Sei qui: Notiziario AMEC Anno 2013 notiziario Ottobre 2013 N.9 ALIMENTAZIONE E SALUTE: LA DIETA MEDITERRANEA E I PRODOTTI ORTOFRUTTICOLI - Dieta mediterranea e stato socioeconomico

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notiziario Ottobre 2013 N.9 ALIMENTAZIONE E SALUTE: LA DIETA MEDITERRANEA E I PRODOTTI ORTOFRUTTICOLI - Dieta mediterranea e stato socioeconomico

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Indice
notiziario Ottobre 2013 N.9 ALIMENTAZIONE E SALUTE: LA DIETA MEDITERRANEA E I PRODOTTI ORTOFRUTTICOLI
Dieta e tossicità degli inquinanti ambientali
Alimentazione sana, a basso costo e ambientalmente sostenibile
La dieta mediterranea
Dieta mediterranea e stato socioeconomico
Le malattie croniche, la plurimultimorbilità, la Systems Biology e la Systems Medicine
Aderenza alla dieta mediterranea e malattie croniche
Longevità non più speranza ma realtà
La dieta mediterranea aumenta la speranza di longevità
Minore la probabilità di morte con la dieta vegetariana
Tutte le pagine

Dieta mediterranea e stato socioeconomico

In particolare, Marialaura Bonaccio della Fondazione di Ricerca e Cura “Giovanni Paolo II”, Campobasso – Italy e collaboratori per loro conto hanno voluto esaminare l’associazione tra stato socio-economico, ad esempio relativo al reddito e all'istruzione, con l'aderenza al modello alimentare mediterraneo e alla prevalenza dell'obesità (BMJ Openbmjopen.bmj.com BMJ Open 2012;2:e001685). Hanno, così, condotto una ricerca trasversale su un campione d’italiani iscritti nel Moli-sani Project, uno studio di coorte basato sulla popolazione. Il questionario di frequenza alimentare italiano EPIC è stato utilizzato per analizzare l'assunzione del cibo. L'aderenza alla dieta mediterranea (DM) è stata valutata in funzione sia del punteggio mediterraneo, elaborato da Trichopoulou (MDS), sia dell’IMI (Italian Mediterranean Index) e anche in rapporto ai punteggi posteriori derivati ​​dalle analisi delle componenti principali. Sono state identificate quattro categorie di reddito. I partecipanti erano 13.262 soggetti di età media di 53 ± 11 anni nel 50% uomini su 24.318 cittadini di età ≥ 35 iscritti in modo casuale al Progetto Moli-sani. Il reddito familiare più elevato risultava significativamente associato con una maggiore aderenza all’alimentazione DM (p <0,0001) e di olio d'oliva e verdure in un modello multivariato tra cui l'età, il sesso, l'assunzione giornaliera di energia, l’indice di massa corporea, l’attività fisica, il fumo, il consumo di alcol, l’istruzione e lo stato civile. Le probabilità di avere la massima aderenza su una DM aumentavano chiaramente in base ai livelli del reddito. Chi aveva il più alto reddito dimostrava maggiore probabilità di attenersi a un modello alimentare DM per il 54% (IC 95% 21% al 97%, MDS) o il 72% (IC 95% 34% al 121%, IMI), rispetto a quelli del gruppo a più basso reddito. La prevalenza dell'obesità era più alta nel gruppo a più basso reddito (36%), in confronto con la più alta categoria di reddito (20%, p <0,0001). Il reddito era associato con i modelli alimentari in tutte le categorie d’istruzione.
In conclusione, il reddito e l'istruzione superiori erano associati in maniera indipendente con una maggiore aderenza alla DM e a una minore prevalenza dell’obesità.
Kiadaliri AA. della Tehran University of Medical Sciences, Iran, proprio sulla base della riconosciuta promozione della salute con l’elevato apporto giornaliero di frutta e verdura, ha voluto valutare in Iran nel corso degli anni 2007-2009 l’associazione tra le caratteristiche demografiche e socio-economiche con il loro consumo (Int J Prev Med. 2013 Jul;4(7):831-40). Lo studio permetteva di rilevare variazioni sostanziali nel consumo di frutta e verdura in tutto il paese, essendo, durante tutto il periodo di osservazione, quello delle verdure superiore a quello della frutta. Nei riguardi dei due sessi non si registravano differenze statisticamente significative, sia nel consumo della frutta (P = 0.52) sia di quello della verdura (P = 0.14). L'età avanzata, invece, era associata con un minor consumo di frutta. Le persone delle province con più alto stato sociale consumavano una maggiore quantità combinata di frutta e verdura e quest’associazione era più evidente nelle femmine.
In conclusione, secondo l’Autore i risultati dello studio permettevano di suggerire politiche sociali e sanitarie con interventi per migliorare il consumo di frutta e verdura nel paese a vantaggio della salute, soprattutto per gli anziani e le donne dei gruppi socioeconomici più bassi.



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