi. Diversi isomeri minori, compresi il T9, T11-CLA, il c11, t13-CLA, il C9, C11-CLA e il t7, c11-CLA, nell’inibire la crescita cellulare in vitro, risultavano più efficaci del c9, t11-CLA o del t10, c12-CLA.
            Gli Autori in conclusione, però, rimarcavano la necessità di ulteriori studi con isomeri purificati nell'uomo per stabilire il loro beneficio per la salute e il loro individuale rapporto di rischio.



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