Vivere vicino ai fast food influenza l’aumento del peso corporeo?
Jason P. Block dell’Harvard Medical School e collaboratori nel corso di un periodo di trenta anni hanno valutato durante il 1971-2001 la relazione tra l’indice di massa corporea e la vicinanza a stabilimenti alimentari tra i 3.113 soggetti del Framingham Heart Study Offspring Cohort in quattro città del Massachusetts (Am. J. Epidemiol. (2011) 174 (10): 1108-1114.). Gli Autori hanno utilizzato dati che includevano misure ripetute della BMI, la mobilità residenziale e la comparsa e la chiusura degli stabilimenti alimentari. Hanno calcolato anche la vicinanza a questi ultimi in rapporto alla residenza di ogni soggetto, dividendoli in sei categorie. Ogni aumento di 1 km di distanza al più vicino a fast-food si associava a una riduzione di 0,11 unità del BMI (95% intervallo di credibile: -0,20, -0,04). Nelle analisi stratificate per sesso quest’associazione era presente solo per le donne. Altri aspetti dell’ambiente alimentare erano associati, in modo incoerente o per niente, alla BMI. In conclusione, contrariamente a molte ricerche precedenti gli Autori non trovavano una relazione coerente tra l'accesso ai ristoranti fast-food e la BMI individuale, stimolando, così, una rivalutazione delle discussioni politiche sull'impatto prevedibile dell'ambiente nei confronti dell’aumento del peso. Secondo lo studio, difatti, gli adulti che vivono nei pressi dei ristoranti fast food non tendono all’obesità più degli altri. Solo le donne avrebbero dimostrato un molto piccolo effetto e, quindi, di pesare in media circa mezzo chilo in meno per ogni chilometro in più di distanza dai fast food.