Sei qui: Notiziario AMEC Anno 2013 notiziario Luglio 2013 N.7 PRODOTTI LATTIERO-CASEARI E MALATTIE CRONICO-DEGENERATIVE - Prodotti lattiero-caseari e malattie cronico-degenerative

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notiziario Luglio 2013 N.7 PRODOTTI LATTIERO-CASEARI E MALATTIE CRONICO-DEGENERATIVE - Prodotti lattiero-caseari e malattie cronico-degenerative

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Indice
notiziario Luglio 2013 N.7 PRODOTTI LATTIERO-CASEARI E MALATTIE CRONICO-DEGENERATIVE
Prodotti lattiero-caseari e malattie cronico-degenerative
Consumo di prodotti lattiero-caseari e resistenza insulinica
Latte, assunzione di calcio e metabolismo lipidico
Prodotti lattiero-caseari, peso corporeo e circonferenza vita
Consumo di latte/latticini e malattie cardiometaboliche
Prodotti lattiero-caseari e cancro
Prodotti lattiero-caseari e recidiva/mortalità del cancro al seno
Prodotti lattiero-caseari e cancro alla prostata
Consumo di latte e di prodotti lattiero-caseari e rischio di cancro alla vescica
Latticini e rischio di cancro del colon-retto
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Prodotti lattiero-caseari e malattie cronico-degenerative

Le malattie cronico-degenerative non infettive rappresentano già da qualche tempo nella popolazione mondiale di oggi la parte di gran lunga più importante della patologia, sia in termini di prevalenza sia di gravità. Peraltro, tutte hanno in comune un decorso protratto nel tempo.
Il loro esito è spesso letale in tempi più o meno brevi e, comunque, sempre invalidante. Riconoscono una fase iniziale preclinica con elementi predisponenti di rischio, che rimangono generalmente ignoti al paziente e allo stesso medico poiché spesso silenti sul piano clinico.
            Pur tuttavia, questa fase è quella che andrebbe tempestivamente riconosciuta per provvedere alla profilassi primaria che si pone l’obiettivo di interrompere in senso educazionale quello stile di vita individuale alla base delle stesse. Solo così si può, infatti, eliminare o modificare o ritardare l’esordio della malattia in cui intervengono anche le proprietà genetiche dell’individuo.
            Nella successiva fase di stato o clinica delle malattie cronico-degenerative gli effetti divengono evidenti con sintomi e segni più o meno caratteristici. Sul piano igienico-sanitario s’impone, quindi, la prevenzione secondaria, ossia quella strategia tesa a mantenere il loro controllo e impedire al massimo i danni consequenziali.
            Pur tuttavia, il decorso clinico, sulla base di un processo degenerativo cronico, continua a produrre i danni sino all’irreversibilità delle funzioni d’organo e degli apparati con l’evidenza dell’invalidità più o meno manifesta e progressiva. La prevenzione terziaria, per suo conto, tende a correggere o limitare questi danni e a mantenere al massimo l’autonomia individuale.
            Da diversi decenni si è avuta evidenza che molte malattie croniche, agendo adeguatamente sullo stile di vita, sono prevenibili. Tutto ciò è divenuto a tutto oggi il dato convincente che giustifica azioni sempre più forti per combatterle nel modo più efficace. La strategia deve a tal fine prevedere una lotta precoce con il riconoscimento tempestivo dei fattori di rischio alla base. Pertanto, uno stile di vita sano è di fondamentale importanza, quale pietra angolare, come dimostrato dalle ormai numerose revisioni sistematiche degli studi pubblicati, soprattutto in tema di diabete e malattie cardiovascolari. Peraltro, le ormai numerose evidenze hanno evidenziato che la nutrizione ottimale gioca un ruolo centrale nella prevenzione dell’obesità, sia primaria sia secondaria e terziaria.
Comunque, molteplici stati di malattia e dei loro effetti dannosi sulla morbilità e mortalità possono essere prevenuti o ridotti al minimo con l'intervento dietetico e uno stile di vita efficace e tempestivo, nonché con iniziative politiche volte ad affrontare le cause alla base di ambienti che favoriscono modelli poveri di attività fisica e di dieta.
            L’Academy of Nutrition and Dietetics ha di recente ribadito la sua posizione sulla prevenzione primaria come metodo più efficace e conveniente per prevenire le malattie croniche. Ha riportato, peraltro, che l'intervento dietetico influisce positivamente in tutta la durata della vita sui risultati di salute (J Acad Nutr Diet. 2013;113:972-979). La promozione della salute e le strategie di prevenzione delle malattie sono efficaci nel ridurre la morbilità e la mortalità e ottengono di migliorare la qualità della vita e di avere un impatto significativo sulle principali cause di malattia. Applicando questi principi all'interno di un quadro teorico ecologico sociale, si raggiunge anche un’influenza positiva su tutta la gamma di forze impegnate: a livello intrapersonale, interpersonale, istituzionale, di comunità e anche a livello di politica pubblica.
Comunque, la salute ottimale si ottiene attraverso stili di vita sani sin dai primi anni di vita. Essi, difatti, possono prevenire nel tempo l'insorgenza e la gravità delle malattie croniche, ridurre la mortalità prematura e migliorare la qualità della vita.  
            Le malattie cronico-degenerative sono numerose e in prima linea tra di esse bisogna considerare i tumori e le malattie cardiovascolari. Peraltro, se l’invecchiamento della popolazione ha costituito il fattore indispensabile per la loro migliore evidenziazione, tuttavia, la loro incidenza è stata in gran parte regolata da altri meccanismi attinenti la loro origine. Infatti, questo gruppo di malattie riconosce nella sua genesi fattori di tipo ambientale e comportamentale, come l’alimentazione, il fumo di tabacco, l’alcol, l’uso di droga, la sedentarietà. Pur tuttavia, soprattutto più di recente, ha assunto un importante ruolo la contaminazione ambientale, come l’inquinamento atmosferico e idrico e quello alimentare. Le malattie cronico-degenerative hanno, comunque, acquistato, di fatto, un particolare rilievo non solo da un punto di vista sanitario, ma anche economico e sociale, rappresentando al momento il problema di gran lunga più rilevante per la sanità pubblica. L’arma di lotta più efficace disponibile nei loro confronti, per il momento di difficile guarigione, resta, peraltro, la prevenzione primaria.
In particolare, le malattie cardiovascolari sono responsabili di un terzo delle morti a livello mondiale e rappresentano la principale causa di morte nei paesi sviluppati.
I tumori o cancro sono malattie che, pur avendo in comune alcune caratteristiche biologiche, sono diversissime tra loro per cause determinanti, sintomatologia e per i mezzi di diagnosi e di cura. Nella maggior parte dei casi il cancro non ha un’insorgenza improvvisa e rapida, ma si presenta in modo subdolo, con un decorso lento. Esso non compare senza cause, può guarire e ciò avviene tanto più facilmente quanto più tempestiva è la diagnosi. A volte può portare, purtroppo, alla morte. Nei paesi sviluppati i tumori rappresentano oggi: la seconda causa di morte dopo le malattie cardiovascolari; mostrano una notevole variabilità geografica sia per mortalità globale, sia per quella specifica per tipo di tumore. Negli ultimi cinquanta anni, nelle aree occidentali, hanno mostrato un andamento progressivamente in crescita e in aumento esponenziale con l’età. In ventuno anni la mortalità è aumentata oltre il 40%. La prevalenza delle neoplasie maligne è più elevata nel sesso maschile rispetto a quello femminile anche perché gli uomini sono più esposti a determinati cancerogeni, come nel caso delle forme professionali. D’altro canto, i tumori più frequenti nelle donne, come quello della cervice uterina e della mammella, sono curabili nel 50% dei casi. Tutte le moderne acquisizioni epidemiologiche ed eziologiche, come la distribuzione, il decorso, i fattori di rischio, derivano sia da studi epidemiologici sia dalla sperimentazione. Peraltro, i fattori di rischio delle neoplasie maligne son generalmente individuali, come il sesso, la razza, l’ereditarietà, gli stati morbosi pregressi. Possono, invece, essere esterni comportamentali, come il fumo di tabacco, l’alcool, i regimi dietetici (alimentazione e dieta), i comportamenti sessuali. Oppure possono essere legati all’ambiente di vita, come l’inquinamento atmosferico (radiazioni naturali), quello delle acque, del suolo, degli alimenti, i fattori iatrogeni. Oppure possono derivare dall’ambiente di lavoro, come la produzione, la manipolazione di sostanze mutagene e/o cancerogene, le radiazioni diagnostiche.



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