I gravosi costi delle malattie cardiovascolari
Secondo una nuova dichiarazione dell’AHA (American Heart Association), nei prossimi venti anni oltre il 40% della popolazione degli Stati Uniti dovrebbe essere affetta da una qualche forma di malattia cardiovascolare.
Tutto ciò, che si può tradurre come condizione di esempio per tutte le nazioni economicamente sviluppate, porterà a triplicare il totale dei costi sanitari diretti di cura per l'ipertensione, la malattia coronarica, l’insufficienza cardiaca, l’ictus e le altre forme di malattie cardiovascolari. Si dovrebbe passare dagli attuali 273.000 milioni dollari a più di 800 miliardi. In effetti, le stime di prevalenza delle malattie cardiovascolari conducono a presumere che esse, senza alcuna modifica alle tendenze di prevenzione e trattamento, aumenteranno di circa il 10% nei prossimi venti anni. Infatti, se alcuni fattori di rischio, come il diabete e l'obesità, continueranno a crescere così rapidamente, la prevalenza delle malattie cardiovascolari e i costi connessi potrebbero aumentare ancora di più, hanno affermato Paul Heidenreich del Veteran Affairs Palo Alto Health Care System CA e collaboratori nel rapporto del 24 gennaio 2011. Allo stato attuale, le malattie cardiovascolari sono la principale causa di morte negli Stati Uniti e determinano il 17% della spesa sanitaria complessiva.
In particolare, le spese mediche delle malattie cardiovascolari sono aumentate con un tasso medio annuo del 6% e la crescita dei costi è stata associata a un aumento della speranza di vita, dando dimostrazione indiretta che sono in gran parte prevenibili. Le ultime stime di prevalenza per il 2030 per l'ipertensione, malattia coronarica, insufficienza cardiaca e ictus sono desunte dal NHANES 1999-2006 (National Health and Nutrition Examination Survey) e dal Census Bureau. La proiezione dei costi medici, associati con la malattia cardiovascolare, ha utilizzato il Medical Expenditure Panel Survey 2001-2005. Entro il 2030 la prevalenza delle malattie cardiovascolari è prevista in aumento del 9,9%. In particolare, la prevalenza dell’infarto e dell’ictus sarà aumentata di circa il 25%. I costi totali diretti, secondo le stime AHA, saliranno a 818 miliardi di dollari entro il 2030 e il costo indiretto totale in termini di perdita di produttività per gli Stati Uniti sarà circa di $ 275.000.000.000.
I dati mostrano che l’ipertensione ha la previsione del maggior costo sanitario, in parte verosimilmente a causa dell'invecchiamento demografico. Peraltro, l'aumento dei tassi dell’obesità sta contribuendo, di certo, al crescere di quelli dell’ipertensione. L'AHA ha osservato che le spese mediche a valle della pressione alta, comprendendo anche il suo impatto sulle malattie cardiovascolari e sull’ictus, quasi raddoppiano i costi. Tale dato di fatto va considerato attentamente nella selezione degli obiettivi di cura con interventi precoci per modificare i futuri costi totali delle malattie cardiovascolari.
Il CARDIA (Coronary Artery Risk Development in Young Adults), in effetti, è lo studio che ha suggerito la prevenzione delle malattie cardiovascolari quanto prima nella vita. Nel CARDIA, difatti, i livelli dei fattori di rischio in individui di età inferiore ai trenta anni sono risultati predittivi dell’aterosclerosi subclinica quindici anni più tardi. I dati, peraltro, hanno mostrato che anche modesti miglioramenti nei precedenti fattori di rischio producevano un impatto di sostanziale maggiore riduzione più tardi nella vita. Bisogna, quindi, incoraggiare nel campo della salute pubblica politiche più efficaci, basate sulle evidenze in combinazione con i sistemi e gli approcci ambientali. Bisogna, insomma, applicare tassativamente la prevenzione, la diagnosi precoce e la gestione dei fattori di rischio delle malattie cardiovascolari. Attraverso una combinazione di una migliore prevenzione dei fattori di rischio e del loro trattamento, si potrà ridurre la proiezione dell'impatto sanitario ed economico delle malattie cardiovascolari nel mondo intero.