Relazione tra Vit. “D” e iperglicemia nell’anziano
Peraltro, continua l’interesse delle correlazioni tra ipovitaminosi “D” e diabete mellito, soprattutto nei più anziani, per la sempre più diffusa prevalenza di entrambe le patologie, soprattutto a lungo termine. La HbA1c alta, effetto del disturbo metabolico dell’iperglicemia, è, di fatto, un fattore di rischio per lo sviluppo del diabete mellito (prediabete). In effetti, come riportato dall’ADA (American Diabetes Association), le più recenti evidenze supportano il suo uso, piuttosto che quello del test orale di tolleranza, come test diagnostico della malattia. Ciò, soprattutto, in base alla ormai stabilita associazione tra HbA1c e malattia microvascolare. Ci sono, come riportato nel notiziario N°8 del settembre 2011, plausibili percorsi biologici per un ruolo dei bassi livelli di vitamina “D” nella patogenesi del diabete mellito e del controllo dei livelli di glucosio nel sangue, anche per la presenza dei recettori della vitamina nelle cellule beta pancreatiche e in quelle del sistema immunitario. Di certo, la correlazione tra la vitamina e la patogenesi del diabete mellito assume potenzialmente un ruolo di grande importanza per la salute pubblica a causa degli effetti avversi determinati da entrambe le patologie sullo stato del benessere.
Vasant Hirani dell’University College London, con lo scopo di valutare l'associazione tra i livelli di vitamina “D” e l'iperglicemia, ha esaminato 2.038 anziani non istituzionalizzati di sessantacinque anni e oltre, partecipanti all’Health Survey for England 2005.
L'iperglicemia risultava indipendentemente associata ai bassi livelli di vitamina (J Am Geriatr Soc. 2011 Oct;59(10):1786-92). L’OR (odds ratio) per i valori di 25 (OH) D <25,0 nmol / L era pari a 2.30 (intervallo di confidenza 95% (IC) = 1,20-4,42), mentre per livelli di 25,0-49,9 nmol / l era 2,09 (IC 95% = 1,22-3,58) e per quelli tra 50.0 e 74,9 nmol / L 1,49 (IC 95% = 0,85-2,62).