La riserva cognitiva ne influenza il declino?
Archana Singh-Manoux del Paul Brousse Hospital, Villejuif, France e collaboratori, sulla base che la riserva cognitiva si associa a un minor rischio di demenza e considerando poco chiara la misura con cui nell’invecchiamento si delinea il possibile decadimento cognitivo, hanno voluto esaminare da diversi punti l'impatto di tre marker di riserva sulla funzione cognitiva e sul suo declino nella tarda età adulta (Annals of Neurology Volume 70, Issue 2, pages 296–304, August 2011). Hanno, quindi, arruolato dal Whitehall II cohort study 5.234 uomini e 2.220 donne di età media di cinquantasei anni (deviazione standard = 6) al basale. Hanno valutato tre volte per più di dieci anni la memoria, il ragionamento, il vocabolario, la fluidità fonetica e semantica. Hanno utilizzato modelli misti lineari per valutare l'associazione tra i marcatori di riserva (altezza, istruzione e professione) e il declino cognitivo, utilizzando i cinque test cognitivi e di un punteggio cognitivo globale, composto di questi stessi test. Tutte le tre misure di riserva si associavano con la funzione cognitiva di base, essendo più forti con l'occupazione e più deboli con l'altezza. Tutte le funzioni cognitive, tranne il vocabolario, diminuivano nel corso dei dieci anni di follow-up. Nella prova cognitiva globale non vi era una maggiore diminuzione nel gruppo ad alta occupazione (-0,27; intervallo di confidenza al 95% [IC], da -0,28 a -0,26), rispetto al gruppo intermedio (-0,23, 95% IC, -0,25 a -0,22 ) e a quello basso (-0,21, 95% IC, -0,24 a -0,19), p = 0,001. Il declino nei gruppi di riserva, definiti attraverso l'istruzione (p = 0,82) e l'altezza (p = 0,55), era simile. In conclusione, nel corso della vita adulta la performance cognitiva era notevolmente più alta nei gruppi con elevata riserva. Tuttavia, il tasso di declino cognitivo non risultava diverso tra i gruppi di riserva con l'eccezione dell’occupazione, dove nei casi di alta entità c'era qualche evidenza di essere maggiore.