Sul tempo d’insorgenza del declino cognitivo
In seguito, Archana Singh-Manoux dell’Istituto INSERM France e collaboratori, proprio per stimare il declino della funzione cognitiva, hanno eseguito uno studio prospettico arruolando dalla coorte Whitehall II 5.198 uomini e 2.192 donne di età compresa tra i quarantacinque e i settanta anni all'inizio dei test cognitivi (BMJ 2012;344:d7622).
Nell'arco di dieci anni per tre volte si sono valutati i principali risultati dei test di misura della memoria, del ragionamento, del vocabolario, della scioltezza della fonetica e della semantica. Tutti i punteggi cognitivi, ad eccezione del vocabolario, degradavano in tutte e cinque le categorie di età dai quarantacinque ai quarantanove, dai cinquanta ai cinquantaquattro, dai cinquantacinque ai cinquantanove, dai sessanta ai sessantaquattro e dai sessantacinque ai settanta anni, con evidenza di un più rapido declino nelle persone più anziane.
Negli uomini dai quarantacinque ai quarantanove anni al basale il declino nei dieci anni nel ragionamento, indicato come il cambiamento / range di test × 100, era -3,6% (95% intervallo di -4,1% al -3,0%) e in quelli dai sessantacinque ai settanta di età -9,6% (-10,6% al -8,6%). Nelle donne il calo era rispettivamente pari a -3,6% (-4,6% a -2,7%) e a -7,4% (-9,1% a -5,7%). Il confronto degli effetti sezionali longitudinali e trasversali di età suggeriva che il declino era sovrastimato nelle donne nell’ultimo caso a causa delle differenze di coorte in materia d’istruzione. Per esempio, nelle donne di età dai quarantacinque ai quarantanove anni l'analisi longitudinale mostrava un ragionamento diminuito del -3,6% (-4,5% a -2,8%), ma gli effetti trasversali suggerivano un calo del -11,4% (-14,0% a -8,9%). In conclusione, comunque, lo studio dimostrava che il declino cognitivo era già evidente nella mezza età dai quarantacinque ai quarantanove anni.