Ondate di calore e decessi soprattutto metropolitani
La WMO (World Meteorological Organization), invero, non ha ancora formulato una definizione standard di ondata di calore, per cui essa in diversi paesi si basa sul superamento dei valori soglia della temperatura, stabilita attraverso la valutazione della serie storica dei più alti valori osservati in una specifica area. Un'ondata di calore è, quindi, definita riguardo alle condizioni climatiche di un'area specifica. Ciò, però, non rende possibile la definizione di una temperatura soglia di rischio, valida per tutte le latitudini. Pur tuttavia, di massima, oltre ai valori termici e all'eventuale grado di umidità relativa, le ondate di calore sono definite dalla loro durata temporale. In Italia è in corso di sperimentazione lo HHWWS (Heat Health Watch Warning System) per riuscire a prevedere e, quindi, limitare gli effetti nocivi delle ondate anomale di calore che in Europa nel 2003 hanno prodotto gravi danni alla collettività. Il sistema, già utilizzato negli Stati Uniti, partendo dall'analisi dei dati meteorologici, urbanistici e socio – economici a livello di città, permette di ottenere, due o tre giorni prima dell'evento, una previsione del livello atteso di criticità, utile per predisporre le adeguate misure di prevenzione. Peraltro, sono in uso diverse tabelle per meglio comprendere empiricamente la percezione di disagio e il rischio per la popolazione, in funzione della temperatura e dell'umidità relativa.