Sei qui: Notiziario AMEC Anno 2014 notiziario Ottobre 2014 N.9 ECCESSO DI PESO E RISCHIO DI TUMORI MALIGNI DELL’APPARATO DIGESTIVO - Obesità addominale e rischio di cancro del fegato e delle vie biliari

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notiziario Ottobre 2014 N.9 ECCESSO DI PESO E RISCHIO DI TUMORI MALIGNI DELL’APPARATO DIGESTIVO - Obesità addominale e rischio di cancro del fegato e delle vie biliari

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Indice
notiziario Ottobre 2014 N.9 ECCESSO DI PESO E RISCHIO DI TUMORI MALIGNI DELL’APPARATO DIGESTIVO
Sostanziale l’aumento del rischio di cancro con l’eccesso di peso
Obesità viscerale e rischio dell'esofago di BARRETT
Obesità e cancro gastrointestinale
Obesità e rischio di cancro colorettale
Sovrappeso dell'adolescente e rischio di futuro tumore colorettale
Obesità addominale e rischio di cancro del fegato e delle vie biliari
Obesità e cancro del pancreas
Sovrappeso dell'adolescente e rischio futuro di tumore del pancreas
Tutte le pagine

Obesità addominale e rischio di cancro del fegato e delle vie biliari

L’obesità ha recentemente attirato molta attenzione come fattore di rischio per il cancro al fegato. Ciò prevalentemente in ragione del crescente interesse sulla steatoepatite non alcolica, condizione comune di patologia della ghiandola. Peraltro, recenti studi suggeriscono che l'obesità può avere un ruolo nello sviluppo del cancro al fegato nella cirrosi alcolica o nell’epatite virale, ma anche nella popolazione generale.
Per quanto riguarda il rischio di cancro della colecisti, esso suole aumentare con gli alti valori della BMI. Com’è noto, questo cancro è relativamente infrequente ma altamente letale. L'obesità può entrare in causa:

  • alterando il metabolismo dei lipidi e degli ormoni endogeni,
  • influenzando la motilità della colecisti,
  • aumentando il rischio di calcoli biliari,
  • svolgendo, quindi, un ruolo di fattore di rischio per il cancro.

Sun B della Nanjing Medical University, China, partendo proprio dal presupposto che nel 21° secolo anche nei paesi in via di sviluppo l'obesità è diventata un problema di salute pubblica universale e importante in crescente aumento negli adulti ma anche nei bambini, ha ribadito i risultati degli ampi studi epidemiologici sul suo forte legame con lo sviluppo e la progressione di vari tipi di tumori (J Hepatol.  2012; 56(3):704-13).
In particolare, il collegamento tra obesità e cancro del fegato è particolarmente forte e l'obesità spesso si traduce in malattie come la NAFLD (non-alcoholic fatty liver disease) e la più grave NASH (non-alcoholic steatohepatitis). Quest’ultima è caratterizzata da un’infiammazione del fegato grasso imputata di provocare fibrosi e cirrosi. Quest'ultima patologia è un noto fattore di rischio di cancro al fegato. Nei fatti, grazie all’elevata prevalenza dell’obesità, essa può contribuire all’onere complessivo del carcinoma epatocellulare, molto più sostanzialmente dell’infezione dei virus dell'epatite. L’Autore nella sua produzione ha passato in rassegna e ha discusso i recenti progressi scientifici rivolti alla delucidazione delle alterazioni cellulari e molecolari e delle vie di segnalazione associate con l'obesità e l’infiammazione del fegato e il loro contributo alla epatocarcinogenesi.
Tanaka K della Saga University, Japan e collaboratori hanno esaminato sistematicamente gli studi epidemiologici sul sovrappeso / obesità e il cancro del fegato tra le popolazioni giapponesi. La ricerca è stata effettuata in termini di ampiezza di associazione in ogni studio e della forza delle prove, da convincenti, a probabili, possibili, o insufficienti, insieme alla plausibilità biologica (Jpn J Clin Oncol.  2012; 42(3):212-21).
Tra i nove studi di coorte identificati, cinque, di cui quattro su pazienti con malattia epatica cronica e uno sui residenti locali, facevano registrare un’associazione positiva da debole a forte, mentre quattro, di cui uno su un paziente con epatite B e tre su residenti locali, non riscuotevano nessuna associazione [rischio relativo riassuntivo per aumento di un’unità d’indice di massa corporea (kg / m 2) 1.07, intervallo di confidenza 95%: di 1,03-1,10]. Tutti e tre questi studi caso-controllo identificati, due su pazienti cirrotici e uno sui sopravvissuti alla bomba atomica, riportavano una forte associazione positiva (sintesi del rischio relativo 1.31, intervallo di confidenza 95%: 1,12-1,53).
Nel complesso, il rischio relativo di sintesi è stato stimato in 1,13 (intervallo di confidenza 95%: 1,07-1,20) e gli individui in sovrappeso / obesi avevano un rischio relativo di 1.74 (intervallo di confidenza 95%: 1,33-2,28) rispetto a chi aveva un peso normale / basso.
In conclusione, il sovrappeso o l'obesità aumentavano probabilmente, in misura moderata, il rischio di cancro primario del fegato tra la popolazione giapponese.
Schlesinger S dell’University of Kiel, Germany e collaboratori, con il presupposto delle evidenze già acquisite sull’associazione positiva tra l’obesità generale e rischio di cancro del fegato e delle vie biliari, hanno voluto esplorare più precisamente il ruolo dell’adiposità centrale (Int J Cancer.  2013; 132(3):645-57).
Gli Autori hanno, così, utilizzato modelli di Cox multivariati per indagare in 359.525 uomini e donne dell’European Prospective Investigation into Cancer and Nutrition study le associazioni tra peso, indice di massa corporea, circonferenza vita e fianchi, rapporto vita-fianchi e vita-altezza (WHtR), variazioni del peso durante l'età adulta e il rischio di carcinoma epatocellulare (HCC), di cancro del sistema biliare intraepatico (IBDC) e del dotto extraepatico [EBDSC], tra cui il cancro della colecisti (GBC). Misuravano anche in un sottogruppo di studio caso-controllo lo stato dei virus epatite B e C. Nel corso di un follow-up medio di 8,6 anni occorrevano 177 casi di HCC, cinquantotto di IBDC e 210 di EBDSC, tra cui settantasei di GBC. Tutte le misure antropometriche erano positivamente associate al rischio di HCC e GBC. Il WHtR mostrava, in particolare, la più forte associazione con il HCC. Il rischio relativo (RR), che confrontava i terzili estremi, era 3.51, l’intervallo di confidenza al 95% (IC 95%) era 2,09-5,87, il p <0.0001. Con il GBC si otteneva anche un risultato positivo (RR: 1,56, 95% IC: 1,12-2,16 per un incremento di un’unità in WHtR). L'aumento di peso durante l'età adulta era associato positivamente con il HCC quando si confrontavano i terzili estremi (RR: 2,48, IC 95%: 1,49-4,13; <0.001). Nessuna associazione statisticamente significativa si osservava tra l’obesità e il rischio di IBDC e di EBDSC.
I risultati portavano gli Autori a rilevare l’evidenza di un'associazione tra l’obesità, in particolare quella addominale, e il rischio di HCC e GBC tanto da supportare la raccomandazione di sanità pubblica di ridurre il peso in età adulta per la prevenzione dello HCC e dello GBC nelle popolazioni occidentali.



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