Sei qui: Notiziario AMEC Anno 2012 notiziario Ottobre 2012 N°9 - COMPLESSITÀ DELL’OBESITÀ - Alcuni dati su nutrienti e salute

Pubblicità - Annunci Google

notiziario Ottobre 2012 N°9 - COMPLESSITÀ DELL’OBESITÀ - Alcuni dati su nutrienti e salute

E-mail Stampa
Indice
notiziario Ottobre 2012 N°9 - COMPLESSITÀ DELL’OBESITÀ
Definizione e stadi dell’obesità
Le cause e la fisiopatologia dell’aumento di peso corporeo
Influenza genitoriale sull’IMC (Indice di Massa Corporea) della prole
Obesità e bevande zuccherate
Il rischio genetico dell’obesità delle bevande zuccherate
Vivere vicino ai fast food influenza l’aumento del peso corporeo?
Alcuni dati su nutrienti e salute
Proteine della dieta e grasso addominale
La bassa Vit “D” può favorire l’obesità dell’adulto
L’epidemia dell’obesità in Italia e nel mondo
L’obesity day
Tutte le pagine

Alcuni dati su nutrienti e salute

È noto che l’uomo con la dieta può assumere venti amminoacidi, nove dei quali definiti EAA (Essential amino acids), rispetto agli altri undici NEAA (non-essential amino acids). I primi non possono essere prodotti nell’organismo e devono, pertanto, essere introdotti dall’esterno. A tale proposito, la qualità di una proteina è in genere definita dalla capacità di fornire aminoacidi essenziali e, quindi, dal rapporto tra questi e le proteine alimentari in grammi. Per determinare questa qualità si ricorre con un gran dibattito a un certo numero di metodi. In generale si usa il punteggio chimico, il PER (Protein Efficency Ratio), il valore biologico e il PDCAAS (Protein Digestibility– Corrected Amino Acid Score).
In particolare, il PER, o rapporto di rendimento proteico, viene determinato mediante somministrazione in fase di crescita di una dieta di proteine al 10% di estrazione da vari animali. Questo rapporto, calcolato dal peso guadagnato su quello della proteina consumata è importante poiché è l'unica misura che esamina l'effetto diretto di una proteina sui tassi di crescita, anche se risulta difficile confrontare questa valutazione per i praticanti di culturismo.
D’altra parte, i valori dietetici di riferimento indicano la quantità di un singolo nutriente necessaria per godere di buona salute secondo l’età e del sesso. Gli esperti dell’EFSA (European Food Safety Authority) hanno concluso che un PRI (Population Reference Intake) può essere ricavato dagli studi sul bilancio azotato (EFSA Journal 2012;10(2):2557). Sono stati anche considerati esiti sanitari diversi, possibilmente associati con l'assunzione di proteine ma i dati sono risultati insufficienti per stabilire il DRV (Dietary Reference Value). Per gli adulti sani di entrambi i sessi, l’AR (average requirement), sulla base dei dati del bilancio azotato, equivale a 0,66 g di proteine / kg di peso corporeo il giorno. Considerando il 97,5 ° percentile della distribuzione del requisito e ipotizzando un rendimento di utilizzazione della dieta di proteine per la manutenzione del 47%, il PRI per gli adulti di tutte le età è stato stimato pari a 0,83 g di proteine / kg di peso corporeo il giorno ed è applicabile sia alle proteine di alta qualità sia a quelle delle diete miste. Per i bambini dai sei mesi in poi, con requisiti dipendenti dall’età per la crescita, stimata dai tassi medi giornalieri di deposizione di proteine e regolata da un’efficienza di proteine del 58%, sono stati aggiunti alla richiesta di mantenimento 0,66 g / kg di peso corporeo il giorno. Il PRI è stato stimato sulla base del fabbisogno medio più 1,96 DS, utilizzando un combinato DS per la crescita e il mantenimento. Per la gravidanza è stata proposta, oltre al PRI per le donne non gravide, una dose di 1, 9 e 28 g / die nei trimestri primo, secondo e terzo rispettivamente. Per l'allattamento, in aggiunta al PRI delle donne che non allattano, è stato proposto un apporto di proteine di 19 g / die durante i primi sei mesi e di 13 g / die dopo i sei mesi. I dati sono stati, comunque, insufficienti per stabilire un livello di UL (Tolerable Upper Intake Level) per le proteine. Il PRI fino a due volte il consigliato viene regolarmente consumato e in Europa è considerato sicuro nelle diete miste per qualsiasi attività fisica e, comunque, negli adulti sani. Il DRI (dietary reference intake) non contiene alcuna raccomandazione specifica per quanto riguarda il tipo di proteine alimentari consumate o la distribuzione di quali proteine da usare durante il giorno. Circa 10 g di EAA in un pasto stimolano al massimo la sintesi proteica muscolare. Pertanto, la loro assunzione di là da questo livello non sembra comportare un’ulteriore risposta anabolica.
Per gli altri nutrienti gli esperti dell’EFSA hanno concluso nel marzo  2010 che:

  • L’assunzione di carboidrati totali, compresi quelli derivati dagli alimenti amidacei, come patate e pasta, e dai carboidrati semplici, come gli zuccheri, dovrebbe oscillare tra il 45 e il 60% dell’assunzione totale di energia, sia per gli adulti sia per i bambini.
  • Per gli zuccheri vi sono buoni motivi per ritenere che il consumo frequente di cibi a loro elevato tenore aumenti il rischio di carie dentaria. I dati evidenziano anche il legame tra gli apporti elevati di zuccheri sotto forma di bevande zuccherate e l’incremento del peso. Tuttavia, il gruppo di esperti ha riscontrato che non vi erano prove sufficienti per definire un limite massimo per gli zuccheri. Questo perché gli eventuali effetti sulla salute sono principalmente collegati alle modalità di consumo degli alimenti, in altre parole ai tipi e alla frequenza, piuttosto che all’apporto totale di zuccheri in sé. I responsabili politici dovrebbero tenere conto dei dati che riguardano le modalità di consumo degli alimenti contenenti zuccheri al momento di definire raccomandazioni nutrizionali e di sviluppare linee guida dietetiche sugli alimenti a livello nazionale.
  • L’assunzione di 25 grammi il giorno di fibre alimentari negli adulti è sufficiente per una normale funzione intestinale. Inoltre, è provato che negli adulti si riscontrano benefici per la salute associati alle maggiori assunzioni di fibre alimentari (a es. riduzione del rischio di cardiopatie, diabete di tipo 2 e obesità).
  • Le evidenze riguardanti il ruolo dell’indice glicemico e del carico glicemico nel mantenimento del peso e nella prevenzione di malattie legate all’alimentazione non sono ancora conclusive.
  • L’assunzione di grassi dovrebbe variare tra il 20 e il 35% dell’assunzione totale di energia, con valori diversi per i lattanti e i bambini, secondo le specifiche esigenze dello sviluppo.
  • Vi sono buoni motivi per ritenere che la maggiore assunzione di grassi saturi e trans porti a un aumento dei livelli del colesterolo nel sangue, il che può contribuire all’insorgenza delle cardiopatie. I responsabili politici dovrebbero prendere in considerazione la limitazione dell’assunzione dei grassi trans e saturi, sostituibili con acidi grassi mono e polinsaturi, al momento di definire raccomandazioni nutrizionali e sviluppare linee guida dietetiche sugli alimenti a livello nazionale;
  • L’assunzione negli adulti di 250 mg il giorno di acidi grassi omega-3 a catena lunga può ridurre il rischio di cardiopatie.
  • Per quanto riguarda l’acqua, si ritiene adeguata un’assunzione giornaliera di 2,0 litri per le donne e di 2,5 litri per gli uomini.
  • Per quanto riguarda il consumo di proteine della dieta, gli studi hanno dimostrato che di sopra del DRI si associano cambiamenti favorevoli nella composizione corporea. I meccanismi proposti, peraltro, includono il mantenimento o l'incremento della massa magra e / o l’aumento della termogenesi e della sazietà.


Chi è online

 87 visitatori online

ULTIMO AGGIORNAMENTO SITO:

Articoli: Martedì 11 Luglio 2023 Homepage: 27/03/2023

Statistiche

Tot. visite contenuti : 2761646
Sei qui: Notiziario AMEC Anno 2012 notiziario Ottobre 2012 N°9 - COMPLESSITÀ DELL’OBESITÀ - Alcuni dati su nutrienti e salute