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notiziario Marzo 2012 N°3 - DEPRESSIONE COME MALATTIA SISTEMICA III^ parte - QUADRI CLINICI DELLA DEPRESSIONE

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Indice
notiziario Marzo 2012 N°3 - DEPRESSIONE COME MALATTIA SISTEMICA III^ parte
QUADRI CLINICI DELLA DEPRESSIONE
Il quadro clinico dell'episodio depressivo maggiore
Il disturbo depressivo con caratteristiche di malinconia
Il disturbo depressivo con caratteristiche catatoniche
Il disturbo depressivo distimico
Il disturbo depressivo psicotico
La depressione atipica
La depressione stagionale
La depressione nell'adolescente
La depressione nella donna
La depressione post-partum
La depressione nell'anzianoKatharine
Il binomio depressione - demenza
La sindrome ansioso-depressiva e la depressione con disturbo di panico.
Sindrome depressiva e sindrome della bruttezza immaginaria
PROGNOSI DELLA DEPRESSIONE
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QUADRI CLINICI DELLA DEPRESSIONE

L'inquadramento clinico della depressione si pone, soprattutto ai fini dell'intervento terapeutico, il problema di definire la soglia tra normalità e patologia. A tale proposito, già l'uso diversificato della terminologia corrente, inclusi i molti aggettivi, complica tale condizione. In effetti, comunemente si riferisce alla depressione lo stato di pura e semplice demoralizzazione o tristezza, sperimentata dalla quasi totalità degli uomini in qualche fase della vita. I medici, invece, pronunciano nel suo caso una condizione di vera e propria patologia. Tale dato determina, quindi, già in partenza un possibile difetto di comunicazione medico/paziente. Generalmente, la maggior parte delle persone affette da disturbo depressivo maggiore si presenta al controllo clinico con un aspetto normale. Solo nei casi più gravi si può constatare una mancanza d'igiene o un'alterazione del peso. Si può rilevare un ritardo psicomotorio, come rallentamento o perdita dei movimenti spontanei, oltre a un appiattimento o perdita di reattività, tanto da influire come espressione emotiva. Si possono aggiungere agitazione psicomotoria o irrequietezza. Il linguaggio, se non normale, può essere lento, monotono, privo di spontaneità e di contenuti. L'esordio può essere brusco con improvvisa o rapida comparsa della sintomatologia, o graduale con presenza di sintomi prodromici, quali: labilità emotiva, astenia, insonnia, cefalea, ridotto interesse sessuale, scarso appetito, difficoltà di concentrazione, diminuito interesse nelle normali attività. La fase di stato è caratterizzata da una sintomatologia piuttosto uniforme nei diversi episodi. Sono individuabili alcune varietà fenomeniche, con la melanconia, i sintomi psicotici, l'ansia, l'agitazione, le espressioni catatoniche. Sono spesso riconoscibili variazioni circadiane dei sintomi dell'umore con oscillazioni dell'intensità dei sintomi entro le ventiquattro ore e con più frequente miglioramento serotino. Le complicanze sono, in genere, caratterizzate da gesti autolesivi e si aggiungono solitamente all'abuso di alcolici, di benzodiazepine e di stimolanti. Le complicanze di natura medica sono spesso la disidratazione, gli squilibri idroelettrolitici, le malattie fisiche intercorrenti.

La durata della malattia è variabile, da quattro a sei mesi di media, e in rapporto anche all'intervento terapeutico, ma è possibile la cronicizzazione. La risoluzione può essere brusca, soprattutto nelle forme che fanno parte di un disturbo bipolare, graduale con attenuazione progressiva della sintomatologia, fluttuazione della gravità e ritorno ai precedenti livelli di adattamento. Gli esiti possono prevedere la risoluzione incompleta con il persistere di sintomi residui. Si può, peraltro, assistere a un episodio singolo oppure a una forma ricorrente con due o più episodi depressivi maggiori, ricordando che per considerare separati gli stessi eventi deve intercorrere tra loro almeno un intervallo di due mesi consecutivi durante il quale non devono essere soddisfatti i criteri per un episodio depressivo maggiore. La valutazione di una sindrome depressiva deve, d'altra parte, tener conto: della gravità sintomatologica, della disabilità, della comorbidità, dell'età, dell'adattamento e disponibilità alle cure, dei fattori stressanti, del supporto, della cronicità.



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