La depressione post-partum
Molte donne, in effetti, e in particolare se adolescenti o a basso reddito, presentano sintomi depressivi durante la gravidanza. Le evidenze della ricerca hanno collegato il disturbo a fattori di rischio, quali l'abuso d'alcol e di droga e il fumo, che possono portare a gravidanze con risultati sfavorevoli. Più comune e studiata è, invece, la depressione che interviene insidiosamente dopo il parto, costituendo un problema potenzialmente molto grave. In effetti, in questo periodo la maggioranza delle donne tende a presentare uno stato transitorio disforico dell'umore e circa il 13% di soggetti di ogni estrazione culturale e razziale è afflitta da una vera forma di DDM, definita nella comunità scientifica come depressione post partum in caso d'insorgenza fino a un anno dall'evento. Tale condizione, peraltro tipicamente sotto diagnosticata in più della metà dei casi, causa generalmente una grave sofferenza e può influire anche negativamente socialmente e cognitivamente sul bambino. I risultati più seri sono relativi, in effetti, alla turbativa del matrimonio con possibilità di portare al divorzio e anche al suicidio, ma anche all'abbandono dei minori o al loro abuso e infanticidio. Nei bambini di madri depresse è possibile che si verifichi l'insicurezza, la bassa autostima e anche la riduzione delle capacità intellettuali o dello sviluppo del linguaggio.
La causa specifica della depressione post-partum è spesso non rilevabile, ma possono essere implicati vari fattori fisiologici e psicosociali, come un disturbo depressivo maggiore o l'ansia durante la gravidanza o una storia più remota di disturbo depressivo maggiore, un disturbo disforico premestruale, uno stress eccessivo della vita prima del concepimento, la mancanza di un sostegno sociale, i problemi coniugali, la povertà di risorse e la giovane età materna. Comunque, la malattia deve essere sostenuta da condizioni multifattoriali tra cui la rapida diminuzione dei livelli plasmatici di estrogeni e di progesterone dopo la gravidanza, l'ipotiroidismo post-partum o le malattie autoimmuni della tiroide, la privazione del sonno, e / o circostanze di vita difficili.
In effetti, al momento del parto nel plasma materno i livelli degli estrogeni e del progesterone cominciano a cadere rapidamente e, dato che alle concentrazioni fisiologiche sono ben noti i loro effetti neuropsichici, si è portati a supporre una loro azione anche in concomitanza della loro riduzione. Nei topi, i recettori GABAA del cervello, la cui stimolazione favorisce il rilassamento e la tranquillità, sono down-regolati durante la gravidanza dai neurosteroidi derivati dal progesterone. Questi recettori poi subiscono un rapido rimbalzo nel post-partum ed è interessante notare che i topi con i recettori GABAA difettosi hanno un tasso significativamente più elevato di depressione post-partum con sintomi quali anedonia, essendo anche più propensi a trascurare i loro cuccioli o addirittura a loro cannibalismo. Alcuni studi, svolti a tale proposito con trattamento di progestinici sintetici o estrogeni trans dermici, sembrano confermare un vantaggio in tale malattia, per cui allo stato attuale sembrerebbe valida l'ipotesi eziologica tra steroidi placentari e depressione post partum. D'altro canto, altri studi hanno suggerito che i disturbi del sonno possono talvolta causare la depressione post partum, piuttosto che esserne un effetto. In effetti, in questo particolare periodo della loro vita le mamme non sempre possono dormire quando ne hanno bisogno perché devono prendersi cura dei loro bambini. Pertanto, queste donne, soprattutto se hanno tendenza alla depressione, possono risentire maggiormente della fatica. Comunque, in conclusione la depressione maggiore a volte causa l'insonnia, ma l'insonnia probabilmente contribuisce alla depressione post partum. La melatonina, ormone prodotto nel sonno dalla ghiandola pineale, comincia a crescere nel plasma nel momento dell'andare a dormire, raggiungendo il picco alle 3:00 circa per poi cadere a livelli quasi impercettibili. Bennett S della Johns Hopkins University Bloomberg School of Public Health, Baltimore e collaboratori, sulla base della scoperta nel 2001 che l'esposizione alla luce blu dello spettro visibile, della particolare lunghezza d'onda di circa 470 nm, sopprime la produzione della melatonina e che le neo mamme hanno bisogno di alzarsi durante la notte per prendersi cura dei loro bambini, proprio quando l'ormone è normalmente alto nel sangue, hanno arruolato in un piccolo trial clinico donne con depressione post-partum (Med Hypotheses. 2009 Aug;73(2):251-3. Epub 2009 Mar 28). Alcune pazienti sono state fornite di occhiali e di lampadine che bloccavano la luce blu. Altre sono state dotate di occhiali e lampadine colorate che sembravano, ma non bloccavano i raggi che causano la soppressione della melatonina. Quelle con gli occhiali veri mostravano un recupero nella malattia un po' più prontamente rispetto a quelle con gli occhiali e le lampadine placebo. In conclusione, tale studio darebbe valore all'ipotesi che il rischio di depressione post-partum può essere ridotto quando una neo mamma eviti di esporsi alla luce blu nelle alzate notturne per accudire il proprio bambino. Pertanto, a tutte le neo mamme si può consigliare di usare occhiali e lampadine che bloccano la luce blu al momento di alzarsi di notte poiché l'interruzione consequenziale della normale produzione di melatonina potrebbe diventare una concausa della depressione post partum.
I sintomi, come umore fluttuante, pianto, irritabilità e ansia, sono per la maggior parte transitori e relativamente miti nella depressione post partum, tuttavia, nel 10-15% dei casi determinano una forma invalidante e persistente di depressione e nello 0,1-0,2% dei casi vera e propria psicosi. Il quadro si risolve in genere spontaneamente entro le prime due settimane dopo il parto e, se lieve, risparmia le funzioni materne. Se intervengono i segni e i sintomi della depressione maggiore per più di due settimane con profonda tristezza, ansia o disperazione, possono realizzarsi, però, condizioni che interferiscono con le capacità funzionali della madre e con rischio di danno per se stessa e/o per il bambino.
Estel Gelabert dell'Universitat Autònoma de Barcelona e collaboratori, sulla base che il perfezionismo, pur generalmente associato in una prospettiva multidimensionale alla malattia depressiva, non risultava abbastanza chiarito nel periodo postnatale, hanno esaminato 122 donne con DDM post-partum, secondo lo Structured clinical interview for DSM-IV axis I disorders (SCID-I, DSM-IV), e 115 donne sane dopo il parto, utilizzando il FMPS (Frost Multidimensional Perfectionism Scale), strumento per la valutazione delle sei dimensioni di perfezionismo: la preoccupazione per gli errori, gli standard personali, le aspettative dei genitori, la critica dei genitori, il dubbio sulle azioni e l'organizzazione (J Affect Disord. 2012 Jan;136(1-2):17). Gli autori hanno considerato altre variabili, come la nevrosi, la storia psichiatrica, il sostegno sociale, gli eventi della vita, le combinazioni genotipiche, secondo l'espressione del trasportatore della serotonina (polimorfismi del 5-HTTLPR e dello Stin2 VNTR). La prevalenza di alto perfezionismo è stata maggiore nel gruppo DDM post-partum, rispetto a quello di controllo (34% vs 11%, p <0,001) e anche i modelli multivariati confermavano l'alto perfezionismo come fattore indipendentemente associato alla malattia. In particolare, l'alta preoccupazione per gli errori aumentava di oltre quattro volte la probabilità di DDM post-partum. (OR = 4,14, IC 95% = 1,24-13,81). La nevrosi, la positività della storia personale psichiatrica e la bassa espressione del genotipo della 5-HTT in uno dei loci erano identificate come fattori indipendenti. In conclusione, essendo l'alto grado di perfezionismo e, in particolare, l'alta preoccupazione per gli errori la dimensione della personalità associata alla DDM post-partum, ne derivava, secondo gli autori, la raccomandazione di valutazione attenta insieme con altri fattori per migliorare l'individuazione delle donne a rischio di depressione post-partum per gli interventi precoci a loro beneficio.