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notiziario giugno 2011 n°5 - SOLE E SALUTE - Radiazioni solari e prevenzione del rischio

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Indice
notiziario giugno 2011 n°5 - SOLE E SALUTE
Le radiazioni solari
Condizioni che incidono sulla variazione delle radiazioni UV
I tipi di pelle sulla base della reattività al sole
Radiazioni solari e prevenzione del rischio
Radiazioni solari, colpo di sole e colpo di calore
Ondate di calore e decessi soprattutto metropolitani
Le categorie dell'indice di Thom
Caldo e malattie cardiovascolari
Caldo e diabete mellito, obesità, asma bronchiale
Caldo e sclerosi multipla, LES, rosacea
Caldo e farmaci
Livelli di rischio delle condizioni meteorologiche e indirizzi utili
Tutte le pagine

Radiazioni solari e prevenzione del rischio

Alla luce di quanto riportato può essere opportuno, pertanto, riassumere che:

  • Le radiazioni UV rappresentano circa il 7% dell'energia del sole, ma che anche i raggi infrarossi A (IRA) (760-1.440 nm) possono costituire un fattore di danno ambientale alla pelle con alterazioni dell'espressione genica delle cellule, invecchiamento accelerato, sviluppo del cancro.
  • La latitudine, l'essere più vicino all'equatore rende più potenti i raggi del sole.
  • Con l'altitudine aumenta la radiazione UV del 4-5% ogni 300 mt sopra il livello del mare.
  • L'acqua, la sabbia, il cemento e la neve riflettono il 90% dei raggi UV, aumentando le possibilità di danno alla pelle.
  • Le radiazioni UV non sono correlate solo al calore. Le nuvole, la foschia, le goccioline d'acqua, infatti, hanno la proprietà di potenziare i raggi UV. In inverno il riflesso della neve può raddoppiare i raggi UV del sole.
  • I dispositivi di abbronzatura artificiale sono altrettanto dannosi.
  • La completa fotoprotezione topica può essere ottenuta soltanto con mezzi che difendono contro le UVB, le UVA e le IRA.
  • L'insistente abbronzatura e le scottature vanno evitate, indossando abiti e cappelli con tese larghe, utilizzando occhiali da sole e applicando creme solari.
  • L'abbronzatura non è segno di pelle sana. Essa è solo l'evidenza del cambiamento di colore della pelle per danno solare, senza per di più rappresentarne una difesa per il futuro.
  • Il numero di episodi di scottature solari aumenta proporzionalmente le possibilità di sviluppo del cancro della pelle poiché i danni si accumulano con tutti gli episodi.
  • L'attività all'aria aperta va programmata evitando l'esposizione solare nei picchi d'intensità di luce, ossia nel range orario dalle ore 10.00 alle 16.00. Conviene, quindi, trascorrere all'ombra il tempo tra le undici e le quindici, assicurandosi sempre di non bruciarsi.
  • Uno dei modi migliori per proteggersi dal sole consiste nello stare sotto copertura senza dimenticare che nessun presidio d'ombra può offrire la protezione completa.
  • Alcune linee guida raccomandano l'uso di creme solari 15, mentre altre consigliano di iniziare con le 30. Comunque, il minimo consigliato è lo SPF (sun protection factor) di 15 fotostabile, cioè con efficacia duratura, non alterata dall'esposizione solare. Pur tuttavia, si consiglia di utilizzare almeno la SPF 30, in particolare per i bambini.
  • Con i fattori di protezione elevati l'abbronzatura si realizza sempre, ma più lentamente e meno intensamente, ma è più uniforme e dura di più. Se si ottiene l'abbronzatura in modo graduale e utilizzando la giusta protezione, l'esfoliazione della pelle è lenta e impercettibile, esattamente come quando la pelle non è esposta al sole. Pertanto, spellarsi non è normale. È un'evenienza comune, solo quando la pelle è traumatizzata.
  • Non bisogna prendere il sole senza SPF 15. L'arrossamento interviene dopo cinque ore con SPF 15 e dopo solo venti minuti senza.
  • Per risultati ottimali, riapplicare la SPF almeno ogni due ore e anche più spesso se si sta nuotando o c'è sudorazione, ricordandosi che strofinandosi con un asciugamano solitamente si rimuove la protezione.
  • La protezione solare, di almeno 15 ogni due ore, è opportuna per ridurre i rischi delle scottature, soprattutto quando si è stati già precedentemente colpiti o si è a rischio di melanoma.
  • La cute abbronzata non è protetta dagli UVA e dai danni al DNA e alle fibre elastiche. Occorre, quindi, continuare a utilizzare la protezione finché ci si espone al sole.
  • I fattori di protezione solari agiscono solo sulle UVB, mentre non esiste un sistema equivalente per i raggi UVA.
  • Un fattore di protezione alto significa una maggiore protezione, ma una crema solare di 30 non vale il doppio della 15 che offre un blocco del 93% dei raggi UVB contro il 97% della 30.
  • Alcuni ingredienti, come l'ossido di zinco e il biossido di titanio, sono in grado di fornire una protezione sia contro i raggi UVA sia contro gli UVB.
  • L'uso regolare delle creme solari protegge dalla cheratosi attinica, precursore del cancro squamoso delle cellule (Green AC, WiIliams GM, Logan V, Strutton GM. Reduced melanoma after regular sunscreen use: randomized trial follow-up. J Clin Oncol. 2011, 29:257-263).
  • L'applicazione della protezione solare va condotta in modo corretto e generoso, circa un grammo nel cavo del palmo della mano, seguendo sempre le istruzioni del produttore, soprattutto sulla pelle secca, da venti a trenta minuti prima di uscire all'aperto, in modo da dare il tempo ai prodotti chimici di essere assorbiti nella cute.
  • Attenzioni maggiori devono essere rivolte al viso, orecchie, mani, braccia e ogni zona non coperta da indumenti.
  • L'applicazione della protezione solare deve precedere sempre quella di un repellente per insetti o il trucco.
  • Le creme solari contenenti ossibenzone vanno evitate per i deboli effetti estrogenici espressi dall'agente, quando assorbito dalla pelle.
  • La protezione solare non fornisce, comunque mai, una difesa totale e ogni minuto con essa corrisponde a quindici senza, nei riguardi dei raggi UV Quindi, otto ore sotto il sole con protezione solare 15 corrispondono a trentadue minuti senza. Peraltro, i prodotti "waterproof" forniscono una protezione per almeno ottanta minuti, anche quando si nuota o v'è sudorazione. I prodotti "water resistant" possono, d'altro canto, fornire una protezione per soli quaranta minuti. Peraltro, la maggior parte dei prodotti solari scade entro due o tre anni, per cui è necessario verificarne la data di scadenza riportata sull'etichetta.
  • Le scottature solari nei bambini, che sotto i sei mesi dovrebbero spendere poco tempo al sole, vanno sicuramente evitate. Se l'esposizione risulta inevitabile, è opportuno usare un vestiario protettivo con cappellino e occhialini. Oltre i sei mesi, bisognerebbe usare creme di almeno SPF 15. I genitori, comunque, devono educare precocemente i figli, tenendo conto che anche un solo caso di grave scottatura solare durante l'infanzia o l'adolescenza può aumentare il rischio del cancro della pelle.
  • Gli agenti chimic,i foto sensibilizzanti per via orale o topica, vanno usati con estrema attenzione, limitando e anzi evitando l'esposizione a tutte le sorgenti di UVA.
  • Le integrazioni di vitamina "D" per un introito totale di almeno 400 UI il giorno sono opportune per evitare le possibili condizioni d'ipovitaminosi.
  • L'abbronzatura pre-vacanza equivale a una difesa di SPF 3 che non protegge la pelle ma, inducendo solitamente a un minor uso di creme solari, produce un risultato finale di ulteriore danno al DNA. In particolare, l'abbronzatura artificiale da lampada non è sufficiente a proteggere la pelle durante l'esposizione solare, poiché determina solo l'ossidazione della melanina superficiale con una colorazione di breve durata.
  • Tutti i tipi di pelle hanno necessità di protezione solare, per cui anche la pelle scura è soggetta al cancro della pelle. Difatti, le ultime statistiche mostrano tassi di crescita del cancro della pelle anche negli afro-americani e ispanici in USA, con più bassi tassi di sopravvivenza a cinque anni, 59%, vs l'85% dei bianchi.
  • I vetri delle finestre, chiaro standard, assorbono le UVB con lunghezza d'onda inferiore ai 320 nm, mentre non difendono dalle UVA, dalle radiazioni visibili della luce e dagli infrarossi.
  • I vetri delle automobili, in ragione del tipo e colorazione, possono avere maggiore potere di difesa dalle radiazioni solari. È opportuno, quindi, adottare vetri oscurati.
  • È opportuno l'uso di un cappello a tesa circolare larga, di almeno 5 – 7 cm per proteggere le aree maggiormente esposte al sole, come il collo, le orecchie, gli occhi, la fronte, il naso e il cuoio capelluto.
  • Un berretto colorato, tipo baseball, con circa venti centimetri di tessuto lungo i lati e il dorso, è anche un buon rimedio.
  • È anche opportuno indossare indumenti protettivi, come camicie a maniche lunghe, gonne o pantaloni lunghi. I colori chiari forniscono maggiore protezione, così pure i tessuti strettamente intrecciati, rispetto a quelli a trama rada. Difatti, se si riesce a vedere la luce attraverso un tessuto, si ha la prova che anche i raggi UV possono passare più facilmente. Inoltre, i tessuti asciutti generalmente sono più protettivi di quelli bagnati.
  • Le evidenze scientifiche hanno dimostrato che le lunghe ore al sole, senza protezione per gli occhi, aumentano la probabilità di sviluppare malattie oculari. Pertanto, nel lavoro o nello sport all'aperto o alla guida, gli occhiali proteggono contro l'abbagliamento e il danno delle radiazioni solari, se in grado di assorbire dal 99% al 100% dell'intero spettro UV, fino ai 400 nm.
  • Le lenti scure non sono necessariamente migliori perché la protezione ai raggi UV deriva dall'applicazione di una sostanza chimica invisibile e non dal colore o dalla sua tonalità. Idealmente, tutti i tipi di occhiali, tra cui quelli da vista, lenti a contatto e intraoculari e impianti utilizzati nella chirurgia della cataratta, dovrebbero assorbire l'intero spettro UV. Gli occhiali, avvolgenti a grande angolo, sono utili per una protezione più completa.
  • A proposito delle raccomandazioni sull'uso degli occhiali da sole è opportuno ribadire quanto riportato dall'American Optometric Association:
    1. indossare occhiali di protezione in qualsiasi momento di esposizione alla luce UV, anche nelle giornate nuvolose e durante i mesi invernali,
    2. usare articoli di qualità con buona protezione, che blocchi dal 99 al 100 per cento entrambi i raggi UV-A e UB-B,
    3. controllare che le lenti da sole siano in perfetta armonia di colore e prive di distorsioni e imperfezioni,
    4. scegliere lenti di colore grigio perché riducono la luminosità senza alterare il colore degli oggetti, fornendo, così, la visione più naturale,
    5. non dimenticare la protezione per i bambini e gli adolescenti, che di norma trascorrono più tempo al sole, rispetto agli adulti,
    6. non dimenticare di monitorare continuamente la salute degli occhi, in modo da mantenere sempre una buona visione,
    7. tenersi sempre aggiornati sulle più recenti condizioni in materia di protezione dei raggi UV.
  • È, comunque, opportuno affidarsi alla consulenza di uno specialista prima dell'esposizione alle UVR, soprattutto nei casi di alto rischio per il cancro della pelle, comprese le condizioni di pelle chiara, di nevi e / o di lentiggini e/o di storia familiare di melanoma. La visita di uno specialista, almeno una volta l'anno, può permettere una diagnosi precoce e il modo più sicuro di cura. Un esame regolare su tutto il corpo è, in effetti, fondamentale per la prevenzione, perché il melanoma può verificarsi su zone del corpo non esposte al sole e spesso, soprattutto se in fase iniziale, individuabili solo da un occhio esperto.
  • La maggior parte dei tumori della pelle sono superficiali, a crescita lenta e molto curabili, soprattutto se scoperti precocemente.
  • Peraltro, la prevenzione del cancro della pelle deve essere realizzata per tutto l'arco della vita.
  • In caso di nei, è buona norma fotografarli in modo da poterli confrontare nel tempo nell'aspetto.
  • La zona sospetta può non dolere né causare fastidio o prurito. Il cancro della pelle raramente provoca dolore.
  • L'autoesame da capo a piedi, ogni tre mesi, è opportuno per il controllo regolare della cute, tenendo gli occhi ben aperti sulle eventuali modifiche, soprattutto in caso di storia familiare di cancro della pelle, presenza di numerosi nei (più di 100) o di pelle molto chiara, cercando possibili asimmetrie, alterazioni dei bordi, del colore, del diametro delle lesioni. Brady MS e colleghi (Cancer 2000; 89:342-347) nella loro valutazione prospettica di 471 pazienti con melanoma di nuova diagnosi tra il 1995 e il 1998 hanno, per l'appunto, reperito che fino al 57 per cento l'autoesame era stato in grado di rilevare la lesione.
    Purtroppo, la pratica dell'autoesame è ancora non efficacemente diffusa, come anche dimostrato dallo studio di Carli P e collaboratori (Clin Exp Dermatol 2004;29:593-596) in cui solo il 28,1 per cento dei pazienti con sviluppo di melanoma l'aveva effettuata regolarmente.
  • Diversi studi indicano, peraltro, che i medici individuano più particolarmente i melanomi in una fase più piccola, rispetto ai non-medici. Nello studio di Carli emergeva, difatti, che l'80,6 per cento dei melanomi rilevati dai medici era clinicamente piccolo (<0,75 mm), rispetto al 61,9 per cento dei melanomi rilevati dai non professionisti, mentre lo spessore medio era di 0,68 vs 0,90 millimetri. Altri studi hanno dimostrato, in effetti, una differenza ancora più indicativa nello spessore, 0,23 vs 0,9 mm, tra i melanomi rilevati dai medici, rispetto a quelli scoperti dai pazienti.
  • La sede più comune del melanoma per gli uomini è il tronco, il 54%, mentre per le donne le gambe, il 45%.
  • Il cancro della pelle dimostra una storia fortemente legata al cancro del fegato, al morbo di Hodgkin, alla leucemia e al cancro dei polmoni. Le donne, con anamnesi positiva per le più comuni forme di cancro della pelle, presentano una probabilità 2,3 volte maggiore di ammalarsi di neoplasie, anche mortali, come il cancro della mammella, del polmone e del colon.
  • È consigliabile, in ogni caso, una dieta ricca di vegetali e di frutta, limitando le carni rosse e i salumi, i cibi alla brace, i salati, gli stagionati, gli affumicati e marinati. Opportuno risulta limitare al massimo gli alcolici. A tale proposito, si può ribadire che circa 1 / 3 dei casi di cancro può essere evitato con una dieta salutare.
  • È opportuno essere fisicamente attivi, seguendo sessanta minuti di attività fisica moderata o trenta minuti di attività fisica intensa il giorno. Difatti, tale stile di vita può prevenire i tumori, implementa la funzione immunitaria, abbassando i livelli del grasso corporeo, favorendo l'attività dell'apparato digerente, prevenendo l'obesità. L'esercizio fisico, comunque, aiuta a prevenire il cancro, anche se si è in eccesso ponderale.
  • Mantenere un peso salutare diminuisce il rischio di cancro. Vi sono, oramai, sicure evidenze che l'eccesso di peso rappresenta un rischio di decesso per il cancro della mammella, del colon e della prostata.



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