ADOLESCENTI CON BASSA VITAMINA "D" PIÙ PREDISPOSTI AI FATTORI DI RISCHIO CARDIOVASCOLARE
Jared P Reis e coll. del Johns Hopkins Medical Institutions, Baltimore, sulla base che crescenti evidenze indicano la carenza di vitamina D negli adulti, ma non negli adolescenti, come possibile aumento del rischio d'ipertensione, diabete e malattia cardiovascolare, hanno analizzato i dati di 3.577 adolescenti dai 12 ai 19 anni, nel 51% maschi, che hanno partecipato al NHANES 2001-2004 (National Health and Nutrition Examination Survey) (AHA 49th Annual Conference on Cardiovascular Disease Epidemiology and Prevention; March 11, 2009; Palm Harbor).
Gli adolescenti presentavano 25 (OH) D media nel siero di 24,8 ng/mL e quelli con i livelli nel quartile più basso (<15 ng / mL) dimostravano, con maggiore probabilità, la sindrome metabolica, l'iperglicemia e l'ipertensione, rispetto a quelli con i livelli nel quartile più alto (> 26 ng / mL).
La media dei livelli di vitamina è stata più bassa negli afro-americani (15,5 ng /mL), intermedia negli americani del Messico (21,5 ng/mL) e più alta nei bianchi (28,0 ng/mL), probabilmente per la differente presenza di melanina nella pelle. Bassi livelli di vitamina sono stati, anche, fortemente associati con il sovrappeso e l'obesità addominale (p <0,001 per entrambi), probabilmente per sequestro della sostanza nel tessuto adiposo. Secondo alcune ricerche, la carenza di vitamina negli adulti e negli adolescenti è aumentata considerevolmente negli ultimi 20 anni, come, peraltro, riportato nel marzo 2009 dal National Health and Nutrition Examination Survey 1988-1994 and 2001-2006 negli Stati Uniti. I dati di tale studio hanno riportato che la prevalenza d'ipovitaminosi 25 (OH) D nel siero, sotto gli 11 ng/mL, è passata dal 2,6% del 1988 – 1994 al 9,2% del 2005-2006. La prevalenza nel corso del periodo 2001-2006 è salita al 28% sino al 40% in caso di definizione di soglie di 20 ng/ml e al 70% sino all'80% in caso di cutoff di 30 ng/ml. L'American Academy of Pediatrics, in ragione di ciò, raccomanda, infatti, di seguito un apporto giornaliero di vitamina pari a 400 UI, che può derivare dal consumo di latte, pesce azzurro o cibi fortificati o dall'esposizione dai 10 ai 15 minuti al sole. Da notare, però, che altri esperti suggeriscono fabbisogni di almeno 1000 UI il giorno.