Recenti dati epidemiologici delle neoplasie maligne in Italia
I recenti dati, diffusi da epicentro dell’Istituto Superiore di Sanità sulla base del rapporto AIRTUM 2012, riportano per l’Italia circa 364.000 nuovi casi di cancro con un’incidenza del 56% nei maschi e del 44% nelle femmine. Tali dati epidemiologici escludono, però, le neoplasie maligne della cute, stimati nell’ordine di circa 67.000. Il cancro del colon-retto con gli oltre 50.000 nuovi casi è stato il più frequente, seguito da quello della mammella con 46.000, del polmone con 38.000 e della prostata con 36.000. Il cancro del polmone ha rappresentato, però, la prima causa di morte oncologica per gli uomini, mentre per le donne lo è stata quello della mammella. I dati dell’ISTAT riportano, peraltro, che in Italia nel 2009 i tumori hanno contribuito a 174.678 decessi, il 29,7% dei 588.438 totali, subito dopo i 224.830, corrispondenti al 38,2%, delle malattie del sistema circolatorio. Pur tuttavia, da una parte nelle donne le malattie cardiovascolari sono state la prima causa di morte con i 127.060 decessi pari al 42,1% del totale e i tumori la seconda con i 76.112 decessi pari al 25,2%. Dall’altra, la prima causa di morte negli uomini è stata rappresentata, invece, dai tumori con 98.566 decessi, pari al 34,4%, seguiti dalle malattie del sistema cardiocircolatorio con 97.770, pari al 34,1%. Comunque, come risultato incoraggiante, i dati hanno indicato che la sopravvivenza dei malati oncologici a cinque anni era aumentata rispetto al passato. In particolare, secondo il rapporto AIRTUM 2011 – Sopravvivenza (Epidemiologia & Prevenzione 2011; 35 (5-6) Suppl. 3), in Italia la sopravvivenza dei malati di tumore è continuata ad aumentare con la differenza di 4-10 punti percentuali in meno al Sud rispetto al Centro-Nord. Più precisamente la sopravvivenza dei malati oncologici, con esclusione di quelli della vescica e della cute, a cinque anni dalla diagnosi è stata pari al 50% per gli uomini e al 60% per le donne, dato superiore alla media europea e simile a quello dei Paesi scandinavi. Essa, peraltro, è arrivata al 94% nel cancro della tiroide, all’87% in quello della mammella della donna, all’89% in quello della prostata, al 61% in quello della cervice uterina e al 58% in quello del colon-retto. Mentre per le leucemie è stata del 43%, del 29% per il cancro dello stomaco, del 14% per quello del fegato e del 13% per quello del polmone.
Milena Sant della Fondazione IRCSS Istituto Nazionale dei Tumori, Milano, Italy e collaboratori, basandosi sulla possibilità di trovare i motivi della forte variazione geografica nella sopravvivenza del cancro in tutta Italia dagli studi dei modelli di cura del registro dei tumori della popolazione, hanno fornito una panoramica della cura erogata ai malati italiani di cancro (Cancer Epidemiology Vol. 36, 6, 541-547, Dec. 2012). Gli Autori hanno, quindi, selezionato da quattordici registri dei tumori italiani campioni a caso di pazienti adulti con melanoma della pelle, cancro del seno, del colon e del polmone non a piccole cellule, diagnosticati nel periodo 2003-2005. Lo stadio di diagnosi al seno, al colon e di melanoma era più precoce al nord / Italia centrale, rispetto ai registri meridionali. Gli Odds Ratio di cure standard erano inferiori a quelli di riferimento a Sassari (0,68, 95% IC 0,51-0,90) e a Napoli (0,48, 95% IC 0,35-0,67) per il tumore al seno, non differivano tra i registri per il cancro del colon Dukes C; erano più elevati in Romagna (3,77, 95% IC 1,67-8,50) e più bassi a Biella (0,38, 95% IC 0,18-0,82) per il tumore del polmone. Per il melanoma erano più alti a Reggio Emilia (2,37, 95% IC 1,12-5,02) e inferiori a Ragusa (0,27, 95% IC 0,14-0,54).
In conclusione, nonostante le limitazioni dovute alle variazioni della disponibilità delle informazioni cliniche e delle differenze nella fase di distribuzione dei registri tra il nord / centro e il sud, lo studio, secondo gli Autori, avrebbe dimostrato la persistenza d’importanti disparità nella cura del cancro in tutta Italia, peraltro non riducibili in un immediato futuro.