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notiziario marzo 2011 n°3 - LE EVIDENZE SULLA SICUREZZA DEI FARMACI - Rischio d’ipotensione grave con l’uso di CCB/macrolidi

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Indice
notiziario marzo 2011 n°3 - LE EVIDENZE SULLA SICUREZZA DEI FARMACI
lutto nel mondo scientifico
Fatali gli errori con l’uso della morfina solubile orale
Sproporzione tra i decessi per overdose di metadone e il numero delle prescrizioni
Tigeciclina ad alto rischio di eventi avversi e di morte
Complicazioni precoci della terapia con cediranib
Rischio d’ipotensione grave con l’uso di CCB/macrolidi
Steroidi e dopamina fatali nello shock settico?
Attenzione nel trattare i crampi alle gambe con il chinino
Ritiro dal mercato della sibutramina
Thelin (sitaxentan sodium) e grave danno epatico
Lorcaserin respinto dalla FDA per problemi di sicurezza
Il governo francese boccia la pillola dimagrante mediator
Divieto di utilizzo di primene
Corticosteroidi per via inalatoria e rischio di diabete
Attenzione all’'uso della terbutalina nel trattamento del parto pretermine
Uso del valproato nella gestante e gravi difetti nel nascituro
Difetti di nascita con l’uso del topiramato
Nota informativa AIFA sulle fiale di vitamina “C SALF”
Triplice combinazione antipertensiva in USA
Robot per testare la tossicità dei prodotti chimici
Tutte le pagine

Rischio d’ipotensione grave con l’uso di CCB/macrolidi

Alissa J Wright e collaboratori dell’University of Toronto, ON hanno eseguito il primo tentativo rigoroso per descrivere le conseguenze cliniche dell’interazione tra CCB (calcium-channel blockers) e antibiotici macrolidi (CMAJ 2011; DOI:10.1503/cmaj.100702). Nella loro popolazione di studio hanno analizzato circa un milione d’individui d’età superiore ai 65 anni, trattati con un singolo BCC tra il 1994 e il 2009. Di questi pazienti 7100 erano stati ricoverati in ospedale per ipotensione o shock e 176 avevano ricevuto un antibiotico macrolide. In particolare, 36 avevano usato eritromicina, 100 claritromicina e 40 azitromicina in un intervallo di sette giorni immediatamente prima del ricovero o del controllo. I ricercatori hanno, così, trovato una forte associazione tra l'uso di eritromicina e i ricoveri ospedalieri per ipotensione con un rischio quasi sei volte maggiore di bassa pressione arteriosa (odds ratio 5.8) e un rischio più basso, ma pur sempre significativo, associato all'uso di claritromicina (OR 3.7).Non si dimostrava, invece, alcun nesso di tal genere con l'utilizzo dell’azitromicina (OR 1,5). Questo effetto può trarre origine dal fatto che farmacologicamente i macrolidi, inibendo il citocromo P450, che metabolizza i CCB, determinerebbero il loro accumulo aumentandone la potenziale tossicità. Difatti, l’azitromicina, a differenza degli altri composti della stessa classe, non possiede queste proprietà. I medici devono, quindi, mostrare cautela e attenzione nell’uso di questi farmaci per evitare spiacevoli danni ai loro pazienti.



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Articoli: Martedì 11 Luglio 2023 Homepage: 27/03/2023

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