Mortalità cardiovascolare in diminuzione dall'ultimo decennio
Come riportato da Medscape, l'AHA (American Heart Association) ha indicato una nuova serie di obiettivi da raggiungere entro il 2020 per migliorare del 20% la salute cardiovascolare di tutti gli americani e per ridurre sempre del 20% le morti. Questi obiettivi introducono un nuovo concetto di salute cardiovascolare definita in:
- ideale in assenza di malattia clinicamente manifesta unitamente alla presenza simultanea di livelli ottimali di sette parametri, di cui quattro comportamentali, come il non fumare, seguire una sufficiente attività fisica, consumare un modello di dieta sano, mantenere un bilancio energetico per un peso corporeo normale, e tre fattori di salute, come il colesterolo totale, la pressione arteriosa e la glicemia a digiuno ottimali in assenza di trattamento farmacologico.
- Intermedia.
- Povera.
Con questo concetto di salute cardiovascolare l’AHA ha voluto concentrare l’attenzione sulla prevenzione cardiovascolare, promuovendo gli sforzi per la rimozione dei comportamenti errati, non sani e per sollecitare il controllo per tutta la durata della vita dei livelli dei biomarcatori legati alla salute cardiovascolare.
In particolare, Alan S. Go dell’University of California, San Francisco e collaboratori nel loro rapporto hanno riportato che nel 2010 uno su tre decessi degli americani adulti era stato causato da malattie cardiovascolari con il totale di circa 2.150 morti ogni giorno, corrispondenti a un americano morto ogni quaranta secondi (Circulation. 2014;129).
Per altro verso, dal 2000 al 2010 i decessi per le malattie cardiovascolari segnavano una diminuzione del 31% con il 16,7%. di morti annui. Così che, nel 2010 il numero dei decessi per malattie cardiovascolari era 235,5 per 100.000 persone con il peggiore rilievo di 369,2 a carico dei maschi afroamericani. In particolare, uno su sei morti era dovuto a malattia coronarica con circa 380.000 persone nel 2010, corrispondendo a un evento coronarico ogni trentaquattro secondi e una morte coronarica ogni ottantatré secondi. Inoltre, dal 2000 al 2010 anche il numero dei decessi attribuiti all’ictus era diminuito del 35,8%, pur rimanendo sempre preoccupante la quota degli 800.000 nuovi o ricorrenti casi ogni anno.
Nel 2010 l’ictus negli Stati Uniti aveva causato circa un morto ogni diciannove e in media un americano ne era stato colpito ogni quaranta secondi con un decesso ogni quattro minuti.
Secondo l’AHA, sforzi di controllo sull'ipertensione sembrano aver avuto un effetto sostanziale sulla diminuzione della mortalità dell’ictus. Inoltre, il controllo del diabete mellito e dell’ipercolesterolemia e programmi per smettere di fumare, in combinazione con il trattamento dell’ipertensione, sembra anche di aver contribuito al calo della mortalità per l’ictus.
Pur tuttavia, anche se c'è stato un miglioramento nel controllo dell'ipertensione il 33 % degli adulti, o meglio settantotto milioni di americani risultavano affetti dall'ipertensione. Peraltro, la prevalenza negli afro-americani era del 44%. Altro dato preoccupante era che quasi venti milioni di americani erano diabetici, corrispondendo allo 8.3% della popolazione, numeri che dovrebbero essere nettamente superiori se si considera che circa 8,2 milioni non ricevevano la diagnosi di diabete. Per quanto riguarda l’ipercolesterolemia, la stima corrispondeva al 14 % degli americani. Non a caso, il numero di procedure ospedaliere cardiovascolari è risultato in aumento negli Stati Uniti. Tra il 2000, con 5,9 milioni di procedure eseguite, e il 2010, con 7,6 milioni c'è stato un aumento del 28%. Così che il costo totale diretto e indiretto delle malattie cardiovascolari e dell’ictus è stato stimato a più di 315 miliardi dollari, superiore a quello del cancro di $ 201.000.000.000.
Peraltro, anche Laura C. Maclagan dell’Institutes for Clinical Evaluative Sciences, Toronto – ON e collaboratori per esaminare in modo completo la salute cardiovascolare dei canadesi, hanno sviluppato l’indice di salute CANHEART (Cardiovascular Health in Ambulatory Care Research Team). Gli Autori hanno analizzato le tendenze comportamentali e i fattori per monitorare la salute cardiovascolare della popolazione canadese (CMAJ 2013. DOI:10.1503). Hanno utilizzato per questo i dati del Canadian Community Health Survey 2003-2011 [escluso il 2005] con tassi di risposta del 70% -81 % per esaminare le tendenze della prevalenza dei sei fattori di salute cardiovascolare e dei comportamenti, come fumo, attività fisica, consumo di frutta e verdura, sovrappeso / obesità, diabete, ipertensione, tra gli adulti canadesi di età compresa di venti anni o oltre.
Hanno definito i criteri ideali per ognuno dei sei parametri di salute e il loro numero ha definito l'indice di salute CANHEART per valori corrispondenti a zero per il peggiore e a sei per il migliore o ideale. Un indice CANHEART separato è stato sviluppato per l'età giovanile dai dodici ai diciannove anni. Questo indice ha incluso quattro fattori di salute e comportamenti, quali il fumo, l’attività fisica, il consumo di frutta e verdura e il sovrappeso / obesità. Hanno, quindi, determinato la prevalenza della salute cardiovascolare ideale e il punteggio dell'indice medio di salute CANHEART, stratificato per età, sesso e provincia. Durante il periodo di studio l'attività fisica e il consumo di frutta e verdura negli adulti canadesi erano aumentati, mentre il fumo diminuito. Invece, la prevalenza del sovrappeso / obesità, dell’ipertensione e del diabete era aumentata. Nel 2009-2010 il 9,4% degli adulti canadesi era in salute cardiovascolare ideale, il 53,3% in intermedia con 4-5 fattori o comportamenti ottimali, e il 37,3% in cattive condizioni con 0-3 fattori o comportamenti ottimali. Le donne erano in salute cardiovascolare ideale nel doppio percentuale rispetto agli uomini con il 12,8 vs il 6,1%. Tra i giovani la prevalenza del fumo era diminuita, mentre quella del sovrappeso / obesità era aumentata. Nel 2009-2010 il 16,6% dei giovani canadesi era in salute cardiovascolare ideale, il 33,7% in intermedia con tre fattori o comportamenti ottimali e il 49,7% in cattive condizioni di salute cardiovascolare con 0-2 fattori o comportamenti ottimali.
In definitiva, meno di uno su dieci adulti e di uno in cinque giovani canadesi erano in salute cardiovascolare ideale nel periodo 2003-2011. Questi dati stimolavano a intensificare e ampliare l’attività di promozione della salute per soddisfare gli obiettivi dell’Heart and Stroke Foundation of Canada mirati a migliorare la salute cardiovascolare dei canadesi del 10% entro il 2020, secondo le misure dell'indice di salute CANHEART.