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notiziario Luglio 2013 N.7 PRODOTTI LATTIERO-CASEARI E MALATTIE CRONICO-DEGENERATIVE - Consumo di prodotti lattiero-caseari e resistenza insulinica

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Indice
notiziario Luglio 2013 N.7 PRODOTTI LATTIERO-CASEARI E MALATTIE CRONICO-DEGENERATIVE
Prodotti lattiero-caseari e malattie cronico-degenerative
Consumo di prodotti lattiero-caseari e resistenza insulinica
Latte, assunzione di calcio e metabolismo lipidico
Prodotti lattiero-caseari, peso corporeo e circonferenza vita
Consumo di latte/latticini e malattie cardiometaboliche
Prodotti lattiero-caseari e cancro
Prodotti lattiero-caseari e recidiva/mortalità del cancro al seno
Prodotti lattiero-caseari e cancro alla prostata
Consumo di latte e di prodotti lattiero-caseari e rischio di cancro alla vescica
Latticini e rischio di cancro del colon-retto
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Consumo di prodotti lattiero-caseari e resistenza insulinica

I latticini rappresentano, invero, una componente importante della dieta umana, apprezzati principalmente per la loro composizione aminoacidica superiore, per l’alta qualità delle proteine e per essere una fonte importante di calcio. Di là dalla composizione in macronutrienti, i latticini a basso contenuto di grassi contengono anche una serie di componenti bioattivi per la promozione della salute, tra cui i peptidi del siero di latte, l’acido linoleico coniugato, gli sfingolipidi, gli oligosaccaridi e le imunoglobuline. Tuttavia, nonostante questa ricca composizione bioattiva, gli effetti dei prodotti lattiero-caseari sulla salute sono d’altra parte fortemente contestati. L’aumento del loro consumo ha anche dimostrato, comunque, di ridurre l'obesità e di modulare i disturbi metabolici e cardiovascolari, tra cui l'iperinsulinemia e la pressione arteriosa. Peraltro, studi di coorte prospettici hanno suggerito anche che il consumo dei latticini a basso contenuto di grassi si possa associare a una bassa incidenza del diabete di tipo 2, rispetto alle diete a loro basso contenuto.
            La meta-analisi di sette studi di coorte di Tong X e altri ha dimostrato, in effetti, che l'aumento del consumo dei prodotti totali e latticini a basso contenuto di grassi può ridurre il rischio di diabete di tipo 2 dal 5 e 10% rispettivamente (Eur J Clin Nutr 2011, 65(9):1027-1031). Questo potenziale di riduzione della malattia potrebbe, di fatto, essere collegato alle proprietà insulino-sensibilizzanti dei prodotti lattiero-caseari e a una minore probabilità d’insulino-resistenza. A riguardo, si è avanzata l’ipotesi che un alto consumo a lungo termine di grassi dei latticini, promuovendo l'apoptosi β-cellulare, possa essere alla base della patogenesi del diabete di tipo 2. Peraltro, contribuendo all’iperlipidemia, aumenterebbe il rischio della malattia cardiovascolare (CVD). Queste risposte negative per la salute potrebbero essere collegate con una maggiore assunzione di IGF-1 (Insulin-like growth factor 1) e di grassi saturi con i latticini.
            Todd C Rideout dell’University at Buffalo, New York – USA e collaboratori, in ragione del molto dibattuto ruolo del latte sulla modulazione dei biomarcatori della sindrome metabolica, hanno condotto in volontari sani e a vita libera senza restrizione energetica uno studio per valutare l'influenza del consumo dei prodotti lattiero-caseari a lungo termine sui parametri metabolici (Nutrition Journal 2013, 12:56). Gli Autori hanno, così, arruolato ventitré soggetti che completavano un trial randomizzato crossover di dodici mesi. L'obiettivo primario era di osservare l'effetto del consumo dei prodotti lattiero-caseari sui parametri metabolici, tra cui i lipidi nel sangue, il glucosio e l’insulina. Gli endpoint secondari erano il peso, la composizione corporea e la spesa energetica. I partecipanti consumavano la loro dieta abituale ed erano assegnati in modo casuale a uno di due gruppi di trattamento:

  • HD, o gruppo integrato ad alto tenore di latticini con istruzione a consumarne quattro porzioni il giorno,
  • LD o gruppo integrato a basso tenore di latticini con non più di due porzioni il giorno.

La composizione e il peso corporei, il dispendio energetico, la pressione arteriosa, la glicemia, i lipidi nel sangue e le risposte delle lipoproteine ​​non differivano (p> 0,05) tra i gruppi. Quello HD migliorava (p <0.05) l’insulina plasmatica (-9%) e la resistenza all'insulina (-11%, p = 0,03), stimata mediante HOMA-IR, rispetto al gruppo LD.
            In conclusione, i risultati dello studio suggerivano che in condizioni di vita libera un elevato consumo dei prodotti lattiero-caseari (4 porzioni / die) poteva migliorare la resistenza insulinica senza compromettere il peso corporeo o lo stato dei lipidi.



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