Vit. “D” e calcificazione (calcium score) coronarica
Davis W, Rockway S, Kwasny M del Milwaukee Heart Scan, Milwaukee, WI, USA, sulla base delle precedenti valutazioni dell’impatto della gestione terapeutica intensiva dei lipidi con acidi grassi omega-3 e vitamina D3 sulla placca aterosclerotica mediante il punteggio di serie con tomografia computerizzata del calcio coronarico (CCS) e della mancata riduzione o rallentamento della sua progressione seriale, anche dopo riduzione del colesterolo a bassa densità con la terapia con le statine, per cui rimaneva il dubbio sull'utilità di questo approccio per il monitoraggio della progressione aterosclerotica, hanno condotto uno studio aperto su 45 soggetti di ambo i sessi con CCS maggiore o uguale a 50, senza sintomi della malattia cardiaca (Am J Ther. 2009 Jul-Aug;16(4):326-32). Hanno, quindi, oltre alla dieta adeguata, somministrato statine, niacina e supplementazione di acidi grassi omega-3 per ottenere le LDL e i trigliceridi più bassi o uguali a 60 mg / dL e le HDL maggiori o uguali a 60 mg / dL In più, hanno aggiunto la D3 per raggiungere livelli sierici maggiori o pari a cinquanta ng / ml di vitamina “D”. Si otteneva, così, una variazione significativa del profilo lipidico con -4% del colesterolo totale, -41%, delle LDL, -42% dei trigliceridi, +19%, delle HDL, mentre la concentrazione media della 25 (OH) D sierica si portava a +83%. Dopo una media di diciotto mesi, venti soggetti sperimentavano un calo delle CCS, con modificazione media del -14,5% (range da 0% a -64%). Di riscontro, 22 soggetti non subivano alcun cambiamento o presentavano un lento tasso annuo d’incremento delle CCS, pari a +12% (range 1% -29%). Solo in tre soggetti, ogni anno, la progressione delle CCS era uguale al 29% (44% -71%). Pur tuttavia, nonostante vi fossero differenze nella risposta alla strategia di cura, si raggiungeva nel 44% dei soggetti la sostanziale riduzione della CCS con il rallentamento della crescita della placca nel 49%.