Tasso delle morti per malattie cardiovascolari in Europa
Anche nell’unione europea le malattie cardiovascolari rappresentano, con il 42%, la principale causa di morte, raggiungendo dopo i sessantacinque anni l’81% per cento delle morti maschili e il 94 per cento di quelle femminili, soprattutto come risultato della malattia aterosclerotica.
La cardiopatia ischemica costituisce il 37% di tutti i decessi da malattie circolatorie e quella cerebrovascolare un altro 26% e nel loro determinismo lo stile di vita sedentario e la dieta ricca di grassi animali sono certamente tra i fattori più importanti.
C’è da considerare, a tal proposito, che nelmondo occidentale nel quarto trimestre del secolo scorso e soprattutto nell'ultimo periodo, dopo i forti aumenti seguiti alla seconda guerra mondiale, la mortalità per malattia ischemica coronarica ha iniziato a diminuire. Ciò in ragione verosimile con i cambiamenti dello stile di vita che hanno portato alla riduzione del fumo, all’adozione di diete più salutari, contrastando anche l’epidemia dell’obesità, l’iperdislipidemia e l’ipertensione. Particolare considerazione merita anche l’efficienza della sanità pubblica per la maggiore possibilità e fruibilità d’intervento terapeutico adeguato, utilizzando farmaci sempre più nuovi ed efficaci.
In Europa la mortalità cardiovascolare nei maschi è più alta che nelle femmine, ma con differenze meno marcate rispetto alla maggior parte delle altre cause. In media, nei maschi la morte standardizzata, con tassi tra 151 e 1.500 ogni 100.000 abitanti, è il 53% superiore a quella delle donne che presentano tassi tra 97 e 1.054. I tassi più alti si rilevano in Bulgaria e i più bassi in Francia. La più bassa perdita di vite umane per malattie circolatorie si è rilevata in Francia con valori di 2.800 per gli uomini e 2.500 nelle donne, in Spagna con 3.200 e 3.000 e in Svizzera con 3.000 per entrambi i sessi.