LO SCOMPENSO CARDIACO
L
'insufficienza cardiaca o scompenso è una malattia progressiva in un cuore debole con danni provocati da diverse cause. Si manifesta con ritenzione di liquidi e inadeguato flusso sanguigno ai tessuti. Questo disturbo progressivo deve essere gestito non solo in base allo stato del cuore ma anche in rapporto alla condizione della circolazione polmonare, del sistema neuroendocrino e di altri organi. Difatti, oltre che a livello del cuore sono presenti altre alterazioni come l'insufficienza renale, l'ipertensione, la malattia vascolare aterosclerotica, il diabete, accrescendo la problematica della diagnosi e della terapia. Infine non trascurabile è l'impatto psicologico e sociale che lo scompenso suole provocare suole paziente e la collettività.
Si può concludere che l'insufficienza cardiaca è una conseguenza di danni cumulativi al cuore nella vita del paziente. Essa è molto frequente e rappresenta la prima causa di ricovero ospedaliero, rappresentando così una malattia dagli alti costi sociali. La sua prevalenza, percentuale di presenza nella popolazione, raddoppia approssimativamente per ogni decade di vita, così che bisogna considerare un suo aumento progressivo in rapporto all'invecchiamento demografico della popolazione odierna. Anche quando i sintomi sono assenti o controllati, la ridotta funzionalità del cuore implica una ridotta sopravvivenza del malato. La sua caratteristica principale, come detto, è l'accumulo dei liquidi nell'organismo, soprattutto nelle parti declivi sottostanti alla gravità. Se il cuore diventa meno efficiente come pompa, il corpo cercherà un compenso. Cerca, difatti, attraverso ormoni e segnali nervosi di aumentare il volume del sangue, trattenendo acqua nei reni. È su questa base che si ultimamente orientata tutta la strategia del trattamento dello scompenso. Si verifica sintomatologicamente il breve respiro, l'edema, il ristagno dei liquidi nei polmoni e nel corpo, la riduzione del flusso ematico. L'incapacità del cuore di pompare sangue ai muscoli e organi, che determina la sensazione di astenia, faticabilità, non è sempre evidente nelle prime fasi dello scompenso cardiaco e si nota solo quando si aumenta l'attività fisica, verificandosi, dopo, anche a riposo. I sintomi clinici a causa dello scarso flusso di sangue ai tessuti possono essere la difficoltà nell'esercizio fisico, l'affaticamento, le vertigini.
La diagnosi poggia soprattutto sulla storia ed i sintomi denunciati dal paziente ma viene convalidata, soprattutto nelle forma iniziali da esami specifici come l'ecocardiogramma che dimostra non solo un cuore ingrandito e con ridotta funzionalità, ma anche con lesioni come un infarto pregresso o attuale. Nel caso di una compromissione cardiaca più evidente delle sezioni destre del cuore prevarranno i segni di uno scarso reflusso di liquido dal corpo, con conseguente gonfiore ed edema dei tessuti, mentre per le sezioni sinistre prevarrà l'edema polmonare con la dispnea ossia la brevità di respiro e la fame d'aria per incapacità del cuore sinistro di pompare adeguatamente sangue ossigenato dai polmoni. Sulla base di quanto riportato è utile evitate l'eccesso di sale nella dieta, il soprappeso, il consumo di vino, birra, aperitivi, digestivi, superalcolici, il fumo. È, invece, opportuno camminare tutti i giorni e, comunque, seguire attività fisica senza eccedere, eseguire tutti gli anni la vaccinazione antinfluenzale, seguire scrupolosamente le indicazioni del medico non dimenticando i controlli e gli esami periodici. La terapia del medico da, assumere anche quando ci si sente bene, è rivolta, in genere, ad eliminare o ridurre i disturbi come faticabilità, astemia, mancanza di respiro, migliorando la durata e qualità della vita. È opportuno consultare il proprio medico in caso di un peggioramento dei sintomi, di aumento di peso progressivo, di effetti indesiderati da farmaci, di aggravamento del gonfiore alle caviglie, di sensazione di battito cardiaco anormale, di tosse stizzosa insistente, di febbre, di dolore soprattutto al petto o, comunque, di altro che possa angosciare per novità o gravità. Spesso l'inadeguata risposta alla terapia è dettata dalla scarsa compliance farmacologica individuale, dalla comparsa di patologie concomitanti o dall'uso di farmaci aggravanti lo scompenso ed usati per altre ragioni come FANS (farmaci antidolorifici non steroidei), antiaritmici- tranne l'amiodarone-, Calcio antagonisti -tranne l'amlodipina e la nifedipina- i corticosteroidi, i triciclici, il litio, il carbenoxolone, per certi veris i beta bloccanti. Il ricovero deve essere programmato in caso di sospetto di ischemia miocardica acuta (infarto), edema polmonare che non risponde alle cure iniziali, scompenso refrattario anche dopo intervento del cardiologo, ipotensione con sintomi o sincope, oligo-anuria con scarsità di urine, grave malattia extracardiaca concomitante, impossibilità di assistenza domiciliare.