Rischio d’ipotensione grave con l’uso di CCB/macrolidi
Alissa J Wright e collaboratori dell’University of Toronto, ON hanno eseguito il primo tentativo rigoroso per descrivere le conseguenze cliniche dell’interazione tra CCB (calcium-channel blockers) e antibiotici macrolidi (CMAJ 2011; DOI:10.1503/cmaj.100702). Nella loro popolazione di studio hanno analizzato circa un milione d’individui d’età superiore ai 65 anni, trattati con un singolo BCC tra il 1994 e il 2009. Di questi pazienti 7100 erano stati ricoverati in ospedale per ipotensione o shock e 176 avevano ricevuto un antibiotico macrolide. In particolare, 36 avevano usato eritromicina, 100 claritromicina e 40 azitromicina in un intervallo di sette giorni immediatamente prima del ricovero o del controllo. I ricercatori hanno, così, trovato una forte associazione tra l'uso di eritromicina e i ricoveri ospedalieri per ipotensione con un rischio quasi sei volte maggiore di bassa pressione arteriosa (odds ratio 5.8) e un rischio più basso, ma pur sempre significativo, associato all'uso di claritromicina (OR 3.7).Non si dimostrava, invece, alcun nesso di tal genere con l'utilizzo dell’azitromicina (OR 1,5). Questo effetto può trarre origine dal fatto che farmacologicamente i macrolidi, inibendo il citocromo P450, che metabolizza i CCB, determinerebbero il loro accumulo aumentandone la potenziale tossicità. Difatti, l’azitromicina, a differenza degli altri composti della stessa classe, non possiede queste proprietà. I medici devono, quindi, mostrare cautela e attenzione nell’uso di questi farmaci per evitare spiacevoli danni ai loro pazienti.