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Notiziario Novembre 2010 N°11 - Sforzi per la perdita di peso vanificati dal poco sonno

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Indice
Notiziario Novembre 2010 N°11
Deprivazione del sonno ed espressione emotiva
Privazione di sonno, spia di sonnambulismo
Conseguenze metaboliche della restrizione cronica di sonno
Durata del sonno e sensibilità insulinica
Sforzi per la perdita di peso vanificati dal poco sonno
Durata del sonno e rischio cardiovascolare
Disturbi del sonno e tasso di mortalità
Differenze della deprivazione cronica del sonno con l’età
Il fumo in gravidanza pregiudica la durata del sonno del nascituro
Obesità della prima infanzia e brevità di sonno notturno
Sonno, apporto calorico, insulinoresistenza e IMC in adolescenti
Perdita di sonno e consumo di droga negli adolescenti
Diffusione dinamica della felicità nella rete sociale del Framingham Heart Study
Peculiarità dei disturbi del sonno nelle donne
Tutte le pagine

Sforzi per la perdita di peso vanificati dal poco sonno

Arlet V.Nedeltcheva e collaboratori dell’University of Chicago, Illinois, sulle premesse che cambiamenti neuroendocrini associati alla riduzione del sonno suggeriscono la compromissione dell'efficacia degli interventi dietetici comunemente usati, hanno voluto esaminare quest’aspetto valutando i cambiamenti dei livelli di leptina, grelina, cortisolo circolante, adrenalina, noradrenalina, ormoni tiroidei e ormone della crescita in rapporto alla perdita di sonno (Ann Intern Med. 2010;153:435-441, 475-476). Hanno, quindi, randomizzato per 14 giorni di dieta e 8,5 ore di sonno notturno 10 soggetti in sovrappeso, adulti non fumatori, 3 donne e 7 uomini, con età media di 41 anni e indice di massa corporea da 25 a 32 kg/m2, confrontandoli con un periodo analogo di dieta e di 5,5 ore di sonno notturno. L’analisi ha fatto rilevare che il sonno ridotto diminuiva la percentuale di peso perso come grasso del 55% e che chi aveva dormito 8,5 ore a notte aveva perso una media di 1,4 kg, mentre quelli che avevano dormito 5,5 ore a notte solo una media di 0,6 kg (p = 0,043). Inoltre, la riduzione del sonno aveva aumentato la perdita di massa corporea priva di grassi del 60% e quelli delle 8,5 ore a notte avevano perso in media 1,5 kg, mentre quelli delle 5,5 ore 2,4 kg (p = 0,002). Peraltro, il minor sonno aveva portato a un aumento della fame e delle concentrazioni di grelina acilata a digiuno e postprandiale di 24 ore ma a un inferiore tasso metabolico a riposo di 24 ore e delle concentrazioni plasmatiche di adrenalina. Le concentrazioni di leptina diminuivano parallelamente alla perdita di peso e di adiposità, senza un significativo effetto indipendente della perdita del sonno (P = .001). Si registrava, anche, un aumento dei livelli di grelina nel sangue, ormone noto per ridurre la spesa energetica, stimolare la fame e l'assunzione alimentare, favorire la ritenzione di grasso e aumentare la produzione di glucosio. La grelina, in effetti, potrebbe spiegare perché i soggetti deprivati del sonno avevano riferito il senso di fame nel corso dello studio. Questi risultati, secondo gli AA, rilevano l'importanza di un sonno adeguato per il mantenimento della massa corporea magra in corso di una dieta dimagrante.

 



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