Le malattie non trasmissibili nel mondo
Secondo il World development indicator Washington, DC, International Bank for Reconstruction and Development/The World Bank 2009, le NCD (non communicable diseases), principali cause di morte nel mondo, sono state responsabili nel 2008 di cinquantasette milioni di morti, pari al 63% di tutti i decessi. Il World Economic Forum per i prossimi venti anni ha stimato superiore ai 47.000 miliardi di dollari l’onere relativo al loro trattamento e alla perdita di produttività. D'altra parte, Ban Ki-moon, segretario generale dell'ONU ha riferito che più del 25% di chi soccombe si trova proprio nel pieno della vita lavorativa e che la stragrande maggioranza è appannaggio dei paesi in via di sviluppo. Invero, la globalizzazione degli stili insalubri di vita e la crescita della popolazione mondiale stanno alimentando la maggiore prevalenza di queste malattie che, secondo l'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), complessivamente aumenteranno nel prossimo decennio del 17%, con un balzo del 24% nelle nazioni più povere dell'Africa. Sta di fatto che i tassi di mortalità appaiono strettamente correlati al reddito di ogni nazione essendo quelli standardizzati per età più alti nei paesi a basso reddito. In particolare, nella maggior parte dei paesi a medio e alto reddito le NCD sono imputabili di più decessi di tutte le altre cause combinate di morte, con un rapporto sulle totali di oltre il 70%. Nei paesi a basso e medio - basso reddito, invece, la più alta percentuale si determina sotto i sessanta anni di età. In effetti, per i paesi ad alto reddito le morti premature sotto tale età sono corrisposte al 13%, mentre per quelli a medio - alto al 25%, a basso - medio al 28%, a basso al 41%, tre volte di più rispetto ai paesi ad alto reddito.