LA DEFIBRILLAZIONE ELETTRICA
Nel 1947 Claude Beck, professore di chirurgia alla Case Western Reserve University Hospital di Cleveland, eseguì, per la prima volta, una defibrillazione elettrica a torace aperto su di un ragazzo di quattordici anni, operato per un difetto congenito al torace e che aveva avuto un arresto cardiaco. Dopo il massaggio cardiaco manuale, eseguito per quarantacinque minuti, fu usato il defibrillatore con successo. Naum L. Gurvich, fisiologo russo, nel 1940, per primo, suggerì la defibrillazione con onda bifasica, utilizzando un condensatore per erogare la scossa elettrica. Gurvich introdusse anche la "stimulatory theory of defibrillation". Purtuttavia, fino ai primi anni del 1950, la defibrillazione cardiaca fu possibile solo a cavità toracica aperta durante intervento chirurgico, mentre la tecnica con elettrodi applicati esternamente attraverso la gabbia toracica al cuore con corrente alternata, superiore a 1000 volt, fu introdotta dal V. Eskin con l'assistenza di A. Klimov a Frunze, in URSS nella metà degli anni ‘50.
Oggi i defibrillatori possono essere esterni, transvenosi o innestati, secondo il tipo di dispositivo utilizzato. I dispositivi esterni, noti come defibrillatori automatici esterni (DAE), sono in grado di ristabilire il ritmo cardiaco, potendo essere usati con successo con una semplice formazione propedeutica. Nel 1952 Paul M. Zoll, direttore della Clinica cardiologica a Beth all’Israel Hospital, dimostrò definitivamente che la stimolazione elettrica esterna del torace di un paziente durante l'arresto cardiaco era in grado di produrre un battito cardiaco efficace. Nel 1956, utilizzando per primo con successo la defibrillazione esterna per ristabilire il ritmo cardiaco e contribuendo in modo significativo a ridurre la mortalità dei pazienti, sviluppò anche il sistema di visualizzazione dell'attività elettrica del cuore su di un oscilloscopio. Ottenne la registrazione di ogni battito cardiaco con un segnale acustico e l'allarme al momento di arresto, come avviene nei moderni reparti di unità intensiva coronarica. Nel 1960 scoprì che la cardioversione elettrica esterna era efficace per porre fine alla tachicardia sopraventricolare e alla tachicardia ventricolare, procedura ampiamente utilizzata ancor oggi nel trattamento di queste aritmie, risultando più sicura della somministrazione di forti dosi di farmaci antiaritmici. Nel 1964 sviluppò il metodo di stimolazione elettrica diretta del cuore a lungo termine, attraverso l’impianto di un pacemaker, innovazione tecnologica ancor oggi di grande diffusione in tutto il mondo. Nel 1973 ricevette l'Albert Lasker Award for Clinical Medical Research, noto anche come il "Nobel dell'America", per gli importanti risultati ottenuti in campo scientifico e terapeutico. Nel 1977 gli fu conferito il titolo di professore emerito di Medicina Clinica dell'Harvard Medical School, mentre i suoi dispositivi si aggiornavano e diffondevano continuamente in tutto il mondo, anche in campo pediatrico. Nel 1992 fondò la società pubblica ZOLL Medical Corporation: An Innovator in Resuscitation, presto diventata leader di mercato per questa tecnologia. La defibrillazione è divenuta, così, il trattamento definitivo delle aritmie cardiache pericolose per la vita, la fibrillazione ventricolare e la tachicardia ventricolare senza polso.
La defibrillazione consiste nell’utilizzo di una dose terapeutica di energia elettrica applicata al cuore mediante il defibrillatore. Questa dose di energia depolarizza una massa critica di muscolo cardiaco, interrompendo l'aritmia, con il conseguente ripristino di un ritmo emodinamicamente efficace. Nel 1966 a Belfast, fu allestita su ambulanza la prima unità di defibrillazione a corrente continua, alimentata da batterie. Gli anni ‘70 videro la progettazione di apparecchi sperimentali, in grado di rilevare automaticamente la fibrillazione ventricolare. Infine, nel 1986 venne la forte spinta alla diffusione della metodica con l’immissione sul mercato dei defibrillatori semiautomatici. Questi apparecchi sono caratterizzati da un peso limitato e sono dotati della capacità di diagnosticare automaticamente la fibrillazione ventricolare istruendo l’operatore al suo impiego con comandi vocali. In seguito, le disposizioni di legge hanno permesso l’utilizzo dei defibrillatori semiautomatici anche al personale “laico” (ovvero non sanitario), purché opportunamente addestrato. Esse, di fatto, hanno consentito il raggiungimento di successi significativi, pubblicati su tutte le riviste scientifiche. Va ricordato, tra i tanti esempi, il 59% di sopravvivenza ottenuto in un casinò di Las Vegas e la defibrillazione efficace in tredici pazienti su quattordici a bordo degli aerei di una compagnia di volo statunitense.
Commenti
Ho creato un museo elettrico virtuale che mi farebbe piacere una vostra visita on line.
Cordiali saluti nino vadalà.
www.museolaluce.com
su googlle: museo nino vadalà
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