Obesità e cancro gastrointestinale
In Italia si contano poco più di 69.000 persone, nel 55% maschi e nel 45% femmine, affette da carcinoma gastrico, corrispondenti al 3,1% del totale dei pazienti oncologici. Nel 2013 sono stati diagnosticati circa 13.200 nuovi casi della malattia, attualmente al quinto posto in ordine d’incidenza tra gli uomini e al sesto tra le donne, corrispondendo al 5% di tutti i tumori nei maschi e al 3% nelle femmine. La mortalità è corrisposta a quasi 10.000 decessi con il 58% nei maschi. La sopravvivenza a cinque anni per i casi insorti nel 2005-2007 si è confermata bassa con il 34% nei maschi e il 36% nelle femmine, ma con modesto aumento rispetto ai periodi precedenti.
Da ricordare che l’HP (Helicobacter pylori) può indurre la gastrite cronica e che l’infezione rappresenta il principale fattore di rischio per il carcinoma dello stomaco.
Peraltro, stili di vita errati, come l’abitudine al fumo, il basso consumo di frutta e verdura, l’eccessiva alimentazione di carni rosse, il consumo di cibi conservati con sale e/o affumicati sono ritenuti anche pregiudizievoli per l’insorgenza della malattia.
Anche la tilosi, condizione molto rara dovuta a un'aberrazione genetica, è comunemente associata con il cancro esofageo. In questa malattia si riscontra anche un’ipercheratosi delle palme e delle piante dei piedi.
Yang P della Sichuan University, China e collaboratori, volendo studiare la relazione tra l’eccesso del peso corporeo e il rischio del cancro gastrico, hanno condotto una revisione sistematica e una metanalisi degli studi di coorte pubblicati nei meriti dal 1950 in poi (Eur J Cancer. 2009 Nov;45(16):2867-73.).
Gli Autori hanno, così, identificato dieci studi per un numero totale di 9.492 casi di cancro gastrico su una popolazione di studio di 3.097.794 individui.
Nel complesso, il peso corporeo in eccesso, definito dall’indice di massa corporea (BMI), si associava a un aumentato rischio della neoplasia maligna [odds ratio (OR) = 1.22; Intervalli di confidenza (IC) 95% = 1,06-1,41]. In particolare, un'analisi stratificata mostrava che il peso corporeo in eccesso era associato a un aumentato rischio del cancro cardiale [OR degli individui in sovrappeso e obesi (BMI> 25), = 1.55, IC 95% = 1,31-1,84] e gastrico tra i non asiatici (OR degli individui in sovrappeso e obesi, = 1.24, IC 95% = 1,14-1,36). Tuttavia, l'analisi stratificata dimostrava che non vi era alcun nesso statisticamente significativo tra l’eccesso del peso corporeo e il cancro gastrico nei seguenti sottogruppi:
- maschi (OR degli individui in sovrappeso e obesi, = 1.22, IC 95% = 0,96-1,55), femmine (OR individui in sovrappeso e obese, = 1.13, IC 95% = 0,65-1,94),
- cancro gastrico non-cardiale (OR soggetti in sovrappeso e obesi, = 1,18, IC 95% = 0,96-1,45),
- asiatici (OR individui in sovrappeso e obesi= 1.17, 95% IC = 0,88-1,56).
In definitiva, i risultati combinati di questa metanalisi indicavano che il sovrappeso e l'obesità erano associati a un aumentato rischio del cancro gastrico. La forza dell'associazione aumentava anche con l'aumentare dei livelli della BMI.
Dal loro canto, Donohoe CL del St James' Hospital, Dublin, Ireland e collaboratori, sulla base delle emergenti evidenze della forte associazione tra obesità e cancro gastrointestinale, hanno compiuto una recensione di tipo epidemiologico e fisiopatologico nei meriti (Br J Surg. 2010; 97(5):628-42).
I numerosi studi epidemiologici selezionati riconoscevano, invero, negli obesi un aumento del rischio dell’adenocarcinoma esofageo e del colon-retto, mentre lo stesso per le altre neoplasie gastrointestinali risultava meno robusto. Il sesso, peraltro, sembrava avere un ruolo importante. I putativi meccanismi fisiopatologici di collegamento includevano il fattore di crescita insulino-simile, le adipocitochine e gli steroidi sessuali.
In conclusione, gli Autori dallo studio traevano il suggerimento di migliorare la comprensione dei meccanismi di legame tra le due patologie per scoprire i bersagli d'intervento.
Inoltre, lo stesso Autore e collaboratori, considerando, quindi, l’asse dell’IGF (insulin-like growth factor) 1 un importante mediatore nell’associazione tra l’obesità e il cancro, hanno esaminato in seguito la sua relazione e quella del suo recettore (IGF-1R) nell’adenocarcinoma esofageo, anch’esso fortemente legato all'obesità. Gli Autori hanno, così, selezionato un totale di 220 pazienti in cui i livelli di IGF-1 totale e libero risultavano significativamente aumentati nel siero dei pazienti con obesità viscerale (Br J Surg. 2012 Mar;99(3):387-96. doi: 10.1002). Le analisi d’espressione genica nei tumori rivelavano una significativa associazione tra lo stato di obesità sia con il IGF-1R (P = 0,021) sia con il IGF-1 (P = 0.031). Peraltro, l’analisi TMA (tissue microarrays) nei tumori resecati dimostrava che l’espressione dell'IGF-1R era significativamente più alta nei pazienti con obesità viscerale, rispetto a quelli di peso normale (p = 0.023). La sopravvivenza per specifica malattia era, inoltre, più lunga nei pazienti con negativizzazione dell’espressione dell’IGF-1R, rispetto a quelli con positività IGF-1R (media 60,0 contro i 23,4 mesi, p = 0,027).
In conclusione, lo studio evidenziava l'associazione tra l'asse IGF con obesità viscerale e un potenziale impatto sulla biologia dell’adenocarcinoma esofageo attraverso il suo recettore.