Corticosteroidi per via inalatoria e rischio di diabete
Suissa S e collaboratori del Center for Clinical Epidemiology, Lady Davis Research Institute, McGill University, Montreal, sulla base della scarsa conoscenza dicorrelazione tra corticosteroidi ad alte dosi per via inalatoria e insorgenza di diabete, utilizzando il database di assicurazione sanitaria del Quebec, dopo aver identificato una coorte di pazienti trattati dal 1990 al 2005 per malattie respiratorie, hanno stimato i rapporti tra tasso d’insorgenza e progressione della malattia con l'impiego corrente di corticosteroidi per via inalatoria, usando un’analisi caso-controllo con aggiustamento per età, sesso, gravità della malattia respiratoria e le condizioni di comorbidità.I pazienti sono stati seguiti fino al 2007 o fino all'insorgenza di diabete (J Am Med. 2010; 123:1001-1006.). Una sottocorte in trattamento con farmaci ipoglicemizzanti è stata seguita fino alla progressione della malattia.Dei 388.584 pazienti, 30.167 hanno sviluppato di diabete in 5,5 anni di follow-up (tasso d’incidenza, 14.2/1000/anno), e 2.099 pazienti sono stati successivamente passati dalla terapia con ipoglicemizzanti orali a quella insulinica (tasso d’incidenza, 19.8/1000 / anno).I partecipanti con uso corrente di corticosteroidi per via inalatoria hanno avuto un aumento del 34% del tasso di diabete (Rate Ratio (RR), 1,34; intervallo di confidenza 95% [IC], 1,29-1,39) e del tasso di progressione del diabete (RR, 1,34; 95% CI, 1,17-1,53). Il più alto dosaggio di corticosteroide per via inalatoria, equivalente ad almeno 1000 μg/die difluticasone, si è associato agli aumenti maggiori di rischio (RR 1,64 [95% CI, 1,52-1,76] per il tasso di diabete, RR 1,54 [95% CI, 1,18-2,02] per la progressione del diabete)rispettivamente rispetto al non uso.In conclusione, lo studio ha dimostrato che nei pazienti con malattie respiratorie l'uso di corticosteroidi inalatori si associa a un modesto aumento di rischio di diabete e di progressione della malattia. Il rischio è più pronunciato alle dosi più elevate del farmaco, che deve essere più attentamente valutato sul piano del rischio-beneficio. Ne consegue che i medici, prima di iniziare una terapia con alte dosi di corticosteroidi per via inalatoria, dovrebbero considerare un possibile errore del ricambio glicidico dei loro pazienti e riservare il trattamento solo alle situazioni in cui il beneficio è evidente. Gli autori rilevano, infatti, che, sebbene questi farmaci siano consigliati solo per i pazienti con BPCO più grave, la prassi attuale è quella della prescrizione per oltre il 70% dei casi, inclusi quelli con malattia meno grave. Tale dato, unito all’aumento della prevalenza sia della BPCO sia del diabete con il progressivo invecchiamento demografico della popolazione, conduce a serie preoccupazioni per il futuro.