Quali gli effetti della religione, spiritualità o filosofia di esistenza nei bambini in pericolo di vita?
Hexem KR e collaboratori del Children's Hospital of Philadelphia hanno, per loro parte, chiesto, in uno studio prospettico di coorte a sessantaquattro genitori di bambini in cure palliative, informazioni sul possibile ricorso alla RSLP (religion, spirituality or life philosophy) nella loro difficile circostanza di vita (J Palliat Med. 2011 Jan;14(1):39-44). La maggior parte dichiarava che la RSLP era avvertita come un importante ausilio nella gestione dei momenti difficili e che loro stessi partecipavano formalmente a comunità religiose o nutrivano un senso di spiritualità personale. Una minoranza, però, non ha voluto discutere per niente sull'argomento. Quelli che confessavano la loro RSLP, avevano anche credenze e pratiche corrispondenti alla loro visione complessiva della qualità della vita, delle questioni di bontà e capacità umane, fermi nella convinzione che tutto accade nella vita per una ragione. La RSLP era anche importante per definire il valore attribuito al bambino e per le credenze su quanto era riservato al proprio figliolo dopo la morte. La preghiera e la lettura della Bibbia in questo gruppo erano fondamentali pratiche spirituali, ritenute capaci di influenzare le prospettive sulle circostanze mediche, sul processo decisionale e sul controllo della situazione. Con la partecipazione alle pratiche religiose, i genitori dichiaravano un senso di pace, conforto e guida morale, il positivo sostegno delle comunità spirituali e di Dio. Alcuni genitori, però, riferivano anche di aver messo in discussione la loro fede sino a sentimenti di rabbia e di colpa verso Dio, rigettando le convinzioni e le comunità religiose.