Tamoxifene, trombosi venosa profonda ed embolia polmonare
Rohini K. Hernandez e collaboratori dell’University School Boston, hanno condotto uno studio su 16.289 donne del database del Danish Breast Cancer Cooperative Group del periodo 1990 - 2004, affette da carcinoma mammario positivo per il recettore estrogenico (ER+) allo stadio I o II, di età tra i 45 e i 69 anni (Cancer 2009; 115: 4442-4449). Il trattamento con tamoxifene ha fatto registrare nei primi 2 anni un aumentato rischio di trombosi venosa profonda ed embolia polmonare (RR=3.5). Nei primi 5 anni, poi, il rischio è stato dell'1.2%, rispetto allo 0.50% delle donne che non avevano assunto il farmaco. Successivamente, il rischio non è particolarmente aumentato (RR=1.5 ). Inoltre, durante i primi 2 anni di trattamento il rischio è apparso più elevato nelle più anziane, rispetto alle donne più giovani. Lo studio sembra indicare, pertanto, che i primi 2 anni di terapia con tamoxifene rappresentano il periodo cruciale per il monitoraggio del rischio di trombosi venosa profonda ed embolia polmonare, in particolare nelle donne anziane.