Il quadro clinico dell'episodio depressivo maggiore
Il quadro clinico dell'episodio depressivo maggiore è riportato nel DSM-IV-TR (American Psychiatric Association. Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorder, Text Revision. 4th Edition. Washington, DC: American Psychiatric Association; 2000). È definito come una sindrome per due settimane di almeno cinque dei seguenti sintomi che causano clinicamente uno stress significativo o menomazione nel campo sociale, lavorativo o di altre importanti aree funzionali, ma con almeno uno riguardante lo stato d'animo depresso o la perdita d'interesse o di piacere:
- Umore depresso, ma anche irritabile per i bambini e gli adolescenti.
- Riduzione d'interesse o anedonia, come perdita di piacere per quasi tutte le attività.
- Significativa variazione del peso o disturbi dell'appetito, ma per i bambini anche fallimento nell'aumento ponderale previsto.
- Disturbi del sonno con insonnia o ipersonnia.
- Agitazione o rallentamento psicomotorio.
- Fatica o perdita di energia.
- Percezione d'inutilità o eccessivo senso di colpa.
- Ridotta capacità di pensare o concentrarsi, incertezza.
- Pensieri ricorrenti di morte, di suicidio.
- Rifiuto interpersonale di lunga data, tentativo di suicidio o piano specifico per il suicidio.
Per soddisfare i criteri della depressione maggiore, questi sintomi devono rappresentare un cambiamento e presentarsi per la maggior parte della giornata. La depressione minore è, a tale riguardo, simile a quella maggiore per presenza di due settimane dell'umore depresso o dell'anedonia. Tuttavia, il paziente lamenta minori disturbi rispetto ai cinque necessari per la diagnosi della forma maggiore. Per altro verso, la distimia è caratterizzata dall'umore depresso per la maggior parte della giornata e per la maggior parte dei giorni, come riferito dallo stesso paziente e/o da chi lo osserva, per almeno due anni, con presenza almeno di due dei seguenti sintomi: scarso appetito o polifagia/bulimia, bassa autostima, insonnia o ipersonnia, scarsa concentrazione o difficoltà nel prendere decisioni, senso di stanchezza e sentimenti di disperazione. I pazienti con distimia, in genere, hanno un minor numero di quei sintomi necessari per la diagnosi della depressione maggiore. Tra il DSM-IV e l'ICD-10 ci sono molte somiglianze nella definizione di un episodio, ma la struttura della diagnosi è un po' diversa, poiché il primo sistema fa un uso molto più esteso degli indicatori diagnostici, mentre il secondo concettualizza episodi di depressione maggiore che vanno da lievi a gravi, con diverse soglie del sintomo.
Inoltre, il DSM-IV prevede criteri d'inclusione e di esclusione più specifica non contenuti nell'ICD-10. Altre condizioni incluse nella sindrome possono essere: il diminuito interesse o piacere in almeno uno dei sintomi o l'umore depresso, il disagio significativo o la compromissione delle funzioni sociali, della professione o di altre importanti aree, la mancanza di azioni dirette scatenanti da parte di sostanze o condizioni mediche generali, assenza di criteri che soddisfino un episodio misto, come quelli maniacali e depressivi, assenza persistente di giustificazione per lutto, presenza di marcata compromissione funzionale, preoccupazione morbosa con inutilità, ideazione suicidaria, sintomi psicotici o rallentamento psicomotorio, mancanza di sovrapposizione di schizofrenia, di disturbo schizofreniforme, di quello delirante o di NOS (psychotic disorder not otherwise specified).
In qualsiasi modo, il disturbo depressivo può essere classificato come lieve, moderato o grave e può verificarsi con o senza sintomi psicotici, che possono essere congruenti o incongruenti con lo stato dell'umore. Inoltre, la depressione può essere, come già riportato, in remissione totale o parziale e, quando dura più di due anni consecutivi, deve essere diagnosticata come cronica. I fattori di rischio per la cronicità sono, peraltro, l'età avanzata, la persistenza dei fattori stressanti, l'abuso di sostanze, la mancanza o l'inadeguatezza di trattamento, il temperamento, la predisposizione biologica.