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Indice
Notiziario marzo 2010 N°3
Fosforo serico come marker di rischio cardiovascolare
Integrazioni di calcio/vitamina “D” ed eventi cardiovascolari
Ipovitaminosi “D” e fattori di rischio CV
Revisione degli studi più recenti su 25 (OH) D e pressione arteriosa
Carenza di vitamina “D” associata con un aumento della mortalità
Carenza di vitamina “D”: fattore di rischio per il cuore?
Maggiori evidenze sull’aumento di mortalità in carenza di vitamina “D”
Adolescenti con bassa vitamina “D” più predisposti ai fattori di rischio CV
Legame genetico tra la vitamina “D” e scompenso
Lo studio WHI CAD
Ipovitaminosi “D” razza e mortalità cardiovascolare
Statina e livelli di vitamina “D”
La vitamina “D” riduce il lavoro cardiaco?
Supplementazione di calcio/vitamina “D” ed eventi cardiovascolari
È, dunque, certo il legame della vitamina “D” con le malattie cardiovascolari?
Lo studio VITAL
Tutte le pagine

MAGGIORI EVIDENZE SULL'AUMENTO DI MORTALITÀ IN CARENZA DI VITAMINA "D"

Michal L Melamed e coll. dell'Albert Einstein College of Medicine, Bronx, NY hanno seguito 13.331 adulti, dai 20 anni e oltre, (Arch Intern Med 2008; 168: 1629-1637) per esplorare l'associazione tra livelli di vitamina "D" e mortalità per tutte le cause, per il cancro e per gli accidenti cardiovascolari nella popolazione generale del NHANES III (Third National Health and Nutrition Examination Survey NHANES). I livelli di vitamina dei partecipanti sono stati raccolti tra il 1988 e il 1994 e gli individui sono stati seguiti per la mortalità passivamente sino al 2000. L'età, il sesso femminile, la razza non bianca, il diabete, il fumo in corso e il maggiore indice di massa corporea (IMC) sono risultati indipendentemente associati a un livello carenziale più elevato di vitamina (quartile inferiore di 25 [OH]D <17,8 ng/mL). Durante 8,7 anni di follow-up, ci sono state 1.806 morti, di cui 777 per malattia cardiovascolare e, dopo aggiustamento multivariato, il quartile più basso rispetto al più alto di vitamina (> 32,1 ng/mL) ha presentato un rapporto di tasso di mortalità di 1,26 (IC 95% 1,08-1,46) con un rischio attribuibile alla popolazione del 3,1%. Il rapporto del tasso di mortalità cardiovascolare tra il più basso quartile vs il più alto è stato 1,20 (IC 95% 0,87-1,64) e 0,91 per la mortalità per cancro (IC 95% 0,62-1,31). In conclusione i quartili con i più bassi livelli di vitamina "D" presentavano un rischio di mortalità per tutte le cause del 26% più elevato e un simile rischio di mortalità aumentato per malattia cardiovascolare, sebbene quest'ultimo non fosse statisticamente significativo. Non si evidenziava, invece, un'associazione tra bassi livelli di vitamina e la mortalità per cancro o altre cause di morte. Il rischio di mortalità per i quartili più bassi di vitamina "D" è stato più evidente in coloro senza malattia cardiovascolare all'inizio dello studio, rispetto a coloro che la dichiaravano nell'anamnesi, suggerendo che, forse, il ruolo della vitamina "D" nella malattia cardiovascolare si realizza prima che la malattia sia stabilita. Inoltre, come in altri studi, gli AA. hanno trovato che in alcuni sottogruppi dello studio, in particolare nelle donne, i livelli molto elevati di vitamina potevano essere dannosi, portando a consigliare 'livelli ottimali' con controlli periodici nella cura dell'osteoporosi, dell'obesità e delle minoranze etniche. Il consiglio più sensato, per chi vuole garantire il livello ottimale di vitamina, comunque, rimane quello di spendere dai 10 ai 15 minuti il giorno al sole e di mangiare cibi arricchiti, come il latte e pesce grasso.



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