Livelli di 25 (OH) D e stato di salute
Diversi altri tessuti possiedono gli enzimi per tale ciclo di metabolizzazione ma, poiché il prodotto epatico è la principale forma circolante, è proprio la concentrazione sierica di 25 (OH) D che viene utilizzata solitamente per la valutazione dello patrimonio vitaminico di un individuo. A causa delle differenze metodologiche dei test di misurazione e delle caratteristiche delle popolazioni, tuttavia, non c'è ancora un globale consenso sui valori di cutoff che definiscano l’insufficienza della vitamina o la sua carenza. C'è, quindi, qualche disaccordo circa gli esatti livelli di 25-idrossi-vitamina D necessari per una buona salute.
In effetti, una sua concentrazione sierica inferiore ai 10 ng / mL (25 nmol / L) si associa a malattie di più grave carenza, come il rachitismo nei neonati e nei bambini e l’osteomalacia negli adulti. Una concentrazione superiore ai 15 ng / ml (37,5 nmol / L) è, invece, comunemente considerata adeguata per le persone in buona salute. Livelli superiori ai 30 ng / ml (75 nmol / L) sono generalmente proposte come auspicabili per la salute ottimale, senza, però, prove sufficienti a sostegno. I livelli costantemente superiori ai 200 ng / ml (500 nmol / L) sono, d’altro canto, ritenuti potenzialmente tossici, anche se i dati sugli esseri umani sono scarsi. In studi su animali i valori fino a 400 ng / ml (1.000 nmol / L) non sono risultati associati a tossicità, rivelatasi, di solito, dopo assunzione di integratori in eccesso. L'ipercalcemia è normalmente la causa dei sintomi. In tal caso spesso si riscontrano quantità di vitamina superiori ai 150 ng / ml (375 nmol / L), anche se in alcuni casi essa può risultare normale. I soggetti trattati con alte dosi di vitamina, comunque, devono misurare periodicamente i livelli sierici del calcio. In caso di prolungata assunzione di vitamina, superiore ai 250-1250 μg/die, quindi, si possono verificare fenomeni di tossicità acuta o cronica con comparsa di nausea, diarrea, ipercalciuria, ipercalcemia, poliuria, calcificazione dei tessuti molli. Generalmente ciò avviene allorché i livelli circolanti di vitamina “D” superano i 100 ng/ml. Per evitare ciò, è consigliabile non superare un'assunzione giornaliera di 50 μg/die. Al tale proposito, bisogna notare che l’aumento della massa grassa, propria delle persone in sovrappeso, si associa inversamente con i livelli sierici di 25 (OH) D in modo da confondere i rapporti tra i bassi livelli di vitamina e le condizioni che si verificano più spesso nei casi di obesità, come la sottostima della 25 (OH) D totale del corpo. Tuttavia, siccome la vitamina “D” è liposolubile, le quantità eccedenti possono essere immagazzinate nei tessuti grassi e utilizzate durante i mesi invernali, quando l'esposizione al sole è limitata.