"LE SCUOLE CLINICHE ITALIANE" di Giovanni Federspil
Volume di 67 pagine, edito dalla Casa Editrice “Padova University Press” (www.padovauniversitypress.it) - Pubblicazione: giugno 2011
Costo: € 12,00
Presento con piacere l’ultimo elaborato del prof. Giovanni Federspil che conoscevo poco, ma che stimavo e stimo parecchio. L’inizio del mio interesse verso il pensiero di questo Maestro risale nel lontano settembre 1985, quando a Sorrento si celebrò l’86° Congresso della Società Italiana di Medicina Interna. In quell’occasione fui spettatore di una brillante ed esaustiva messa a punto della “Metodologia Medica” esposta da Cesare Scandellari e da Giovanni Federspil. Da quel periodo mi avvicinai all’epistemologia medica leggendo tra i miei Autori preferiti anche i non pochi lavori di Giovanni Federspil. Ho avuto modo di ascoltarlo successivamente durante Congressi e Convegni e sempre mi ha lasciato qualcosa da poter in seguito approfondire nei particolari.
Il lavoro o meglio la ricerca che ci propone su “Le Scuole Cliniche Italiane” è sfortunatamente una delle sue ultime fatiche ed ancora una volta, ritengo, che abbia centrato l’argomento per l’interesse culturale che offre e per la logica di sviluppo del tema. Le notizie biografiche dell’Autore precedono una presentazione dei curatori della ricerca elaborata da G. Realdi, C. Scandellari, N. Sicolo e R. Vettor, ove sono riportati importanti contributi sulla formazione di Federspil ed in particolare sull’interesse per i problemi inerenti al concetto di “Scuola”: “… menzionava spesso l’appartenenza del personaggio a questa o a quella scuola …”.
L’Autore inizia la sua fatica con un sintetico, ma ritengo abbastanza dimostrativo sviluppo storico della medicina tutto finalizzato a comprendere il concetto di “Scuola”. Dall’inizio “naturalistico” ovvero dalle Scuole filosofico-mediche (Mileto e Crotone) passa a descrivere quelle greche e romane. Ci ricorda la nascita delle prime “Scuole Mediche” tra cui quella di Cos. L’idea di “Scuola” lentamente assumeva significati nella storia, cioè l’interesse che alcuni medici avevano per il “medesimo orientamento dottrinale e/o terapeutico”.
Federspil. prima di soffermarsi sulla “Scuola Salernitana”, ci offre una visione delle “Scuole” dell’Islam con originali “orientamenti di pensiero”. Proseguendo nel tempo, sempre in modo sintetico, ci sottolinea la nascita durante il periodo rinascimentale delle Università e le scoperte scientifiche della medicina, in particolare dell’anatomia e della fisiologia, messe a punto (‘500, ‘600 e ‘700) da ricercatori “isolati”.
Durante la rivoluzione francese nacquero i primi Ospedali di tipo assistenziale, non più centrati sulla carità e sulla solidarietà. Questi si orientarono all’aggregazione, ovvero a costruire gruppi di studio (“Scuole Mediche”), caratterizzandosi essenzialmente per l’insegnamento, per la conoscenza scientifica e per le specializzazioni. Si manifestò lentamente un nuovo modo di fare medicina e di studiare il paziente.
Nel volume viene ben sottolineato come nel 1800 si realizzarono ricerche importanti e si fissarono metodi diagnostici ancora oggi validi, come la percussione, l’auscultazione e l’obiettivizzazione dei fenomeni specie con la medicina di laboratorio. Si ragionava sulla malattia, si rifletteva in gruppo, vi era un medico che dirigeva (il Maestro) ed altri medici più o meno giovani che lo seguivano (Allievi), cercando di ricavarne la massima efficacia culturale (le prime Scuole e i primi Capi-Scuola).
Nel 1861 dopo l’Unità d’Italia, fa notare Federspil, si può iniziare a parlare di “Scuole Cliniche Italiane”. Queste si differenziarono sempre più sulla base delle nuove conoscenze scientifiche fatte da eccellenti scienziati, come Virchow e Pasteur. Sfortunatamente però osserva Federspil alla caratterizzazione scientifica si legarono nella maggior parte dei casi alcuni fattori sociali, come il potere accademico che spesso era disgiunto da quello culturale.
Al termine di questo excursus l’Autore ci riporta 36 linee genealogiche di “Scuole Cliniche Internistiche”: dal Maestro iniziale, fondatore della Scuola, sino a Colleghi che abbiamo conosciuto anche bene perchè a noi coetanei. In realtà Federspil identifica dall’Unità d’Italia 10 Scuole internistiche, le quali generarono 36 alberi genealogici.
Nelle conclusioni, precedute da un’esposizione sui materiali e metodi seguiti ed utilizzati per la ricerca sulle “Scuole Cliniche” (rigore nella ricerca!), Federspil ci regala alcune riflessioni tra cui vorrei sottolineare come tutti gli scienziati, anche quelli medici, lavorano “nella maggior parte dei casi all’interno di, e fanno parte di tradizioni culturali”: quindi, un lavoro condiviso con interscambi culturali che produce risultati.
Il Volume termina con interessanti appunti elaborati dal prof. Giovanni Federspil e finalizzati alla Lezione di Commiato dai suoi studenti (21.01.2010), perchè aveva terminato il percorso accademico.
In conclusione, si tratta di un Volume ben impostato graficamente, agile, semplice da leggere, ricco di spunti per riflettere su questo aspetto finora, ritengo, poco valorizzato dalla Storia della Medicina nonostante che tutti con diverse gradazioni apparteniamo a Scuole Mediche o meglio a Scuole Cliniche.